18. Wedding (Part Two)

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·≈· HERMIONE'S POV ·≈·









La cena iniziò in modo piuttosto tranquillo.

La sala in cui ci trovavamo sembrava uscita dal XVI secolo, con il mobilio in stile barocco, il pavimento a scacchi neri e bianchi e i soffitti affrescati che ritraevano cherubini tra le nuvole e statue che raffiguravano giovani donne coperte da veli impalpabili, ad occupare gli angoli della stanza.

Era stata Annette ad accompagnarci in quella stanza, poco prima dell'orario stabilito per la cena.

Kimberly e zia Nicole occupavano i posti a capo tavola, io mi trovavo accanto a quest'ultima e alla mia sinistra c'era Draco, di fronte a noi sedevano mamma, papà e Gustave.

Alla sinistra di Draco c'era un posto apparecchiato che scoprii essere riservato alla sorella di Gustave, Elise, che sarebbe dovuta arrivare da un momento all'altro.

Mentre aspettavamo la ritardataria brindammo al matrimonio dell'indomani e zia Nicole ne approfittò per tartassare il mio ragazzo di domande.

«Hai un nome molto singolare, caro, come mai i tuoi genitori hanno scelto di chiamarti Draco?»

«È una tradizione della famiglia di mia madre da qualche generazione, di scegliere nomi di costellazioni o stelle per i propri figli», spiegò il ragazzo, lanciandomi un'occhiata titubante.

Intrecciai le nostre dita sulla sua coscia, sorridendogli.

Potevo capire il suo nervosismo, ma non doveva preoccuparsi; c'ero io con lui e non gli avrei permesso di dire nulla di stupido. Inoltre anche i miei genitori erano diventati fin troppo bravi a cambiare argomento o a evitare le domande scomode, da quando avevano scoperto di avere come figlia una strega e di dover mantenere il segreto.

«Affascinante! Quindi tua madre come si chiama?», chiese zia Nicole, bevendo un sorso d'acqua.

«Narcissa».

«Un nome stupendo! Kimberly, se dovessi avere una figlia in futuro potresti chiamarla così!», propose zia Nicole, facendo arrossire la ragazza: «Quindi se tu ed Hermione doveste avere dei figli continuereste questa tradizione?»

Mio padre rise, palesemente innervosito da quella domanda: «Sono degli adolescenti, mi sembra un po' presto per porre domande simili».

«Oh, ma certo! La mia era una domanda ipotetica infatti», specificò zia Nicole, prima di puntare nuovamente gli occhi su me e Draco: «Quindi?»

«Forse», disse il mio ragazzo, stringendomi forte la mano sotto al tavolo.

«Mi hanno sempre affascinato le tradizioni di famiglia», dissi, cercando di spostare i riflettori da Draco, che in mezzo a dei babbani si sentiva giustamente come un pesce fuor d'acqua: «Non vedo perché non dovremmo mantenerla viva, se mai dovessimo avere un figlio, in futuro».

«In un futuro molto lontano», specificò mio padre, lanciandomi un'occhiata molto seria.

«Certamente», disse Draco, più pallido del solito per il disagio che molto probabilmente provava.

«Sono d'accordo, Hermione, le tradizioni di famiglia sono molto affascinanti!», disse Kimberly, prima di lanciare un'occhiata a Gustave: «Elise?»

L'uomo scollò le spalle, lasciando intendere che non avesse idea di dove potesse essersi cacciata sua sorella.

In quel momento si sentì il ticchettio di tacchi in avvicinamento e zia Nicole sorrise: «Penso che sia arrivata, finalmente».

L'istante dopo le porte a doppio battente che conducevano alla sala da pranzo si aprirono ed entrò una giovane donna, che mi ricordò in modo incredibile le ragazze di Beauxbatons, che avevano invaso Hogwarts il quarto anno per il Torneo Tremaghi.

Mai innamorarsi del nemico #3 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora