Capitolo tre

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Il week-end passò molto velocemente, decisi di non scendere e di passarlo con la mia famiglia a guardare film e chiacchierare del più e del meno, ogni tanto andavo in camera mia per leggere un libro, o per fare qualche videochiamata.

Il lunedì mattina come al solito mi svegliai molto presto, la notte prima preparai un discorso di benvenuto per il ragazzo che avrei dovuto accogliere, ma ogni volta che lo ripetevo lo trovavo sempre più banale.

Decisi così che la scelta migliore sarebbe stata di improvvisare e di essere spontanea. Così, dopo essermi preparata e aver mangiato qualcosa al volo mi incamminai verso la fermata dell'autobus.

Arrivata a scuola raggiunsi l'ufficio del preside, dove avrei trovato anche la professoressa Clark, insieme decidemmo di aspettare l'arrivo del ragazzo.

La campanella suonò, e i primi ragazzi iniziarono ad entrare nell'immenso edificio, tra risate e chiacchiere riuscii a scrutare da allontano Taissa e Melody che accennarono un sorriso nei miei confronti e ricambiai.

La maggior parte dei ragazzi erano già nelle rispettive aule, iniziai ad innervosirmi tirai un sospiro e incrociai le braccia. I minuti passavano e il misterioso ragazzo ancora non arrivava.

-"Professoressa Clark, ci vuole ancora molto?, non vorrei metterle fretta ma ho lezione" dissi quasi con un tono disperato.

-"Lea stai tranquilla, il professore attenderà, è a conoscenza anche lui della tua mansione.'' Mi fece un sorriso accennato e mi accarezzò la spalla.

Dopo altri 5 minuti i corridoi erano deserti, si percepivano alcune voci dalle classi più vicine, avevo come punto di riferimento un quadro davanti a me, che raffigurava il nostro preside con in mano un trofeo della scuola, quasi non riuscivo a trattenere la risata dovuta dal suo sguardo buffo che aveva nel dipinto.

Fu in quel momento che la porta principale si aprii molto lentamente, mi voltai e vidi un ragazzo alto, con una carnagione molto chiara, man mano che avanzava notavo altri particolari.

I suoi occhi erano di un colore Ambra molto particolari, quasi tendenti al giallo ed erano grandi, un sorrisetto accennato con delle labbra non eccessivamente grandi ma di un bel colore più scuro rispetto al solito. I capelli erano di un biondo scuro, qualche sfumatura più chiara portati in modo casuale, sembrava quasi spettinato. Aveva uno stile semplice: jeans, maglietta nera e una camicia da sopra aperta.

Al suo fianco una donna non molto alta: capelli neri, occhi simili al figlio anche lei molto pallida ed era vestita in modo elegante.

Rimasi a fissare il ragazzo durante le presentazioni con il preside e la professoressa la quale con un colpo di tosse mi fece tornare in me.

-"Qui abbiamo Lea" mi fece avanzare verso di loro e continuò il discorso

-" Aiuterà Dylan nei primi mesi, sarà la sua guida per farlo ambientare nel migliore dei modi"

-"piacere" mi limitai a dire solo questo, poteva sembrare scortese ma in quel momento, non riuscivo a portare avanti un discorso.

Porsi la mano verso la madre e poi verso Dylan, ricambiarono entrambi il saluto con una stretta di mano molto forte anche se avevano delle mani gelide.

-" I ragazzi possono andare" disse il preside con un sorriso e facendoci cenno di andare con la mano .

-"ciao mamma" disse Dylan "arrivederci" così continuò il saluto.

Iniziammo a camminare in silenzio, non volava una mosca tra di noi, sentivo solo il rumore delle mie scarpe da ginnastica che mi fece anche innervosire e mettere in imbarazzo.

Lo guardavo con la coda dell'occhio, lui aveva lo sguardo fisso in avanti, non sapevo nemmeno dove dovesse andare. Camminare senza una meta non aveva senso, decisi così di rompere il ghiaccio.

-" Allora, in che classe devi andare" dissi fermandomi aspettando una risposata.

