Cercare di fare qualunque cosa mentre qualcuno ti fissa intensamente è a dir poco snervante.
C'erano soltanto tre cose che potevo fare:
1. andarmene
2. Rompergli una sedia in faccia
3. andarci a parlare
Forse quest'ultima opzione era la migliore.Mi alzai e con passo deciso avanzai verso di lui.
Volevo chiedergli cosa mai volesse, oppure era solo un mio desiderio poter finalmente farmi degli amici.
Sempre se sia è possibile fare amicizia in un luogo pieno di pazzi.Prima che potessi arrivare al tavolo sentii una mano che mi afferrò un braccio e me lo strattonò con violenza.
-"Vattene! Scappa via da lui!"- emise in un sussurro una donna dai lunghi capelli grigi con voce stridula.
-"Cosa? Perché ?!"-
-"IL DIAVOLO SI NASCONDE DENTRO DI LUI. GUARDA DENTRO I SUOI OCCHI."- il suo tono di voce aumentòi
-"Eh?"- iniziai ad indietreggiare.
-"È MARCHIATO! È MARCHIATO DA SATANA!"- gridò
Gli occhi le si rigirarono, diventando totalmente bianchi.
Cominciò ad essere scossa da possenti convulsioni e le ginocchia cedettero sotto il suo peso.Arrivarono correndo tre addetti alla sicurezza e un medico, misero la paziente su un lettino e sparirono nel corridoio a sinistra.
"Ma che cazz.." Pensai sbalordita.
Mi guardai intorno confusa e mi accorsi che nella sala mancava qualcosa.
La sedia era vuota.
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Sapevo che la mia vita qui sarebbe stata difficile ma mi aspettavo perlomeno un pasto decente.
Tuttavia mi fu servito una poltiglia non ben definita al sapore di pesce e spinaci.Una volta finito il suddetto "pasto" decisi di voler sapere che fine aveva fatto la "donna grigia", perciò mi inoltrai nel corridoio cercando di trovare l'ambulatorio giusto.
Setacciai tutte le stanze mediche possibili fini a giungere alla conclusione che era meglio rinunciare, perciò mi avviai verso il mio dormitorio.
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Mi tolsi le scarpe, chiusi la finestra e mi sdraiai sul letto.
Rimasi a fissare il soffitto fino a quando non mi addormentai.Un rumore mi svegliò.
La stanza era in penombra e una leggera brezza notturna entrava dalla finestra facendomi venire la pelle d'oca.
La luna brillava alta nel cielo nero, oscurata a tratti da pesanti nuvole grigie, cariche di pioggia.
Mi guardai intorno alla ricerca Lily ma di lei non c'era traccia, così feci per alzarmi ma un ombra mi scagliò di nuovo contro il materasso.
Feci in tempo ad emettere soltanto un breve e stridulo urlo che una mano fredda e sottile mi tappò la bocca.
La figura estrasse un oggetto affilato dalla tasca dei pantaloni, troppo corto per essere un pugnale e tuttavia troppo largo per essere un coltello.
Lo portò dietro la testa, per prendere lo slancio.
Io ero troppo scioccata anche solo per provare a liberarmi.
Sentivo il suo peso che mi schiacciava contro il letto, rendendomi difficile anche solo respirare .
Cominciai a sudare a freddo, i battiti del cuore accellerarono.
Ero terrorizzata.La porta si spalancò facendo entrare un fascio di luce che illuminò il viso dell'aggressore.
Era la "donna grigia".Con un tonfo la donna cadde a terra e io mi precipitai fuori dalla stanza con l'intenzione di scappare via, ma il desiderio di capire cosa stava succedendo era troppo forte, perciò mi voltai e premetti l'interruttore della luce.
Il ragazzo di prima teneva la pazza bloccata a terra e con un pugno nel polso le fece cadere l'arma: era un pezzo di vetro tozzo e pungente proveniente dalla finestra rotta.
Lui se ne appropriò e con un agile movimento la pugnalò più volte alla gola.
La donna cominciò a vomitare fiotti di sangue rosso e denso, i suoi occhi pieni d'odio si spensero e lei morì.Avevo la bocca spalancata, ero incapace di respirare.
Mi tremavano le gambe e ero terrorizzata, tuttavia dentro di me sentivo il sollievo di essere ancora viva.Il ragazzo si aggiustò i capelli velocemente e con disinvoltura, poi mi tese una mano insanguinata e disse:
-"Piacere, sono Colin"-.

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L'urlo del silenzio
TerrorUrlavo. Urlavo a squarcia gola. Nessuno riusciva a sentirmi. Ero sola, di nuovo.