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22 maggio 2014, 4:57 AM

Qualche occhiata sfocata passa per i corridoi di questo squallido locale, "living on a prayer" sta venendo riprodotta dalle casse costose ed io indosso una maglia con la faccia di Cobain stampata sul mio dorso.

Tutto questo vociferare, loro che gridano il tuo nome.
Ma appena entri scoppia un boato di silenzio.
Mentre passi qualcuno chiede, probabilmente sussurrando alla persona vicina, il tuo nome, tu con un sorriso sghembo ti giri e guardi colei che ha parlato.
Sempre con quel sorrisetto che ti strapperei dalla faccia rispondi "Guai".

Sei così bella, aspetta, perché stai camminando da questa parte?

Arrivi davanti a me.
Non pensavo saresti venuta, ma appena i tuoi occhi incontrano i miei, posso abbassare la guardia per un attimo.

Inizi a parlare, chiedendomi cosa ci faccia io qui, mi dici poi che ti piace la mia maglia con Cobain e spari qualche stronzata delle tue, le quali non ho ascoltato, poiché intendo a guardare i tuoi bellissimi occhi scuri.

Come siamo finiti a parlare nel posto del nostro primo incontro?

Mi prendi per mano e mi trascini fuori.

Io mi faccio trascinare senza battere ciglio, incurante dei nostri amici lasciati lì, del cocktail che ho in mano e dei sentimenti che sta urlando il mio corpo, mi stai portando nel tuo posto, ne sono sicuro.

Mentre mi trascini continuo a chideremi, come ci siamo finiti qui?

Tutti pensando che tu non sia sana e i miei amici dicono che dovrei prendere precauzioni, perché pensano che te ne andrai.

Senza che io me ne accorga, arriviamo al tuo posto, lo sapevo.
Tutte le mie paranoie finiscono, nel momento in cui mi baci e mi dici che sei qui per rimanere.

Chiamatemi fortunato, perché alla fine io sono un 6 e lei, caspita, lei è un fottutissimo 10.

Lei è sempre adatta, io sono così insicuro, ma so che lei tornerà sempre per qualcosa di più.

Her. ||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora