capitolo 14

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perché vorrei volerti come amica?
andiamo una come te? ci sono un sacco di ragazze la fuori pronte a darmi quello che voglio.
certe volte mi chiedo come mai non mi sia fatto i cazzi miei e sia venuto ad aiutarti.

Mi svegliai di soprassalto completamente sudata.
Mi ci vollero alcuni secondi prima di realizzare di essere sola, nella mia stanza.
Lentamente mi tranquillizzai capendo che quello era l'ennesimo dei miei incubi.

Da quando avevo litigato con Payton erano molto frequenti. Avevo la costante paura di non essere abbastanza o di essere presa in giro.
Nonostante sia sempre stata una ragazza sicura, non avrei tollerato una delusione da un amico, specialmente lui.

Erano le cinque del mattino, il cielo era limpido ed iniziava a schiarirsi.

Mi alzai dai letto e dopo essermi lavata la faccia, indossai una semplice felpa, un pantaloncino e le mie fedeli Air Force 1.

Uscì di casa prestando attenzione a non svegliare nessuno e a mia sorpresa riuscì nel mio intento senza fare chiasso.

Iniziai a camminare spensierata lungo le strade del mio paesino arrivando sulla spiaggia non troppo distante da casa mia.

Giunsi davanti al bar e presi un està the, ormai gli anziani mi salutavano ogni mattina, era diventata un'abitudine andare lì.

Camminai lungo il canale fermandomi alla fine di esso, mi sedetti e lasciai le gambe a penzoloni.
Sotto di me poggiavano gli scogli e l'acqua salata batteva dolcemente contro di essi.

Lasciai che la brezza mi smosse i capelli mentre mi godetti, per l'ennesima volta, quella meravigliosa alba.

Il cielo era roseo, con sfumature arancioni e talvolta azzurre.
Il sole si faceva alto e rifletteva sul mare.

Da quando ero piccola venivo qua con mio fratello ogni pomeriggio d'estate.
Giocavamo insieme a palla, in acqua e poi ogni domenica sera mangiavamo la pizza insieme, proprio dov'ero seduta, al tramonto.

Jaden era la persona più importante della mia vita. C'era sempre stato da quando ero nata. Eravamo l'uno la spalla dell'altro. Se c'era un problema riuscivamo sempre ad arrivare ad una soluzione. Non riuscirei ad immaginare la mia vita senza di lui.

"ciao" un voce mi risvegliò dai miei pensieri. Non ci fu bisogno di girarsi per capire da chi provenisse.

"ciao" aspettai che si sedette per poi guardarlo e sorridergli.

"come mai qua?" mi chiese Payton guardandomi diretta negli occhi, provocandomi quasi disagio.

"mi piace, aiuta a pensare" ammisi però riponendo lo sguardo verso l'orizzonte, non sarei riuscita a reggere il suo sguardo.

"mi dicono che è un mese che vai avanti così però" disse rubandomi il brick dalle mani.

"ma perché nessuno si fa mai i cazzi suoi" domandai più a me stessa. E lo pensavo davvero. Non potevo più nemmeno stare da sola ora?

"Asia siamo migliori amici, puoi parlare con me"
Portai gli occhi al cielo.
Mi faceva piacere che si preoccupasse per me ovvio, però insomma, ero abbastanza grande per poter badare a me stessa.

"Dio Payton non ho nulla è solo che-" smattai ma lui mi interruppe.

"è solo che da quando Ashley ha scritto quelle cose pensi che io possa farti del male"

Lo guardai con la bocca semichiusa non aspettandomi che centrasse in pieno l'obbiettivo. Insomma non credevo fosse così esplicita la cosa.

Il mio piano era tenere nascosta quell'idea, ma a quanto pare ci era arrivato da solo quindi non avrebbe avuto senso negare l'evidenza.

"sbaglio?" alzò un sopracciglio in segno di conferma.
Negai scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo.

Lo senti sospirare leggermente dalle narici prima di afferrare il mio braccio e velocemente mi ritrovai in mezzo alle sue gambe tra le sue braccia nelle quali mi stringeva forte.

Ricambiai immediatamente il suo abbraccio sentendomi incredibilmente fragile.
Ero così debole ed innocua in quel momento che mi sarei tirata un pugno da sola.

Non avevo mai avuto così tanta paura di perdere una persona in vita mia.

"ti prego non andartene" lo supplicai mentre nascondevo la testa nel suo collo.

Quest ultimo prese ad accarezzarmi dolcemente la testa e i capelli, dondolandosi delicatamente a destra e a sinistra.

"non lo farò mai"

Si staccò per poi prendermi il viso a coppa accarezzandomi con i pollici le guance.

"non ci pensare nemmeno"

Si avvicinò lentamente e per un momento credetti che mi stette per baciare quando in realtà mi lasciò solo un innocuo bacio sulla fronte.

Avevo davvero creduto che le mie labbra avessero toccato le sue?
A quel pensiero mi accaldai, soprattutto realizzando che non mi sarei staccata a quel contatto e non avrei opposto resistenza nemmeno sotto tortura.

Appoggiai la testa sul suo petto, maggiormente per nascondere il rossore delle mie guance mentre il mio migliore amico continuò a coccolarmi come se nulla fosse.

mi stava davvero piacendo?

Alla fine lui era un bravo ragazzo.
Era riuscito a salvarmi la vita e a farsi voler bene in pochissimo tempo.

Se avevo bisogno di parlare potevo contare su di lui.
Ci stavo bene insieme, i pensieri e le preoccupazioni sembravano sparire.
Tutto il mondo spariva in realtà. C'eravamo solo noi due e quello ci bastava.

"ti voglio bene Asia"

Ed ecco il famoso sciame di farfalle nello stomaco.
Sorrisi stringendolo più a me.

"anche io Payt"

Heyy🌷
Ancora 50 letture ed arriveremo a mille, vi amo.
Mi sono impegnata in sacco a scrivere questo capitolo, spero vi piaccia <3

𝗝𝗨𝗦𝗧 𝗔 𝗩𝗜𝗥𝗨𝗦?; 𝗽.𝗺.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora