decimo

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Taehyung aveva questa brutta abitudine di lanciare i sassolini contro le finestre. 

Nei vicoli di Budapest, fra i sampietrini scuri e spessi, infatti, ne rimaneva sempre incastrato qualcuno e Taehyung, ancora bambino nel cuore, li usava al posto di bussare, lanciandoli contro le finestre dei suoi amici. 

Fece la stesa cosa con Hoseok quel pomeriggio, vestito della sua camicia preferita, quella color latte, e coprendosi dal freddo di ottobre con quel maglioncino che gli aveva regalato sua madre per il compleanno, leggermente in anticipo. 

Era sempre così. Lei gli faceva questi piccoli regalini, con la scusa che fossero per qualche festività, sempre molto prima di quanto queste effettivamente fossero, esordendo con le solite frasi come ''nient'altro per Natale, okay?''. 

Ma effettivamente questo non accadeva, anzi. A Natale i regali non erano mai mancati, così come ad ogni altra festa che fosse, forse per compensare quella che, invece, era stata l'assenza di suo padre. I risultati erano sempre stati decisamente scarsi, però, perché Taehyung di pensarci non aveva mai smesso. Eppure sua madre non si era arresa neanche un singolo momento, volendo solamente che nella vita di suo figlio non ci fosse cosa che mancasse. Per questo si era sempre spezzata la schiena, dedicando tutto l'amore che aveva in corpo solamente a lui, lavorando senza sosta per la sua istruzione, per il suo bene, senza riuscire mai a dimenticare, a pensare a se stessa o anche solo respirare.

E Taehyung per questo soffriva, tantissimo, arrivando ad odiarsi, quasi.

Vestito in quel modo, sembrava uno di quei ragazzi di buona famiglia, con un'ottima istruzione ed un futuro prosperoso davanti agli occhi, cosa che lo fece ridere amaramente di se stesso, quasi in modo sarcastico, pensando che tutto fosse men che quello. Proprio come aveva sempre voluto sua madre, si era inserito in quella società che aveva sempre odiato, figurandosi per qualcuno che non sarebbe mai stato e nascondendosi da occhi che mai lo avrebbero conosciuto, detestandolo. Eppure gli andava bene anche così, perché voleva renderla fiera e felice del figlio che aveva cresciuto con le sue sole forze, anche per soli cinque minuti.

Hoseok s'era vestito quasi allo stesso modo, con la giacca sotto braccio ed un maglioncino a collo alto, i capelli con qualche ricciolo sulla fronte ed un bellissimo orologio da polso. Generalmente, Hoseok era sempre stato un bel ragazzo, anche a scuola, quando tutti lo conoscevano solo per la sua bellezza. Le voci infatti erano arrivate sulla bocca di tutti, quando un ragazzo parigino si era trasferito al terzo anno, quasi a fine pentamestre. Perfino a Yoongi che era l'unico a fregarsene delle voce e dei ragazzetti popolari. Eppure, in qualche modo, con la sua naturale eleganza, con la sua bontà, con i suoi sorrisi, Hoseok lo aveva rapito fin dal primo sguardo che gli aveva rivolto. 

''Dovresti decisamente smetterla di lanciare quei sassolini, sai? finirai per farti male o far male a qualcuno, cherì'' lo salutò lui, accennando un sorriso e contornandolo con un paio d'occhi dolci.

''mai'' rise Taehyung, con le mani in tasca, facendogli segno con la testa di seguirlo. 

Fra quei due ci mise poco a stendersi un velo di imbarazzato silenzio. Infatti, nessuno di loro sapeva come tirar su un qualsiasi discorso e, quindi, a testa bassa, continuarono la loro breve passeggiata, sfogandosi di tanto in tanto su di un mal capitato sassolino.

''sai, ho conosciuto un ragazzo l'altro giorno'' azzardò un secondo Hoseok, senza staccare gli occhi dai sampietrini. 

''oh, davvero? e quando?''

''non l'hai notato? l'altro giorno, quando io e Yoongi siamo venuti a chiamarti. Eri sempre li a vendere i tuoi vecchi disegni, e questo ragazzo se ne stava da non so quanto a guardarli. Sembrava rapito.'' ammise, iniziando a guardare il profilo dell'altro, notando di sfuggita le gote pizzicate dal freddo, contornando e rendendo ancora più innocente quello che era il suo viso.

Taehyung, che mai ai complimenti si era abituato, se ne stette in semplice e religioso silenzio, cercando di figurarsi questo ragazzo di cui Hoseok tanto parlava. 

''ero curioso, e quindi ho iniziato a parlargli, mentre tu raccoglievi le tue cose e Yoongi ti aspettava. Sai come sono fatto, quindi l'ho sommerso di domande. Ha detto che era rimasto incantato dai tuoi disegni, che in tutti i posti dov'era stato di artisti come te non ne aveva mai visti.''

''dici sul serio?''

''assolutamente si.''

E il rossore sulle guance di Taehyung aumentò, facendo intendere ad Hoseok che quelle guance color ciliegia non fossero solo a causa dei pizzichi del vento.

''si chiama Jimin. Resterà qui con i suoi amici solo due settimane, e togliendo quella già passata credo rimangano solo pochi altri giorni. Gli ho chiesto perché avesse tanta fretta di andarsene ma mi ha risposto solo con un sorriso ed una scrollata di spalle.''

''Me ne parli come se volessi presentarmelo, Hoseok'' azzardò l'altro, guardandolo a sua volta. 

''Perché è esattamente quello che voglio fare, Taehyung'' 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 23 ⏰

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