AMBERAvevo passato la notte a rigirarmi tra le coperte, senza mai riuscire a chiudere gli occhi, e non soltanto per il fastidio della ferita che continuava a pulsarmi sotto le costole. C'era qualcosa di più profondo che mi tormentava, un'inquietudine che non riuscivo a definire. E quando avevo capito che non avrei trovato pace, mi ero semplicemente arresa e avevo iniziato a fissare il soffitto con la speranza che passasse il prima possibile.
Ma così non era stato.
Le lancette dell'orologio sembravano bloccate, come se qualcuno le stesse trattenendo, impedendo al tempo di scorrere, e ogni ticchettio sembrava sospeso in un'eternità senza fine.
Mi alzai alle prime luci dell'alba, in punta di piedi, e l'ammirai tingere il cielo di rosa, rischiarare l'aria e irradiarsi tra le facciate di vetro dei palazzi. Poi coprii le occhiaie, scelsi l'outfit per la giornata che sistemai con cura sul letto ancora disfatto e alla solita ora scesi di sotto.
Mio padre era seduto all'isola della cucina, rivolto verso il salone con gli occhi fissi sulle immense vetrate che, dal pavimento al soffitto, offrivano una vista impareggiabile su New York. Aveva in mano la sua solita tazza di caffè, mentre mia madre, dietro di lui, stava tagliando un avocado e buttando i pezzi nel frullatore, insieme a quelli che intuii essere spinaci.
Li salutai con un bacio, poi aprii la credenza anche se avevo lo stomaco chiuso, ma non appena alzai il braccio per prendere i fiocchi d'avena la ferita mi tirò. Subito cambiai mano. Presi il pacco, ne versai una manciata in una piccola pentola, aggiunsi il latte e cominciai a mescolare. Il profumo dolce dell'avena che si ammorbidiva iniziò lentamente a diffondersi nell'ambiente, e quando cominciò a prendere consistenza aggiunsi un pizzico di cannella, qualche fetta di banana, qualche mirtillo e un po' di miele. E con la ciotola tra le mani mi sedetti accanto a papà.
La luce del mattino accarezzava il parquet, e scivolava sui mobili e sui ripiani della cucina facendone brillare il marmo bianco. Mentre le pareti dai toni neutri e caldi, decorate con boiserie che racchiudevano quadri e applique dalle linee moderne, assorbivano quella luminosità in modo delicato, restituendo una sensazione di calore e tranquillità.
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𝐈𝐍𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐎
Storie d'amoreAmber Price è la figlia dell'avvocato penalista più potente e ambito di New York. La città che non dorme mai, la città dei sogni; colosso dell'industria e della finanza dietro i quali giganti di vetro, negli ultimi anni, si celano insidie e uno squa...