-Io sono in grado di bastare a me stesso, senza bisogno di una ragazzina e un marmocchio che mi corrano dietro- dissi io divertito. Miriam si stava scaldando, ed ero sulla strada perfetta per farmi scaricare da loro due.
-Quello che tu chiami marmocchio è molto più responsabile di te! E io, questa semplice ragazzina che ti sta portando in giro per le Terre Conosciute, sono la principessa Miriamne Januya Heucalipsos, unica e diretta erede al trono!- Mi sputò addosso lei. Era la principessa? E la lasciavano andare in giro per il mondo, pericoloso come era?
-Non ci credo nemmeno un po', al fatto che tu sia la principessa- dissi io ancora più divertito.
Lei rimase a bocca aperta indignata per il mio comportamento. Ero molto bravo a fare il menefreghista, d'altro canto avevo fatto solo questo per tutta la mia vita. Mi aspettavo che Miriam mi aggredisse ma lei assottiglio lo sguardo e si voltò verso Samuel.
-Propongo di separarci. Ci vediamo tra qualche ora alle Porte della Città di Denti, poi proseguiremo insieme. Io non posso stare con una persona del genere. Ci vediamo tra qualche giorno- disse lei. Samuel annuì e fece un passo indietro.
-Come credi che ci arriverò a quella Città? Me ne tornerò a casa piuttosto!- sbottai io, anche se ero consapevole che a casa non mi avrebbero riaccolto. Chi avrebbe accolto nuovamente un rompiscatole come il sottoscritto? Avevano trovato occasione per liberarsi di me, e c'erano riusciti. Sapevo che la mia famiglia mi voleva bene, ma avevano perso la speranza con me diverso tempo prima. Ed era proprio per questo che mi avevano scaricato con questi due idioti.
-ah non è un mio problema. Ci si vede!- mi sputò addosso lei. Si staccò con un rapido gesto la collanina. Mi rimangiai tutto quello che avevo detto.
Improvvisamente la sua pelle cominciò a illuminarsi, i suoi capelli si schiarirono e brillavano sotto la luce nuvolosa di quella mattinata. Quando aprì di nuovo gli occhi, erano chiarissimi, quasi bianchi, e le ciglia chiarissime e lunghissime le davano un aspetto regale. Non c'erano dubbi sul fatto che fosse la principessa del Regno delle Acque Mirabili. Eravamo qualche metro di distanza ma non riuscivo più a respirare, come se fossi sott'acqua. Anche se provavo ad inspirare non entrava aria nei polmoni. Anche il solo provare a inspirare poi, mi costava una fatica immane, come se avessero appoggiato un carico enorme sulla mia schiena. Un solo movimento e le gambe avrebbero ceduto. Sorrise divertita, distendendo impercettibilmente il solco tra le sopracciglia diafane, alzò una mano, come per salutarci e poi, il tempo di chiudere gli occhi, e lei non era più davanti a noi. Sbattei le palpebre un paio di volte.
Non c'era più. Io potevo nuovamente respirare. Ingurgitai l'aria e sentendomi nuovamente leggero. Cosa diavolo era successo? Mi voltai per chiederlo in direzione di Samuel, ma nemmeno lui c'era più vicino a me.
Ero solo, ed era stato tutto merito mio.
In quel momenti non riuscivo a capire se ero felice oppure no. Non avevo messo in conto, ilf atto che lei nascondesse un potere di quel tipo. E ora Samuel era sparito anche lui. Possibile che tutti fossero in grado di fare queste cose e io no? Chi era in realtà questa gente? E cosa dovevo fare io ora?
Mi trovavo in un sentiero di un bosco molto poco amichevole, e dovevo decidere cosa fare. Ormai c'eravamo allontanati troppo dalla città precedente. E poi loro mi avrebbero aspettato alle porte della città. Cosa dovevo fare? Anzi cosa volevo fare?
Ripresi a camminare. Avrei raggiunto questa città e mi sarei fatto spiegare come facevano a teletrasportarsi. Forse centrava con tutta questa storia del Jano. Appoggiai la mano sull'elsa, come per assicurarmi che fosse ancora lì. Non mi piaceva essere obbligato a fare qualcosa.
Sbuffai e mi ficcai le mani in tasca. Perchè cavolo ero finito in quella situazione? Ero stato così stupido da fidarmi di mio padre.
Stavo pensando a qualcosa per togliermi da quella situazione, quando sentii un rumore. Il sentiero di terra battuta era costeggiato da una serie di salici piangenti, la cui corteccia era completamente nera. Verde color marcio erano le foglie tristi che invadevano il passaggio grazie al vento. Oltre quella cortina di foglie c'era una figura incappucciata. Sulla sua spalla sembrava stava appollaiata un'aquila.
Deglutii, e rabbrividii quando venni investito da una folata gelida di aria. Qualcosa mi diceva che avrei dovuto nascondermi. Alla fine decisi di dare retta non al mio istinto, ma alla situazione per come si stava presentando. Non c'era ragione di aver timore di una persona con un mantello e un'aquila. Almeno così volevo credere.
Anche la figura di fronte a me si era fermata. Tra mee lei solo dieci metri e un centinaio di foglie. Feci un passo avanti e perpoco non feci un infarto, quando l'aquila aprì le ali, emise un acutofortissimo. Mi pietrificai sul posto. Il rapace si alzò verticalmente in aria esparì tra le nubi. Qualcosa mi diceva che stava per succedere qualcosa.
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[CONCLUSO] Il Principe Oscuro - La Maledizione dei 12 Jano [SAGA]
FantasyTutti a corte sanno che la causa degli strani incidenti a palazzo è Elia, il secondogenito della famiglia reale: gli alloggi dei servitori in fiamme, i cavalli reali mutilati dall'acido, la distruzione delle statue nel parco reale. Ma per il Princi...