Capitolo 19

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Gli presi la mano e lo portai sopra in camera mia. 
Non era ordinatissima, c'erano tanti fogli sparpagliati per la stanza e io mi scusai per il disordine. 

«Non hai visto camera mia, stai tranquilla, non è disordinata..»Disse poi guardandosi attorno mentre io mi apprestai a mettete i fogli apposto. 

Si fermò a guardare fuori dalla finestra, c'era una bella vista da camera mia di tutta la città di Milano.

«Chissà quante volte avrai dipinto qui»Disse accarezzando la sedia e io scossi la testa sedendomi sul letto. 

«Neanche tante se devo essere onesta»Lui mi guardò e io lo scutai chinando appena la testa. 

«Che hai? Perché mi guardi così? »Mi chiese raggiungendomi sul letto. 

Ci guardammo per qualche istante senza dire niente. La sua mano si poggiò sulla mia e così iniziai ad accarezzargliela.. 

Osservai a lungo le nostre mani e quando richiamò la mia attenzione verso di sé lo guardai.

Lui fece incontrare le nostre labbra e mi distese sul letto facendomi ridacchiare per il modo in cui mi aveva spinta. 

«Via questo... E questo...»Mi tolse la felpa e mi slacciò velocemente le scarpe. 

Io lo guardai leggermente spautita e lui mi fece cenno di togliergli la camicia e così iniziai a sbottonargli la camicia nera. 

Lo aiutai a togliersela e dopo di che lui si tolse la cintura che teneva sopra i jeans e si tolse anche quelli rimandendo in boxer. 

Deglutii dal nervosismo mentre mi tolsi la maglietta e i leggings rimanendo in intimo davanti a lui. 

«Lo sai che se non te la senti possiamo non farlo... »Iniziò e io lo fermai scuotendo la testa. 

Volevo andare fino in fondo. 

Lui mi scosse un po' facendomi ridere non voleva ovviamente che sembrassi un tronco.
Incominciò a baciarmi il collo e lentamente incominciò a scendere. 

Inziai piano piano a scaldarmi mentre mi tolse il reggiseno ed iniziò a baciarmi i seni. 
Io rimasi con gli occhi chiusi sentendomi completamente strana. 

Le sue mani strinsero delicatamente i miei seni e cercai di non incontrare il suo sguardo mentre lo faceva per non rischiare di morire dall'imbarazzo. 

I baci furono tantissimi e ogni tanto non si sprecava dal sussurrarmi parole dolci. 
Cercava di non farmi sentire strana e apprezzai molto. 

Quando arrivo di sotto mi tolse le mutande e dopo di che mi spalancò leggermente le gambe iniziando a baciarmi le gambe e poi l'interno coscia.

Brividi, sentivo brividi di eccitazione pervadere il mio intero corpo e quando iniziò a baciare la mia intimità mi sentii quasi morire. 

La sua lingua iniziò a sfiorare e leccare la mia intimità con dei movimenti veloci e calcolati. 

Iniziai a emettere gridolini strozzati e poco a poco inziai a produrre dalla mia bocca veri gemiti di piacere. 

Era una percezione nuova che invadeva il mio corpo e mi piaceva. 

Lui mise un dito dentro di me sorprendendomi. 

Mi guardò e ricambiai lo sguardo leggermente spaventata. 
Lui mi strinse una mano mentre io gli diedi il permesso di continuare. 

Il suo dito si muoveva nella mia intimità su e giù, senza sosta ad una velocità prima lenta, per farmi abituare, e poi moderata. 

Dopo di che si fermò e mi guardò prendendo dalla cover del suo telefono una pellicola che conteneva qualcosa di circolare. 

Chiusi le gambe e guardai stranita quell'affare. 

«Cos'é? »Chiesi incuriosita e lui me lo fece vedere. 

«Preservativo. Serve per evitare le gravidanze. Ma capirai bene che non esistono più. Li producono per una piccolissima élite di persone ma non mi chiedere a che scopo.» Stavo per chiederlo ma lui me lo impedì. 

Se lo srotolò sull'erezione e lo guardai leggermente spaventata. 

Non ero sicura che il mio corpo potesse accettare una tale grandezza dentro di sé. 

«Stai tranquilla, andrò pianissimo, promesso».
Misi le mani sul viso totalmente imbarazzata e lui scoppiò a ridere e mi accarezzò la guancia tranquillizzarmi. 

Mi aprì leggermente le gambe e mi strinse le mani come se sapeva cosa sarebbe successo dopo. 
Ci eravamo armati di asciugamani e compresi solo poi il perché. 

Iniziò a penetrarmi molto lentamente e percepii che effettivamente qualcosa di sotto si fosse rotto.

Mi morsi il labbro mentre lui mi penetrò completamente. 
Sentii una leggera fitta e mi sentivo quasi piangere, ma non avrei permesso al dolore di rovinare quel momento. 
Mi ascugai le lacrime che erano riuscite a sfuggire al mio controllo piuttosto velocemente e gli diedi il consenso di continuare. 

Lui fu dolce e non oso mai esagerare finché non gli dissi che poteva anche smettetr di fare la nonnina. 

Mi strinse i polsi mentre muoveva velocemente il bacino verso di me. 
Una velocità che stavo imparando a sopportare mentre pian piano... Al dolore stava prendendo pian piano posto il piacere. 

La stanza si riempì dei nostri gemiti di piacere e i nostri ansimi affanati. 

Percepii poco dopo una concentrazione di piacere che non vedeva l'ora di essere rilasciata e quando cercai di dirlo al professore lui capì e le sue spinte iniziarono a farsi decise e veloci. 

Non riuscivo a trattenere i gemiti della mia bocca, le mie mani erano poste dietro la schiena del professore e quando percepii quell'enorme scarica di piacere venire rilasciata, urlai soddisfatta il suo nome. 

Lui fece lo stesso e si distese su di me per qualche minuto. 

Avevamo entrambi il fiatone e io cercavo ancora di capire cosa fosse successo. 

Guardai il soffitto della mia stanza mentre accarezzati i suoi capelli. 
I nostri petti non facevano che andare su e giù. 

Avevo appena perso la mia verginità con il mio professore e non me ne pentivo. 

Lo sentivo ancora dentro di me ma vi mise poco a togliersi e raggiungere il bagno nella mia stanza. Sentì l'acqua scorrere segno che probabilmente si stava facendo in bagno. 

Mi misi la sua camicia e camminavo non perfettamente dritta perché sentivo che là sotto era cambiato tutto. 

«Non si chiede se è permesso farsi il bagno?»Gli chiesi e lui in tutta risposta mi disse di togliermi la sua camicia di dosso ed entrare con lui e così feci. 

Una volta l'uno davanti all'altro lui si prese l'impegno di lavarmi. 
Le sue mani, le sue grandi mani, sfioravano il mio corpo spalmandomi il sapone. 

Ci baciammo ancora e ancora, tanto che fu difficile staccarci. 

Gli ascugai i capelli e il corpo e lui si rimise i boxer. 
Erano ormai le 16 passate e lui si avvicinò al mio letto per poi stendersi su di esso. 

Lo raggiunsi rimettendomi la lingerie e mi strinsi a lui mentre lui continuava ad accarezzarmi. 

Mi addormentai poco senza accorgermene. 





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