Capitolo 2

765 42 24
                                    

L'idea che forse non saremmo mai riusciti a recuperare Jack dallo scrigno diventava sempre più reale.

 Non passava minuto senza che io mi chiedessi come fossi arrivata lì, a tutto questo.

Forse dovevo dare ascolto al duca Acton quando mi diceva che la curiosità mi avrebbe portato ad una rotta sbagliata, che solo i pazzi possono permettersi di sognare e che il mio unico pensiero doveva essere trovare un marito londinese rispettabile.

Invece eccomi qui, per i sette mari, dopo aver scoperto di essere qualcosa come una semidea e che il mio vero padre era più polipo che uomo, per non far conto della chela di granchio. 

Il freddo mi aveva fatto perdere la sensibilità di diverse parti del corpo. In quale zona esatta del mare ci trovavamo, questo non potevo saperlo, ma era nettamente più gelida di qualsiasi inverno io avessi mai affrontato. 

Mentre combattevo contro l'ipotermia, non potevo far altro che domandarmi le mie priorità e il mio scopo(se così si può definire). 

Eravamo diretti ai confini del mondo per salvare Jack Sparrow dallo scrigno di Davy Jones. Intrapresi questo quasi-suicidio per amore, su questo non si avevano dubbi, ma gli altri non parevano essere lì per mancanza del loro capitano.

Per quanto io voglia bene a Hector Barbossa, lui era lì perché Jack teneva con sé uno dei famosi nove pezzi da otto e di cui, sinceramente, non comprendo l'utilità e il significato; dopotutto l'ultima volta che si sono incontrati Barbossa è morto, non vedo per quale altro motivo dovrebbe volere il ritorno di Jack. 

Will mi sembra strano negli ultimi tempi. Capitemi, non quel genere di stranezze, perché dovreste sapere meglio di me che in questa storia sono le ultime a mancare, ma quel genere di stranezze che ti fanno venire dubbi sull'onestà dell'individuo. Fino a qualche tempo fa avrei definito Will Turner come un fratello, mentre ora non sono nemmeno sicura che mi desideri in vita. A buon ragione, del resto mio padre ha costretto il suo a cento anni di schiavitù sull'Olandese Volante.

Il rapporto con mio padre è complicato. Sento un bisogno innaturale di doverlo proteggere; una protezione amorevole. Non il genere di amore che riserbo per Jack, ma più un amore primordiale, come un bisogno primario. Mi sono fatta raccontare da mia madre quanto più possibile, e credo questo istinto sia dovuto all'amore che la dea Calypso provava per lui. Forse, parte di quell'amore è dentro di me. Questo spiegherebbe molte delle mie azioni.

Infine pensai ad Elizabeth, con cui iniziai a stringere un rapporto molto simile a quello che avevo con Will. Ci sostenevamo a vicenda in quasi tutte le situazioni e sembravamo aver instaurato una specie di telepatia, come se bastasse uno sguardo per esprimere discorsi interi senza il bisogno di alcuna parola.

Le mie nozze con Cutler Beckett erano messe in secondo piano, ormai. Credo di provare una forma lieve di paura per quell'uomo, e di quello che riuscirebbe a fare con il potere. 

Quindi? Come sarebbe andata a finire? 

________________________________

Su una delle navi della flotta britannica, Lord Beckett è seduto a una scrivania, sulla quale risalta immediatamente lo scrigno contenente il cuore di Davy Jones.

<<Un pezzo da otto>> disse, pensando a qualcosa che sembra tormentarlo, con lo sguardo fisso su una moneta d'argento che teneva in mano, <<e ce ne sono nove>>.

<<Il nostro nuovo amico a Singapore è stato molto preciso>> parlò Mercer, avvicinandosi alla scrivania, <<nove pezzi da otto>>.

<<E quale significato ha, mi domando>> rispose velocemente il lord, senza distogliere lo sguardo dalla moneta.

<<Ha importanza? Nulla può opporsi alla nostra flotta, con l'Olandese Volante alla guida>>

Cuore da pirata 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora