Era una delle ultime giornate di sole a Parigi, ben presto sarebbe iniziata la stagione delle pioggie e bisognava godersi quei giorni, perchè la città era sempre magnifica, qualsiasi fenomeno atmosferico ci fosse stato, ma la luce dei raggi solari la faceva risplendere in una maniera strana, la luminosità faceva in modo che chiunque si sarebbe innamorato di quel posto, o di qualcuno.
Il caffè 'Félicité' brulicava come al solito di gente, la porta si chiudeva a stento e la fila per ordinare un banalissimo caffè era lunghissima, ma ne valeva la pena perchè, a parer di molti, era il più buono del posto.
C'era chi era di passaggio perchè aveva tanto sentito nominare quel posto e invece c'era chi, come Harry, era un cliente abituale e passava a farci un salto tutte le mattine alle sei e mezza in punto, quando ancora non era affollatissimo, prendeva il suo solito caffè all'inglese e poi passeggiava a lungo, fino a quando non faceva sera, allora tornava nel piccolo appartamentino dei nonni materni, unica sorta di famiglia rimastogli.
Non possedeva amici, si era trasferito lì da un paesino dell'Inghilterra da poco, esattamente da quando sua madre lo aveva lasciato.
In realtà aveva lasciato chiunque, perchè si era tolta la vita.
Harry ci era stato malissimo, ma inconsciamente se lo aspettava, la donna soffriva di depressione da quando quel bastardo che non era degno di essere chiamato padre li aveva lasciati.
La aveva portata addirittura al suicidio.
Fatto stava che le opzioni per il ragazzo ai tempi erano rimaste due: andare a vivere a pochi minuti da casa nella abitazione del padre o addirittura trasferirsi in un altro stato e convivere con i genitori di sua madre.
Inutile dire che non ci aveva pensato neanche una volta, aveva fatto le valigie e preso un aereo per Parigi.
Aveva lasciato tutti i suoi amici e ora non ne aveva nemmeno uno, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non andare dall'uomo di cui sfortunatamente portava il cognome.
Era un bel ragazzo, alto e magro, più in forma di un ragazzo medio della sua età, di diciassette anni, capelli ricci e castani con ciuffi ribelli che gli ricadevano sulla fronte e talvolta che andavano a coprire i suoi grandi occhioni verdi che con la luce del sole potevano diventare anche azzurrognoli, i denti bianchi e perfetti che lasciava gran parte del tempo scoperti, perchè questo era uno dei più grandi pregi di Harry, sorrideva sempre. Il suo quartiere era appena fuori il centro della città, ma dato che lui amava camminare per ore e ore, raggiungeva quotidianamente la Torre Eiffel e poi faceva dei giretti lì intorno, scoprendo ogni giorno cose nuove.
Quel giorno la sua scoperta fu una delle migliori: non poco lontano dalla torre più famosa del mondo, stava un prato enorme e deserto, senza un'anima viva, tutto ciò che si poteva scorgere era l'erba incolta e un fiore grande, giallo, con petali bellissimi che ti accarezzano lo sguardo, sembrava proprio un girasole, ma non avrebbe potuto dirlo con certezza, avrebbe dovuto avvicinarsi. Decise che sarebbe andato ad esaminare meglio il giorno dopo, magari anche con una macchina fotografica, tanto per alimentare la sua passione.
Tornò indietro sui suoi passi e si diresse verso la casa dei nonni.
Quando finalmente la raggiunse ebbe una breve conversazione con sua nonna e poi si mise subito a letto, desideroso di tornare in centro per visitare quella meraviglia che Dio gli aveva donato.
Erano tante e allo stesso tempo poche le cose per cui la sera si ritrovava a ringraziare il signore.
Tutto sommato aveva proprio una vita di merda, era sempre solo e non parlava mai con nessuno, ma si ostinava a nasconderlo dietro quel sorriso mozza fiato che possedeva.
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Sunflower - Larry Stylinson
FanfictionGres. Una persona attirò il suo sguardo. Non l'aveva vista quando era entrato. Era un ragazzo alto, capelli ricci e scomposti, fissava il cellulare, ma non digitava niente, lo guardava insistentemente e basta. A tracolla portava una macchina fotogra...