Ad Ottobre, Taehyung ancora pensava a quella chiacchierata al bar con i suoi amici. Non riusciva proprio a togliersela dalla testa, per quanto ci provasse. Gli occhi bassi di Namjoon, le parole di Hoseok e di conseguenza quelle di Yoongi, nulla gli era stato indifferente, nemmeno il silenzio che si diffuse poco dopo fra di loro, e per quanto ogni volta s'incontrassero e provassero a non parlarne, nessuno ci riusciva per davvero.
Namjoon una volta aveva iniziato a parlare incessantemente dell'Italia e Hoseok lo ascoltava incantato, innamorato dell'idea di tutta quell'arte a libera disposizione, delle spiagge, degli uomini vestiti di bianco in estate. Sentiva già l'odore delle sigarette mischiato a quello del caffè tutto intorno a lui, finché Yoongi non intervenne con i suoi discorsi sulla città più romantica del mondo e sull'Opéra di Parigi e le compagnie di ballo e improvvisamente fu odore di pane e croissant.
E proprio negli anni in cui la tecnologia aveva raggiunto uno dei suoi apici, con l'arrivo dei primi computer, Taehyung si rifiutava perfino di controllare su internet, preferendo i suoi cari vecchi libri. Purtroppo, però, essendo un grande fan dei romanzi e nulla più, si ritrovò un pomeriggio a vuoto a guardare la sua grande libreria senza trovar nulla, e fu lì che prese in mano il cellulare, che probabilmente pesava molto più di tutti i libri che aveva in mano e che stava mettendo in ordine, per chiamare Hoseok.
Quei due non erano molto soliti uscire da soli assieme o chiamarsi per fare una semplice chiacchierata, erano più quegli amici che ridono quando sono assieme a tutto il gruppo, che si stanno un sacco simpatici ma che non si conoscono poi così bene. Effettivamente, pensò Taehyung, Hoseok era l'unico del gruppo che non conosceva a fondo come gli altri. Forse, semplicemente perché era l'ultimo arrivato. La cosa che lo svegliò dai suoi pensieri, fu quel rumoroso ''pronto?'' che arrivò dritto al suo orecchio.
''Dio, è la prima volta che lo uso e già penso di odiare questo aggeggio'' ammise Hoseok, fra se e se, ma Taehyung lo sentì e ne ridacchiò, dolcemente.
''uh? Taehyung?''
''si Hoseok, sono io, ciao."
"Ciao!" Canticchiò lui, sempre felice di sentir tutti.
"Volevo sapere come stavi'' e sorrise, mentre metteva nel posto giusto, catalogato anni fa, i libri.
''oh? sto bene'' e Taehyung giurò di riuscire a vedere il suo sorriso in quell'esatto momento. ''mi sto annoiando tantissimo ma sto bene! in più Yoongi oggi è anche a lavoro...''
''ma allora è perfetto! perché mi stavo giusto chiedendo se ti andrebbe di fare una passeggiata assieme''
''certo che si!'' esultò quello dall'altra parte del telefono, rendendo il suono più stridulo di quanto già non fosse. ''hai già in mente un posto dove vorresti andare?''
''ad esser sinceri, volevo passare in biblioteca... e poi ho voglia di waffle all' őszi levelek. Questa volta devo assolutamente chiedere una doppia porzione di cioccolata'' ammise, goloso com'era sempre stato, alzandosi in piedi e massaggiandosi le cosce indolenzite. ''ci stai?''
Taehyung già sorrideva, perché quel ''assolutamente'', quasi gridato nelle orecchie, se lo aspettava già.
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SOSPIRI IN CARTOLINE
FanfictionStanco di esistere e basta, Taehyung afferra in mano la sua vita e inizia a vivere, alla ricerca di quel ragazzo che guardava i suoi disegni come se fossero la cosa più bella che avesse mai visto, e che di se stesso aveva lasciato solo qualche carto...