AMBERQual è l'attimo che precede un disastro?
Forse, è quella frazione di tempo intrisa di silenzio, dove tutto sembra fermarsi, come se la realtà esitasse sul bordo di un abisso, sapendo che non c'è più via di ritorno. Dove l'inevitabile è già scritto, e l'unico testimone è l'attesa di un destino ormai sigillato.
È dove ogni rumore si dissolve, e ogni senso è acuito, conscio del fatto che il prossimo battito, il prossimo respiro, porterà con sé il caos.
È quell'attimo di inquietante quiete, dove l'ombra della consapevolezza aleggia nell'aria come il preludio di un temporale.
Il momento fatale dove la calma apparente non è altro che la maschera fragile di un ordine destinato a frantumarsi, a cedere sotto il peso di qualcosa che non puoi evitare.
Un equilibrio instabile, in cui ordine e caos si fronteggiano, separati solo da una fragile barriera pronta a cedere.
Un sottile filo teso tra l'armonia e l'inferno imminente.È solo un istante, dove nulla è ancora accaduto e tu ancora non lo sai, ma tutto è già cambiato.
Fu esattamente così.
Per un secondo ci fu silenzio, e l'aria sembrò trattenere il respiro quasi il tempo si fosse fermato. Ma poi i passi che avevo sentito ripresero a battere sull'asfalto, sempre più vicini, fin quando quattro volti non emersero dall'ombra sotto un tenue bagliore che a tratti rischiarava l'ambiente.
«Ehi-ehi» esordì uno di loro, strascicando le parole con voce alticcia e lanciando alle proprie spalle una bottiglia di vetro che andò in frantumi con un fragore che mi fece trasalire.
«Ma guarda un po' che sorpresa!»
Deglutii e mi staccai dal muro facendo un passo indietro.
«Ciao dolcezza, non sembri di queste parti» parlò quello al centro, e nonostante il buio sentii i suoi occhi percorrere la mia figura, facendomi correre un brivido lungo la schiena. «Ti sei persa per caso?» mi domandò retorico.
L'appellativo con il quale mi aveva chiamata e il suo apparente equilibrio in netto contrasto con il tanfo nauseabondo dell'alcol, mi fece intirizzire la pelle più dell'atteggiamento dei suoi compagni.
Scossi la testa prima ancora che finisse di parlare, paralizzata dalla fatale consapevolezza di essere in balia di quattro sconosciuti, le quali intenzioni non prevedevano nulla di buono.
«No?» diede voce al mio gesto, con le labbra tese in un sorriso sbilenco. «A me sembri al quanto... come dire... fuori posto.»
Continuavano ad avanzare e io ad arretrare.
«No, sono...» deglutii. Non riuscivo a parlare. Avevo la gola riarsa e i pensieri che mi si accavallavano nella testa a una velocità vertiginosa. «Sono con qualcuno» riuscii a dire infine, ma le parole mi uscirono tremanti, e con meno convinzione di quanto non avrei voluto far notare.
STAI LEGGENDO
𝐈𝐍𝐕𝐎𝐋𝐎𝐍𝐓𝐀𝐑𝐈𝐎
RomanceAmber Price è la figlia dell'avvocato penalista più potente e ambito di New York. La città che non dorme mai, la città dei sogni; colosso dell'industria e della finanza dietro i quali giganti di vetro, negli ultimi anni, si celano insidie e uno squa...