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"Porca puttana!" Mi lamento, massaggiando la testa che ha iniziato a fare un male cane.
Mi guardo intorno, ancora mezza intontita, cercando di capire dove mi trovo.
Il muro pieno di muffa mi fa comprendere che sono in camera mia, precisamente sul mio materasso, con un dolore fastidioso alla testa.
Mi guardo attorno e dopo un'attenta osservazione capisco di aver sbattuto contro il termosifone, che si trova proprio sopra alla mia testa.
Visto il freddo, infatti, ho deciso di spostare il materasso vicino al calorifero.

Controvoglia mi alzo e strisciando mi dirigo verso il bagno. Apro l'acqua della doccia e mi spoglio lentamente mentre fisso il vuoto.
Dopo venti minuti buoni esco dalla doccia, afferro un'accappatoio rosso e mi ci infilo dentro, sentendo subito un piacevole tepore avvolgermi.
Torno in camera e mi fermo davanti all'armadio per cercare dei vestiti più o meno eleganti.
Oggi devo andare a cercarmi un lavoro, non posso vivere con i soldi che papà ricava dallo spaccio. Sono pochi e inoltre non voglio campare grazie alla sua merda.
Scuoto la testa e torno a concentrarmi sugli abiti.

Proprio in quel momento la porta della mia camera di spalanca.
Una Martina sorridente fa capolino nella stanza, stretta nel suo vestitino blu elettrico.
Perché è vestita come se dovesse andare a fare serata?
Guardo l'orologio confusa.
Forse sono le undici di sera e io mi sono svegliata pensando fossero le nove della mattina.
Una volta è successo.
Mi sono svegliata in tutta fretta, ho fatto la doccia, mi sono preparata e sono uscita di casa. Poi mi sono resa conto che in realtà erano le quattro di notte e io mi ero semplicemente confusa.
Comunque.
Controllo l'orologio e noto che sono effettivamente le nove di mattina.
"Perché sei vestita così?" Le domando con le sopracciglia aggrottate.

"Ma come perché? Mi hai chiesto di accompagnarti a cercare un lavoro e io mi sono vestita elegante." Dice in modo ovvio, facendo un giro su se stessa per mostrarmi il bellissimo vestito.

"Mi sa che non hai capito." Dico, per poi afferrare un paio di jeans, un top nero e una felpa grigia con la zip.
Tolgo l'accappatoio e indosso l'intimo, sotto il suo sguardo confuso.

"Ma che stai facendo? Posa quei vestiti!" Mi ordina, mentre indosso gli abiti che ho precedentemente tolto dall'armadio.

"Stai prendendo tutto troppo seriamente. Probabilmente troverò posto in uno squallido bar o, se proprio mi va bene, in un negozio." Spiego mentre indosso le air force. "Ti sei vestita come se dovessi fare una colloquio per qualcosa di importante." Concludo.
Lei boccheggia e sbarra gli occhi.
Sembra delusa e infatti qualche secondo dopo mette il broncio.

"Perché non punti più in alto? Che scuola hai fatto?" Domanda.

"Non ho finito la scuola. Mi sono fermata in terza." Lei annuisce e alza le spalle.

"Prestami qualcosa dai."Le porgo dei vestiti e lei li indossa velocemente.
"Scusa ma di che anno sei?" Domanda dopo un po'.

"Duemiladue." Rispondo con noncuranza.
Martina spalanca occhi e bocca.

"Dici sul serio?"

"No sto a giocà...certo che dico sul serio Martì, ne faccio diciotto a novembre" schiocco le dita davanti al suo viso per tentare di svegliarla dalla trance in cui è caduta. Lei scuote la testa e poi mi fissa.

"Non pensavo fossi minorenne. Molti non ne saranno felici." Ridacchia.

"Che intendi?"

"Diciamo che molti vorrebbero provarci, ma quando sapranno che sei minorenne non so se lo faranno." Dice, poi continua. "Anche se non credo lo avrebbero fatto comunque." Sospira.

"E per quale motivo?" Domando, sempre più confusa.

"Perché pensano tu sia la tipa di Vincenzo." Faccio una smorfia e lei ride.
Decidiamo di mettere fine al discorso e uscire di casa.

Vincenzo's pov

Scoppio a ridere quando Loris, per l'ennesima volta, cade a terra.  Siamo nel parchetto di fronte al mio palazzo da ormai un'oretta, e in tutto questo tempo Loris ha provato a fare un'acrobazia con lo skate, fallendo miseramente ogni volta e facendo ridere tutti noi.

"Eddai Loris. Non puoi farcela." lo prende in giro Cristian, facendoci ridere di nuovo.

"Quando ci riuscirò mi bacerete tutti il culo."

"A proposito di culi." Dice Mirko, un ragazzo di qua. Che mi sta anche abbastanza sul cazzo.

"L'inizio di questa frase non promette bene." Marco si porta la sigaretta alle labbra, osservando Mirko con gli occhi ridotti a due fessure.

"Avete visto che culo ha la romana?" Conclude poi, quella faccia da culo.
Marco saetta lo sguardo su di me e io lo guardo confuso, mimandogli un "che vuoi?".
Una sensazione di fastidio mi invade, così come la voglia improvvisa di prendere a pugni Mirko e tutti quelli che gli stanno dando ragione.
"Si parla del diavolo." Sussurra Marco, indicandoci Bianca che esce dal palazzo seguita dalla biondina.
La prima ride, mostrando i denti bianchi, mentre la seconda sbuffa infastidita. Quando Martina ci nota, sorride contenta e afferra Bianca per un polso, trascinandola qui.
La mora sembra chiaramente irritata dagli sguardi maliziosi che Mirko le sta lanciando.

"Ciao ammó." Martina saluta con un bacio a stampo Marco, a noi invece rivolge un cenno col capo.

"Dove andate?" Domanda il mio amico alla fidanzata.

"Devo trovarmi un lavoro." Risponde Bianca, facendo un tiro dal drum che tiene tra le dita.

"Non dovreste vestirvi in modo più...mmh...consono?" Domanda Marco, visibilmente in imbarazzo. La mora alza gli occhi al cielo e Martina la fulmina con lo sguardo.

"È quello che le ho detto anche io!" Esclama Martina, perforandomi in timpano.

"Dai Martì, accanna co' sta storia." Si lamenta Bianca, gettando il filtro a terra.
La biondina sbuffa e poi schiocca un bacio al mio amico, prima di allontanarsi, seguita dalla mora.

Quando le due sono ormai sparite dal nostro campo visivo, Marco si gira verso di me.
"Certo che Bianca è strana."
Solo ora l'hai capito fratè?
Annuisco e mi accendo una sigaretta, mentre lui ricomincia a parlare. "Ha fatto amicizia con tutti praticamente da subito, eppure ci sono dei giorni in cui non parla con nessuno e si limita ad osservare." Annuisco, trovandomi d'accordo.

"Perché mi dici questo?" Domando confuso.

"Cosa sappiamo di lei? Solo che viene da Roma."

"E?" Lo incito a continuare, non capendo dove voglia andare a parare.

"E se fosse con Sergio?" Sussurra, avvicinandosi a me per non farsi sentire dagli altri.

"No." Rispondo deciso.

"Senti, Martina si è affezionata moltissimo a lei, idem Giulia." Sospira e si passa una mano sul viso. "Tutti si sono affezionati a lei."

Già...

"Non voglio che ci faccia soffrire." Dice preoccupato.

"Lei non è come Sofia." Sussurro.

"Lo spero proprio ammó."

Lo spero anch'io

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Rozzano || PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora