𝟕. 𝐋'𝐈𝐌𝐏𝐑𝐎𝐍𝐓𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐒𝐓𝐄𝐋𝐋𝐄

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AMBER

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AMBER


Mi sistemai nel sedile, cercando una posizione comoda, anche se non credevo ne esistesse una che potesse essere definita tale in quell'auto, e abbassai lo sguardo sul completo smanicato in tweed che indossavo. Era di un rosso molto scuro, e per questo nascondeva bene il colore del sangue, cosa che non potevo affatto dire del palmo della mia mano.

«Tieni.» Hayden mi porse un fazzoletto senza staccare gli occhi dalla strada.

Aveva la pelle dorata, e le maniche corte della t-shirt nera gli lasciavano scoperti i muscoli delle braccia. «Grazie» mormorai, cercando di non incrociare il suo sguardo mentre lo afferravo. «Allora... chi è questa persona?»

«Fai sempre così tante domande?»

Mi bloccai un secondo, poi ripresi a pulirmi la mano. «Solo quando sono con uno sconosciuto in macchina che si rifiuta di dirmi dove stiamo andando.»

«A casa di Robert.»

La sua risposta, così diretta e inattesa, mi lasciò un attimo interdetta, e non fece altro che far affiorare altre domande nella mia testa, tanto che per un attimo sentii l'impulso di rompere di nuovo il silenzio. Ma visto che avevo capito non fosse il tipo incline a dare troppe spiegazioni, non dissi nulla.

«Come te la sei fatta?» mi domandò all'improvviso, le mani salde sul volante in pelle nero.

Inarcai un sopracciglio. «Sei sempre così curioso?»

Lo vidi accennare un sorriso. «Soltanto quando sono costretto a portare una ragazza ferita a casa perché si rifiuta di andare in ospedale.»

Touché.

«Sono caduta» inventai, «A casa. Avevo un coltello in mano e sono inciampata.» Emma mi diceva sempre che ero una frana nel mentire, che lo si capiva senza neanche il bisogno guardarmi negli occhi. Così cercai di aggiungere qualche dettaglio affinché il tutto risultasse credibile.

«E perché non vuoi che i tuoi lo scoprano?»

«Te l'ho detto» ripetei, «Non voglio che si preoccupino per nulla, tu... tu non li conosci.» Scossi la testa, fissandolo, e per la prima volta da quando eravamo saliti in macchina si girò a guardarmi. Fu solo un istante, in cui il suo sguardo si fermò nel mio come se volesse scavare sotto la superficie delle mie parole. Ma poi, così come si era girato, tornò a concentrarsi sulla strada e non mi rivolse più la parola.

𝐈𝐍𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora