16. Our little secret

3.8K 149 24
                                    










·≈· DAPHNE'S POV ·≈·









Percorrevo i corridoi a passo di marcia, ignorando gli sguardi che mi osservavano curiosi e la stanchezza che annebbiava la mia mente.

Avevo un obiettivo ben preciso in testa e non avevo tempo di preoccuparmi di cose banali come il mio tipico portamento aristocratico o il mio viso che solitamente mostrava indifferenza o malcelato disgusto.

Sapevo come dovevo apparire agli sguardi dei pochi studenti che avevo incrociato per le scale: una Serpeverde scarmigliata con la cravatta della divisa allentata e il mascara leggermente sbavato dopo le interminabili ore di lezione.

Non avevo mai permesso a nessuno, oltre a Pansy e Millicent, di vedermi in uno stato simile, ma in quel momento il mio aspetto fisico non importava; contava soltanto la rabbia e l'umiliazione che mi bruciavano la gola.

Entrai in biblioteca senza rallentare o modificare in alcun modo il mio incedere rumoroso e nervoso.

Ero talmente agitata che ci misi qualche secondo di troppo a individuare la figura che stavo cercando.

Padma Patil era seduta vicino alla scrivania di Madama Pince, aveva il capo piegato su un libro e i capelli lisci color ebano legati in una semplice treccia.

Ignorai la sensazione di malessere che trovarmi in biblioteca e quindi circondata da strati e strati di polvere mi causava e sbattei entrambe le mani sul banco occupato da Padma.

La Corvonero sussultò per lo spavento, alzando i suoi occhi scuri su di me.

Per un istante percepii del timore nel modo in cui sbarrò leggermente gli occhi e socchiuse le labbra; poi Padma abbassò nuovamente lo sguardo sul libro dalle pagine giallognole che aveva di fronte, tornando a ignorarmi.

Non riuscii a trattenermi e starnutii, coprendomi la bocca e il naso con la mano destra.

«Salute», disse la Corvonero in un sussurro.

Mi sporsi sul banco e chiusi di malo modo il libro che Padma stava leggendo, attirando nuovamente su di me i suoi occhi scuri.

«Perché non sei venuta ieri sera?», le chiesi, senza preoccuparmi degli altri studenti, che ci osservavano con vivo interesse, o di Madama Pince che sembrava sul punto di lanciarci contro uno sciame di matite incantate.

Padma sussultò alle mie parole, osservandomi con occhi allucinati.

Sembrava sul punto di rispondermi, quando la figura di Madama Pince si palesò alla nostra destra e con un tono di voce basso e autoritario ci intimò di abbandonare la biblioteca, se il nostro unico scopo era quello di disturbare gli altri studenti.

La Corvonero non sembrò felice di esser stata scacciata, mentre io ero soddisfatta di aver ottenuto in così breve tempo proprio quello che volevo: parlare con Padma Patil, da sole.

Una volta in corridoi, presi un profondo respiro (per quanto il naso chiuso e arrossato per l'allergia mi permetteva) e puntai i miei occhi chiari in quelli scuri di Padma.

«Avevi detto che avremmo parlato, perché non sei venuta?»

In un primo momento la Corvonero sembrò voler evitare il confronto e si allontanò lungo il corridoio con passo di marcia, poi si fermò di fronte alla prima aula vuota e, voltandosi verso di me mi disse: «Hai intenzione di rimanere lì impalata per sempre, Greengrass? O ti decidi a venire?»

Mai innamorarsi del nemico #3 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora