HAYDENSbuffai una specie di risata non appena mi girai a guardarla, e capii il perché di quell'improvviso silenzio.
Si era addormentata.
Incredibile.
Scossi la testa, puntando lo sguardo su Pyro che mi stava venendo in contro con il ramo di un albero stretto tra i denti. Lo lasciai avvicinare, e quando mi fu abbastanza vicino allungai entrambe le mani per accarezzarlo. Lui iniziò a saltellare e a girarmi intorno, emettendo piccoli mugolii. «Shh» soffiai, cercando di calmarlo, e quando finalmente si sdraiò accanto a me tornai con gli occhi su di lei.
Si era addormentata sul fianco, con una mano sotto il viso e i capelli biondi sparsi sull'erba. Le ciglia le sfioravano dolcemente le guance e una ciocca di capelli le ricadeva scomposta sulla fronte, mentre lo scollo del maglioncino che le avevo dato, le era sceso all'altezza dell'avambraccio, scoprendole la spalla e la linea sottile della clavicola.
Amber Price.
Mi ricordavo di lei. O meglio, mi ricordavo di una bambina impertinente con gli occhi vispi, i capelli biondi raccolti in un cerchietto, e i vestiti troppo bianchi e immacolati per la sua voglia di giocare sull'erba umida di quella giornata di fine novembre, avvolta dal tipico grigiore autunnale che appesantiva l'aria, con le foglie secche che si arrendevano a ogni soffio di vento.
Be', da quel che vedevo non era cambiata affatto.
All'improvviso, vidi Pyro avvicinarsi a lei e osservarla con fare curioso. Se si fosse svegliata in quel momento avrebbe dato di matto. Ma non potevo biasimarla. In piedi era alto quanto lei. E poi il suo aspetto poteva intimorire, se non si era abituati.
Il cane le si avvicinò un po' di più, sfiorandole la spalla scoperta con il naso umido, ma prima che potessi richiamarlo, il suo muso guizzò verso l'alto, puntando qualcosa alle mie spalle, e sempre prima che potessi girarmi, lui era già scattato, sfrecciando via come un'ombra verso quella direzione.
Henry.
Pyro l'adorava. Ma non c'era da stupirsi: lui lo viziava terribilmente, dal giorno in cui, tre anni prima, aveva varcato i cancelli di questa casa. Era il tipo di persona che non sapeva resistere a quegli occhi imploranti, e alla fine tirava sempre fuori uno spuntino o una carezza di troppo. Infatti, come sempre Pyro gli si avvicinò con l'entusiasmo di un cucciolo, si mise a camminare al suo fianco con la testa sollevata verso di lui, e lo seguì come un'ombra fedele fino a quando non ci raggiunsero.
Henry si fermò accanto a me, poi chinò il viso verso Pyro che ancora aspettava speranzoso. «Mi dispiace deluderti, ma non ho nulla con me oggi» mormorò, ma in ogni caso, lui sembrava felice anche solo di stargli vicino. «C'è un taxi fermo appena fuori l'ingresso» mi avvisò subito dopo, e io tornai con lo sguardo su di lei. «Vuole che la svegli?»
Scossi la testa senza accorgermene, mentre ancora pensavo a quale fosse la cosa migliore da fare. «No. Lasciala dormire.»
«Come preferisce» ripose lui, e dietro quel velo di compostezza, sapevo perfettamente cosa gli stesse passando per la mente.
Peccato, però, che non era affatto come credeva. Avevo semplicemente altre priorità, altre cose a cui pensare, e in quel modo avrei avuto un problema in meno. Perché conoscevo Henry fin troppo bene da sapere che non l'avrebbe mai lasciata tornare a casa in taxi, non in quelle condizioni.
Percepii il suo sguardo su di me ancora per qualche istante, poi lo sentii girarsi.
«Henry» lo fermai.
Lui si voltò, rimanendo in attesa.
«Avvisa i suoi.»
Il maggiordomo mi fece un piccolo cenno di assenso. «Ci avevo già pensato.»
Accennai un sorriso. «Grazie.»
Quando Henry se ne andò, una leggera brezza fece ondeggiare le fronde dei salici. Allungai la mano e le tirai su il maglioncino, coprendola. Il tessuto si adagiò sulla sua pelle, e per un attimo temetti che si sarebbe svegliata, ma lei neanche si mosse, immersa com'era nel suo sonno profondo.
Rimasi per qualche altro minuto a fissare il vuoto che avevo davanti, mentre il silenzio della notte si allungava intorno a noi, poi, con un sospiro quasi impercettibile, mi alzai e mi chinai su di lei. Le passai una mano dietro le ginocchia, una dietro le spalle, e la sollevai con delicatezza. La sua testa si adagiò contro il mio petto, e per un attimo trattenni il fiato, rimanendo immobile per un istante prima di muovere i primi passi.
Scusate, ma quanto è dolce? Io mi sciolgo, è così diverso da come appare fuori 😭
So che il capitolo è corto, ma mi serviva esattamente così. Prometto che avremmo capitoli più lunghi con il suo POV, ma per ora dovrete farvi bastare questa anteprima.
Vi lascio come sempre un box domande su Instagram, sapete che mi piace parlare, anche perché sono paranoica e penso sempre di scrivere cagate 👀
𝗜𝗻𝘀𝘁𝗮𝗴𝗿𝗮𝗺: 𝖱𝖺𝗏𝖾𝗇𝖢𝗁𝖾𝗋𝗂𝗌𝗁_
𝗧𝗶𝗸𝗧𝗼𝗸: 𝖱𝖺𝗏𝖾𝗇_𝖢𝗁𝖾𝗋𝗂𝗌𝗁
STAI LEGGENDO
𝐈𝐍𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐎
RomanceAmber Price è la figlia dell'avvocato penalista più potente e ambito di New York. La città che non dorme mai, la città dei sogni; colosso dell'industria e della finanza dietro i quali giganti di vetro, negli ultimi anni, si celano insidie e uno squa...