-"dove vai tu." Disse in modo fermo e continuando a camminare.

Il suo atteggiamento iniziava a darmi fastidio, cercavo di essere gentile e lui invece era scontroso, tirai un sospiro e continuai il discorso.

-" Posso vedere in quali corsi devi andare, e che materie segui"

Dissi porgendo la mano verso di lui per avere il foglio dell'orario che aveva in mano.

Senza dire nulla mi porse il foglio e mi resi conto che avevamo le stesse materie, nelle stesse ore e ovviamente gli stessi gironi.

-" Ok a quanto pare staremo sempre insieme" gli porsi nuovamente il foglio con l'orario.

-"meraviglioso" borbottò con un ghigno

-"Scusami, non per essere scortese, ma qual è il tuo problema?"

Si fermò e si girò verso di me, i nostri occhi si incrociarono e con uno sguardo serio senza fare nessuna espressione disse

-"Nessun problema ora andiamo"

Mi rimase senza parole e a bocca aperta, era strano, molto strano.

Lo tenni d'occhio tutta la giornata, eravamo compagni di banco ma non volava una mosca tra di noi,se non per fargli capire quali programmi avevamo già fatto e cosa doveva fare per tenersi al pari con il nostro programma.



Le prime giornate passarono in modo molto lento e pesante, pensavo sempre a come poter interagire con lui, ma niente.

Pensavo di stargli antipatica, come se si fosse aspettato altro, non parlava e soprattutto mi trattava con indifferenza in qualsiasi situazione.

Purtroppo doveva rispettare i miei orari di lezione, anche le mie ore extra di allenamento e infatti lui era presente.

A volte andava via prima, altre volte leggeva, preferiva starsene nello spogliatoio maschile o all'ombra.

Odiava gli allenamenti extra, me lo faceva capire dal fatto che mi odiava sempre di più e la possibilità di un dialogo si azzerava ogni giorno che passava.

Dopo qualche settimana invece, le cose migliorarono tra di noi, dal nulla era diverso nei miei confronti ma una mattina, accadde qualcosa che mi lasciò spiazzata, e iniziai a capire che dovevo scoprire più cose riguardo Dylan. Perché in fin dei conti non sapevo nemmeno da dove veniva.

La mattina era iniziata bene, mi trovai nello spiazzale della scuola con Robert, da lontano vidi Dylan e mi ricordai che nel mio borsone avevo alcuni appunti di scienze che gli servivano per una verifica.

Salutai con un bacio a stampo Robert e mi diressi verso Dynal che aveva fatto si che i nostri occhi si incrociarono già in diverse occasioni, mi guardava di più, mi sorrideva di più come se qualcosa nei suoi confronti fosse cambiato.

-" Ehy Dylan" mi diressi verso di lui con gli appunti in mano, scivolai a terra e da lontano vidi qualcuno sfrecciare velocemente con la bici, istintivamente mi tirai indietro da sola e mi portai una mano vicino al petto dallo spavento.

Mi alzai velocemente e sentii alle mie spalle:

-"Tutto bene?" Disse Dylan toccandomi la spalla.

Il tocco freddo improvviso e la sua voce mi fecero quasi gridare, portai una mano vicino alla bocca e tirai un sospiro.

-"C-Che ci fai qui? Eri dall'altra parte due secondi fa?" Dissi tremendo ancora per lo spavento.

Il suo volto cambiò, quasi divenne di pietra riuscì solo a dire " ci vediamo in classe"
Per poi andare via lasciandomi nell'ignoto più totale. Lo vidi correre verso la scuola, si guardava ovunque, portò una mano alla testa e tutto ciò non faceva altro che insospettirmi.

Venne Robert subito dopo, vide tutta la scena mi abbracciò e insieme entrammo a scuola.
Passò così la giornata scolastica, Dylan era nuovamente lontano da me, senza rivolgermi una parola.

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Ecco a voi il terzo capitolo, spero vi piaccia! Scusate una rivuoi per eventuali errori.
Un bacio.

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