primo

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In quell'anno, giusto prima che andassero di moda i giubbini di pelle, a Budapest faceva stranamente caldo per essere Aprile. Le strade erano gremite di gente, tanto da farle camminare a spalle che si sfioravano, l'una accanto all'altra. Faceva ridere come, almeno a Taehyug, ci fosse quella marea di cappellini che ondeggiavano, sincronizzati, per quei viottoli tanto stretti.
Per qualche secondo, con la schiena poggiata sul suo solito muretto e circondato dai suoi stessi disegni, gli parve il mare. Fu quello l'attimo in cui le sue risate divennero un malinconico sorriso e le sue mani, veloci tanto da sembrar meccaniche, si mossero sul foglio, tracciando i segni ondulati delle onde, incisi nella sua testa con lo scalpello. 

Gli mancava il mare, le nottate con Namjoon stesi sulla sabbia a guardare le stelle e il rumore delle onde che gli brulicava nelle orecchie, come sottofondo a quella tempesta di pensieri che non lo lasciavano mai da solo.

''Namjoon...'' sussurrò, quando il sole stava per sorgere e le stelle li salutavano da lontano; eppure, gli sembravano passati solo pochi minuti: ''credi alla vita dopo l'amore?''.

SOSPIRI IN CARTOLINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora