Capitolo 16

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I ragazzi furono dimessi appena gli fu messo qualcosa sul collo per "nascondere" e permettere a quel livido di scomparire. 

Presi sottobraccio Elia e Elena prese sotto braccio Giorgio. 
Eravamo tutti cupi, nessuno spiccicava parola. 

Le lezioni erano finite fortunatamente e appena mi assicirai che Elia poteva camminare in autonomia, gli lasciai il braccio. 

«Io non vengo a scuola domani, non riesco neanche a muovere il collo.» Mormorò e io non potei che dargli ragione. 

«Anch'io resto a casa... Domani noi ragazzi facciamo educazione fisica e non riesco neanche a muovermi in modo decente»

Valentino ci aspettò, appoggiato alla sua macchina con i suoi occhiali da sole. Se li tolse subito quando ci vide arrivare e guardò il fratello e Elia. 

«Che diavolo è successo? »Chiese immediatamente Valentino guardando i due ragazzi. 

Si preoccupò soprattutto perché era un infermiere. 

«Ti spieghiamo in macchina...»Disse Giorgio tagliando immediatamente il discorso. 

Entrammo in macchina ai nostri soliti posti di sempre e Valentino li guardò, poi guardò noi ragazze. 

«Hanno fatto rissa a scuola?» Elena gli rispose scuotendo la testa e una volta "rassicurato" da ciò, mise in moto la macchina. 

Giorgio spiegò al fratello maggiore tutto quello che era accaduto la mattina con i controllori e l'espressione di Valentino era preoccupata ma allo stesso tempo piena di rabbia. 

«Quei figli di puttana pensano di fare quello che vogliono e poi invece di soccorrere, scappano come dei conigli.»
Il traffico era diventato ingestibile e scoprimmo poi che era per colpa di alcuni controlli che stavano facendo. 

«Sono impazziti? Non torneremo più a casa di questo passo!» Parlò Elia sull'orlo di una crisi di nervi. 

Valentino, che aveva una sigaretta in bocca, si irritò ancor più di Elia, buttò la sigaretta fuori dalla finestra e fece una veloce inversione di marcia che ci fece sbandare tutti all'interno della macchina, prese una strada secondaria nascosta che ci fece sbucare vicino a casa sua.

«Mi hanno già rotto il cazzo abbastanza oggi» Disse guidando fino a casa di Elia. 

«Saputo qualcosa su quelle vedette?» Domandai a Valentino che mi rispose sospirando. 

«Ieri hanno ucciso uno dei rivoltosi. Sapete che a Roma sono insorsi con delle proteste? Ecco. Il tipo ieri era uno degli ideatori. Ora credono che ci sia ancora qualcuno nei paraggi» Rabbrivii. 

E se dovessero prendere la persona errata? 

Non volevo pensarci. 

«Hanno giustiziato qualcuno oggi?»Chiese Elia e Valentino scosse le spalle. 

«Non lo so, ci passiamo vicino adesso e vediamo.. »

Avremmo dovuto lasciare perdere perché lo spettacolo era raccapricciante. 

Gli impiccati erano diventati 6.

Elia fece un veloce segno della croce e io mi limitai a rimanere in silenzio insieme a tutti gli altri. 

«Possiamo andare? »Chiese Elena in lacrime. 

Valentino acconsentì e accompagnammo Elia a casa. Ci assicurammo che poté raggiungere l'ingresso di casa e solo una volta che fu entrato, ci spostammo per andare ad accompagnare Elena. 

Si asciugò le lacrime e prima di scendere, abbracciò tutti e tre, baciò la guancia di Giorgio pregandolo di fare attenzione e poi fu il turno di quest'ultimo di essere portato a casa. 

«Dii alla mamma che vengo per cena»Disse Valentino e il fratello lo salutò, non prima di aver dato un bacio sulla guancia alla sottoscritta. 

«Ci sentiamo.. »Disse entrando a casa propria. 

Rimasi in silenzio mentre nella testa mi frullavano un sacco di cose. 

Ero felice per il bacio con il professore ma estremamente spaventata per quello che sarebbe potuto succedere alla quiete del nostro quartiere. 

«Tutto okay? »Mi chiese poi Valentino una vita che parcheggiò la macchina nel garage interno al palazzo. 

Presi il mio zaino dal bagagliaio e alzai le spalle. 

«No, in realtà no. Sono preoccupata per Gio e Elia, per tutti noi a dire la verità.»

Lui prese le chiavi del suo appartamento e, una volta al terzo piano raggiunto con le scale a piedi ed aprì la porta del suo appartamento. 

Lasciai giù lo zaino e mi proprosi di cucinare. Gli feci una semplice carbonara dato che tutti gli ingredienti per farla c'erano. 

Era incredibile che mangiasse come un bue anche lui e risi perché pulii il piatto per bene chiedendo ben due piatti. 

«La ragazza incinta... Hai più avuto sue notizie? »Chiese Vale mentre si versava dell'acqua in un bicchiere. 

«No... Ma erano tutti molto irrequieti a scuola a causa di queste vedette»

Lui sospirò pesantemente e rispose ad un messaggio al telefono. 

«I nostri padri sono riusciti a prendere il treno per il ritorno» Emisi un respiro di sollievo.

«Menomale...»Dissi poi alzandomi per pulire i piatti. 

«Ehi lascia, non ti devi preoccupare, faccio io dopo»Disse ridendo cercando di fermarmi. 

«Lasciami, lo faccio volentieri, sono solo due piatti e poi mi ospiti a casa tua finché mamma non torna a casa.. È il minimo che possa fare» Ribattei e lui alzò le mani in segno di resa. 

Passammo il pomeriggio a giocare a UNO e mi aiutò pure a fare i compiti. Mamma arrivò in ritardo a causa del ritardo e Valentino le spiegò la scorciatoia da fare per arrivare a casa prima di cui lei si era dimenticata l'esistenza. 

Alla fine mamma propose a Valentino di passare la notte da noi, non voleva restasse tutto il tempo da solo e poi un uomo in casa mentre mio padre era via faceva comodo. 

Valentino si trovò ad accettare e così passò la notte da noi. 

Dormì nella stanza degli ospiti e, di nascosto da mia madre, nel. Cuore della notte mi intrufolai nella sua stanza. 

Erano le mezzanotte passate e lui non stava dormendo. 

«Cristo, che cazzo ci fai qui?»Mi chiese a bassa voce e io gli feci cenno di stare zitto. 

«Non riesco a dormire.. »Dissi sedendomi sul letto mentre lui aveva un album in mano. 

«Cosa sono? »Chiesi incuriosita. 

«Cartoline...»Sussurrò e io mi avvicinai per guardare meglio. 

«Non c'è scritto niente dietro»Dissi poi e lui scosse la testa. 

«Vengono spedite una volta al mese alla vecchia stazione ferroviaria. Nessuno va lì da anni eppure qualcuno riesce a far recapirare queste cartoline con tanto di francobollo svizzero. Quando mi hai detto quella cosa della ragazza che sarebbe voluta scappare in svizzera, oggi ho chiesto ad un mio amico di mostrarmele e ecco qui»

Tirai fuori una cartolina e la guardai attentamente. 

«Quanti anni sono che le raccoglie? »Chiesi poi. 

«Due, le altre erano ormai deteriorate» Provai a metterle contro luce ma niente. 

«Avete trovato un nesso con le immagini raffigurate? »Valentino scosse la testa. 

«Nessuna. Mi chiedo come facciano ad arrivare fino a lì... Qualcuno le porta lì? Perché? A che scopo? E soprattutto perché senza scritto nulla? »

Mamma ci interruppe venendo a bussare alla porta. 

«Piccioncini, filate a letto immediatamente»

Valentino si mise una mano sul viso e io roteai gli occhi imbarazzata. 


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