„Madonna Peruzzi, è arrivata una lettera da Firenze da vostro fratello Messer Tommaso Peruzzi." disse Domenico, uno dei più devoti servitori della sua famiglia, entrando nella tranquilla stanza di Costanza Peruzzi. La ragazza, ancora giovane, alzò lo sguardo trascurando la lettura dell'Odissea che, da molto tempo, era diventata per lei non solo un passatempo, ma una vera e propria fonte di ispirazione. Fin da bambina, quando ancora abitava nella città di Firenze insieme ai suoi genitori, oramai defunti, e il fratello maggiore il quale si stava dedicando alla vita politica fiorentina, aveva sempre dimostrata una sorta d'inclinazione per la mitologia antica, sia greca che romana, ed un particolare interesse per ciò che ne riguardava; dunque, grazie al sostegno della madre Bellandina, aveva, alla giovane età di tredici anni, ottenuto il permesso di intraprendere gli studi nell'ambito letterario a Padova, dove, grazie al servizio che svolgevano i suoi cari in Toscana, veniva mantenuta in un grande lusso. Infatti viveva in una villa, certamente non grande e maestosa come quella presente nella città natia, ma abbastanza spaziosa per la presenza di una ragazza e di un gruppo di domestici. Il salone, nel quale erano presenti numerosi quadri che ritraevano i suoi avi, era un luogo accogliente e il focolare, posto sulla destra e circondato da alcune poltrone color avorio, ne dava semplicemente un'aria più confortante e familiare. Il luogo dove passava maggiormente il suo tempo però era senza alcun dubbio la biblioteca: gli scaffali erano colmi di libri, circa mille volumi diversi, ognuno dei quali veniva rigidamente pulito e spolverato quasi ogni giorno dalla servitù affinchè Elesa ed il suo maestro potessero studiare in un luogo il più regale possibile. La sua camera da letto, dove si trovava la dama proprio in quel momento, era sorprendentemente grande per lei: all'entrata era posto uno scrittoio di legno con rifiniture in oro formanti dei gigli, mentre al centro si trovava un grande letto a baldacchino messo in risalto dalle candide coperte bianche e da un tappeto antistante in stile fiorentino color porpora e circondato da frange dorate. Una piccola porta conduceva al suo bagno e, vicino ad essa, si trovava uno specchio ovale bordato da perle, sopra ad esso la sua spazzola, alcuni trucchi per il viso ed i gioielli di famiglia. In particolare la ragazza aveva posto là uno scrigno sigillato contenente un medaglione ovale il quale, una volta aperto, mostrava nel cerchio sinistro un ritratto in cui lui e suo fratello si abbracciavano sorridenti e nel quadrante opposto una dedica "Tecum semper ero, Tommaso". Questa collana, la più importante ed affascinante che possedeva, era un dono del fratello per il suo quattordicesimo compleanno. Le era stato spedito tramite un messaggero poiché , sfortunatamente, il fratello era stato obbligato a rimanere a Firenze da alcune questioni riguardanti la loro famiglia ed i Medici non riuscendo quindi a farle visita.
Costanza, come ogni mese ormai, non perse tempo e aprì la lettera del fratello. Era divorata dalla curiosità di sapere cosa gli stesse accadendo. Nel suo precedente scritto le aveva raccontato gli ultimi fatti avvenuti a Firenze fino ad arrivare a parlargli della nobilissima famiglia di Lorenzo il Magnifico. In particolare si era soffermato sulla descrizione del figlio maggiore, Piero, che sosteneva ricordagli "sé stesso qualche anno prima, all'ombra della fama del padre e determinato a volerlo eguagliare".
"Cara Costi,
mi spiace di averti, suppongo, annoiata nella mia ultima lettera raccontandoti della politi fiorentina, so che i tuoi interessi vanno ben oltre le questioni di finanza. Mi duole ancora di più dover continuare a riportarti tale argomento. La verità è che in questi ultimi tempi, come ti ho già detto, sono stato costretto a mettere da parte i mie ideali per poter inseguire quelli di Lorenzo che, nonostante voglia e sostenga di fare solo del bene per la nostra amata città, tuttavia continua ad assumere dei comportamenti che potrebbero essere paragonati alla tirannia. Fortunatamente mi ha rassicurato: ha finalmente deciso che, non appena sarà di ritorno in città, scioglierà i Dieci per istituire nuovamente il consiglio dei Priori e riportare la libertà ai suoi cittadini. Ciò, o per meglio dire chi, che mi preoccupa di più però è Messer Ardinghelli. Per far fronte alla crisi economica del popolo ha proposto la cernita di tutti i lavoratori e di tutte le banche gestite dalle famiglie fiorentine; Messer de Medici mi ha incaricato di occuparmene personalmente, così fra poco inizierò a gestire questo compito a me affidato con l'aiuto di suo figlio Piero. Già ti avevo parlato di lui, ma vorrei comunque ribadire che se tu lo conoscessi ti piacerebbe sicuramente, è un giovane di eccezionale intelletto e di buon cuore. È una vera disgrazia che il padre non se ne sia ancora reso conto. Detto ciò ti vorrei però rassicurare: la mia vita procede come di consuetudine, il lavoro e gli affari occupano gran parte del mio tempo e, durante il rimanente, la mia mente è impegnata a pregare. Pregare per Firenze, pregare per la sua libertà, per gli ideali in cui io credevo e a cui tutt'ora credo. Soprattutto prego il Signore con tutto il mio spirito per la tua salute e lo supplico di guidarti sulla strada giusta per realizzare i tuoi sogni e desideri. Prego tu possa trovare presto un uomo che ti renda felice e che ti porti tutto il rispetto e l'amore che ti meriti, proprio come faccio io nei tuoi confronti.
Anche se siamo lontani, tutte le miglia che dividono Padova e Firenze comunque non dividono il mio spirito dal tuo. Ricordati che ci sarò sempre, vivrò sempre con te.
Con tantissimo affetto,
tuo fratello Tommaso."
La ragazza sentii qualcosa di umido lungo tutto il suo vito. Una lacrima le solcava la guancia mentre lei, commossa dalle parole di Tommaso e presa da una straziante solitudine, riponeva con cura il libro sopra lo scrittoio e la lettera nel suo cassetto privato.
L'idea di andare a trovarlo dopo tutto quel tempo che non lo vedeva la allettava talmente tanto che non ebbe nemmeno il tempo di pensare alle conseguenze: non solo avrebbe interrotto per dei giorni i suoi studi, ma con la sua presenza in Toscana avrebbe anche recato un pensiero in più a Tommaso, il quale già era sovrastato da un guazzabuglio di preoccupazioni e difficili compiti.
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I Medici - Piero de Medici
FanfictionLa morte di Tommaso Peruzzi, avvenuta in circostanze misteriose, non sconvolgerà solo la vita di Piero de Medici, ma farà anche tornare la sorella del defunto, Costanza, nella città natìa. Questa disgrazia porterà i due giovani ad incontrarsi e, poi...