CAPITOLO 12

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ALEXA'S POV
Sto scegliendo un vestito tra quelli che ho portato.

Con sotto dei tacchi neri normali

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Con sotto dei tacchi neri normali. Metto ombretto nero, eylener, rossetto rosso Fuoco, fondotinta e cipria.
Vado da Justin, che è alla reception con gli altri. Mi bacia a stampo. E Dylan sbuffa.
Io: dai andiamo, io non guido
J: Guido io, anche perché sei una cogliona quando sei ubriaca, e non solo
Io: ah ah ah che simpatico, andiamo
Mi è sempre piaciuto andate in discoteca, bere e divertirmi.
Saliamo in macchina.
Siamo appena arrivati, la musica a palla mi innervosisce, strano.
J: prendiamo da bere?
Io: tu no, noi sì
Mi avvicinò al bancone.
Io: vodka alla pesca grazie
M: io alla menta
D: io una vodka lemon
X: tu ragazzo?
J: io guido, purtroppo, poi la mia ragazza è fuori controllo da ubriaca
X: capisco, anche la mia. È la a ballare, quando finisco il turno vado da lei.
Indica una ragazza bionda con le punte azzurre, bel fisico.
Io: posso andare a conoscerla?
X: certo, comunque mi chiamo Federico
Io: piacere, Alexa, lui è il mio ragazzo Justin e loro due sono i suoi fratelli, Dylan e Mark.
Vado verso la ragazza, con il drink in mano.
Io: ehy
X:ehy ciao
Io: ho appena conosciuto il tuo ragazzo, piacere Alexa
X: piacere Katherine. Andiamo a sederci?
Io: certo
Parliamo per un po, è una ragazza simpaticissima, mi sto spaccando dalle risate
Io: a che ora finisce il turno Federico?
K: tra mezz'ora
Io: alle 3?
K: yesss, mi accompagni in bagno?
Io: sisi

Quando usciamo, andiamo a farci fare delle foto.
La metto nella storia di Instagram e metto sotto la canzone "i grandi non piangono mai"

I grandi non piangono mai
Devi essere più forte, quante volte me l'hai detto
Il numero di lacrime che io ricevo
Non è mai proporzionale al numero di lacrime che verso
C'eri quando ero giù

Prometto non lo farò più
Ho fatto un mucchio di stronzate, per fortuna c'eri tu.

Stiamo andando al tavolo. Quando vedo questa scena mi si Gela il sangue. Justin che limona con una troia. Stavolta è lui davvero, Dylan ha un occhio nero. Li indico e Katherine mi dice:
K: è un coglione, andiamo.
Andiamo verso il bancone
K: amore vado, poi ti racconto, scusa
F: no tranquilla, Ale, perché piangi?
Io: guarda là
F: tranquilla, troverai di meglio
Gli sorrido e Katherine mi porta a casa sua.
K: è un grandissimo stronzo. Non ci pensare. Non ci parlare. Almeno per ora. Non lo perdonare. Almeno per ora. Se ci tiene davvero ti cercherà lui. Farà di tutto per farsi perdonare, capito?
Io: ehm, sì, comunque, tra due giorni è il mio compleanno, 18 anni, venite tu e Federico?
K: si certo, ma dov'è?
Io: casa mia, a Miami, se vuoi, domani parto, venite con me anche voi
K: per me va bene, chiederò a Fede, dovrebbe andar bene comunque.

Io: perfetto, dormire te a casa mia, ti spiego faccio parte di una gang
K: oh, anche Fede prima faceva parte di una gang
Io: ah non lo sapevo
K: ora ha smesso, perché diceva che io ero in pericolo
Io: ha ragione, dovrei farlo anche io
K: ora dormiamo, sono stanca
Io: hai ragione

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