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"Pronto Martì"

Sono passate due settimane da quella sera e ormai trovarsi è diventata una routine. Ogni sera ci incontriamo lì, a parlare e fumare tutti insieme. Ho conosciuto meglio tutti i ragazzi e mi ci sto affezionando un sacco, sono simpaticissimi.
Il piumino di Vincenzo oramai è diventato mio, non glielo restituisco nemmeno più, tanto la sera successiva lo indosso ancora io.
Ho legato 'n botto con Martina, quella biondina è una forza.

"Vieni da Loris a cena?" Mi chiede. E io le rispondo in modo positivo. "Tra venti minuti è pronto. Andresti a chiederlo anche a Vincè? Non risponde al telefono ma Marco è sicuro che sia in casa. Magari vai tu che sei vicina."

"Ok ammó, mi vesto e vado da lui." Attacco la chiamata e inizio a cercare qualcosa da mettere. Non ho per niente voglio di impegnarmi quindi indosso dei pantaloni della tuta maschili e un top bianco, poi le air force e esco di casa.
Percorro la distanza che mi separa dalla porta di Vincenzo cercando di accendere una sigaretta. Questo fottuto clipper non funziona più.

"Fanculo." Urlo in preda alla rabbia, gettando quel coso giallo per la tromba delle scale. Proprio in quel momento la porta che stavo per raggiungere si spalanca, dall'appartamento del moro esce una rossa, ha i capelli in disordine e si vede che è infuriata.

Ok, ho già capito.

La rivolgo un sorrisino furbo e la saluto, lei sembra confusa e ricambia con poco entusiasmo. Poi si volta verso la porta, da cui esce il ricciolino con indosso solo dei pantaloni della tuta. "SEI UNO STRONZO"

"Vai così sorella!" La incito, con ancora la sigaretta spenta tra le labbra. La rossa mi sorride soddisfatta e poi se ne va, non prima di aver dato una cinquina a Vincenzo.
Scoppio a ridere.

"Scopata andata male?" Gli passò accanto ed entro in casa, senza chiedere il permesso.

"No la scopata è andata benissimo. Il dopo un po' meno." Si lamenta, massaggiandosi la guancia. Mi stendo sul divano e lui mi osserva mentre mi lego i capelli in una coda alta, un bel po' disordinata.

"Capito - prendo il clipper sul tavolino del salotto e accendo la sigaretta - cena da Loris stasera." Spiego e lui annuisce.

"Vado a mettermi qualcosa addosso e arrivo." Non mi sfugge la lunga occhiata che lascia al mio corpo prima di recarsi in camera. Osservo il clipper che ho tra le mani e, dopo un'attenta osservazione, decido che mi piace, quindi me lo infilo in tasca. "Ti ho vista stronza." Alzo le spalle e osserva il riccio che ora indossa una maglia nera.

"Mi piaceva, e poi il mio non funziona più." Spiego.

"GIÚ NOI ANDIAMO!" Urla.

Aspetta, cosa?
Giulia è qui?

"Fermo Vincè." Lui sbuffa e si volta. "Lasci una bambina di cinque anni qui da sola?"

"Ma ti pare. Adesso dovrebbe tornare mia madre da lavoro." Spiega per poi voltarsi ed uscire di casa.

Anche io mi volto, ma vado verso la camera della bambina. "Oh Giù! Come stai?" Quando sente la mia voce urla il mio nome per poi correre verso di me. La prendo in braccio e la faccio girare per un paio di volte, facendola ridere.

"Sto bene grazie! Come te li sei fatta questi?" Mi domanda, in quel momento noto che la canottiera si è leggermente alzata, scoprendo alcuni lividi.

"Ma niente Giù. So cascata." Spiego mentre le accarezzò dolcemente i capelli.

"Ca' rompi palle ca' si maronna." Tuona una voce alle nostre spalle. Vincenzo ci si avvicina sbuffando per poi posizionare le mani suoi miei fianchi e sporgersi verso la sorella, oltre la mia spalla. "Tra poco arriva mamma ammó. Noi andiamo a cena da Loris." La bambina annuisce per poi tornare a giocare con le macchinine.
"Ora possiamo andare?" Mi sussurra all'orecchio, io sorrido e annuisco.

Saliamo le scale in silenzio, Loris sta a qualche piano sopra di noi. Quando apriamo la porta del suo appartamento, identico ai nostri, ne esce una nuvola di fumo.
Quando entriamo la situazione è ancora peggio, un fumo grigio esce dal forno e la puzza di bruciato è insopportabile. Corro a spalancare le finestre mentre Marco e Luigi imprecano per la cena andata a puttane.

"Cosa avevate preparato?" Domando accendendomi una sigaretta.

"Pizza" risponde Loris con il broncio. Vincè, seduto sul divano, al mio fianco, si lascia andare sullo schienale e tira un sospiro di sollievo.

"Allora ci è andata bene. La vostra pizza fa cagare." Tutti scoppiano a ridere, Loris e Luigi esclusi.
Il resto della serata è andato bene, alla fine ci siamo fatti un paio di panini e li abbiamo mangiato sul divano. Ora, tutti, eccetto Martina, siamo strafatti. Marco ha proposto di vedere un film e così stiamo facendo.

"Una notte da leoni?" Domanda Marco, qualcuno si lamenta, ma il film che stiamo guardando è comunque quello. Tanto nessuno ci sta prestando attenzione.
Chiudo gli occhi lasciandomi andare sullo schienale del divano, ad un certo punto Vincenzo mette una mano attorno alle mie spalle e mi attira a se. Mi fa sedere sulle sue gambe e io non oppongo resistenza.

Sono troppo fatta anche solo per provarci.

Mi muovo su di lui, nel tentativo di mettermi comoda, provocando un grugnito da parte del moro. Quando trovo una posizione che mi sembra comoda appoggio la testa sulla sua spalla, gli sfioro il collo con le labbra e lui ghigna. Posiziona le mani sul mio culo e lo lascio fare.
Alterno baci e morsi sul suo collo, forse avrò lasciato qualche segno ma al momento non mi importa.
"Andiamo in bagno. Che dici?" Mi sussurra all'orecchio per poi prendere il lobo tra i denti.
Sono talmente fatta che sto per accettare, ma lo squillare del mio telefono ci interrompe.

Mi alzo dalle sue gambe e lui sbuffa infastidito, mi dirigo verso il bagno, per poter parlare liberamente, e poi accetto la chiamata.
"SEI IN VIAGGIO AMÓ?" Domanda, una voce conosciuta.

"Eh?"

"Per il processo di Federico, dai. Sei già sul treno?"

"Cazzo." Sussurro, ora riconosco la voce. Si tratta di Ludovica, una mia amica di Roma.

"Lo ricordavi vero? Se non vieni nessuno te lo perdonerà. Non anche questa volta." Sembra delusa.

"Si, ovviamente lo ricordavo."
Balle. Porca puttana.
Non mi ricordavo del fottuto processo. Come posso dimenticare una cosa così importante?
Qualche settimana fa Federico, il mio migliore amico, ha fatto una cagata stratosferica e purtroppo l'hanno beccato. Ora deve farsi il processo e potrebbe finire in galera. Cazzo mi viene da vomitare. Non posso perderlo.

Ora però come ci arrivo a Roma?

Rozzano || PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora