AMBER«Sicura che non vuoi un passaggio? Tanto devo prendere la macchina.»
Vero, ma io ed Emma abitavamo in due zone di New York diverse. Lei a Long Island City, io nel cuore di Manhattan. In più, il luogo del suo appuntamento non era neanche dalle mie parti.
«Tranquilla» ribadii per l'ennesima volta, spingendo il portone del palazzo di casa sua. «Prendo un taxi» aggiunsi, infilando la mano nella borsa per recuperare il cellulare. «Anzi, guarda, è già lì» dissi facendo un cenno al tassista accostato con l'auto al marciapiede poco più sotto.
«D'accordo» mi rispose lei, «Ci sentiamo dopo allora.»
Annuii e la salutai augurandole una buona serata, poi salii sul taxi. «432 Park Avenue, grazie.»
In quelle ore, sulla città era calata una leggera nebbia. Solo le cime dei grattacieli più alti superavano quella coltre grigiastra. La foschia aleggiava indisturbata per le strade, regalando alla città un'aria intrisa di mistero.
All'improvviso, la luce dello smartphone che avevo in mano illuminò il retrò buio della vettura.
"Che tempo da schifo!" Mi aveva scritto Emma. "E comunque, se il tipo si rivela noioso, io scappo da te. Tieni il gelato a portata di mano."
Sorrisi scuotendo la testa. "A me sembrava tutto eccetto che noioso" le risposi, poi puntai lo sguardo oltre il finestrino dell'auto.
Quella notte, la strada che collegava Long Island City a Manhattan era più trafficata del solito, e sulle corsie le macchine procedevano con una lentezza estenuante.
All'improvviso, ci fu uno stridio di gomme sull'asfalto, e in una frazione di secondo mi ritrovai schiacciata contro la portiera della macchina. Per poco la mia testa non colpì il finestrino.
Spalancai gli occhi e mi raddrizzai. Con una manovra brusca e inaspettata, il conducente del taxi sul quale mi trovavo era uscito dalla coda di macchine e aveva imboccato una strada secondaria.
Sbattei le palpebre e lo fissai allibita, ma evitai di lamentarmi e rimasi in silenzio, desiderando essere già a casa, a letto e con un libro in mano. Ma visto che addirittura sembrava volerci più del previsto, pensai che perdere tempo tra Instagram e social vari mi avrebbe aiutato a distrarmi.
Tuttavia, quando dopo svariati minuti per caso buttai uno sguardo oltre il vetro, mi accorsi che eravamo da tutt'altra parte. Mi accigliai, e a quel punto la domanda nacque spontanea. «Dove stiamo andando?»
«All'indirizzo che mi ha fornito» rispose brusco l'uomo al volante.
«Sì, ma non è questa la strada» mi affrettai a replicare.
Il tassista sbuffò in maniera sonora. «Senta signorina, c'è stato un tamponamento a catena, per cui se non vuole arrivare domani mattina...»
Lasciò la frase in sospeso, e io avrei tanto voluto dirgli che avrebbe almeno potuto avvisarmi, ma non lo feci, perché ancora una parola con quel fare burbero e avrei finito per rispondergli come meritava. Ma come mi ripeteva sempre mio padre: a volte non ne valeva la pena.
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𝐈𝐍𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐎
Любовные романыAmber Price è la figlia dell'avvocato penalista più potente e ambito di New York. La città che non dorme mai, la città dei sogni; colosso dell'industria e della finanza dietro i quali giganti di vetro, negli ultimi anni, si celano insidie e uno squa...