I preparativi

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L'indomani mattina tutta Eterland era in fermento, erano ufficialmente iniziati i preparativi che avrebbero portato nel giro di due mesi all'attacco contro Mynargul. I capi delle guardie vennero incaricati di addestrare militarmente tutti i maschi dai 16 anni in su per insegnare loro l'uso delle armi e disciplinarli, in modo da ottenere un'armata potente ed efficiente. Le donne potevano invece arruolarsi volontariamente, e molte infatti decisero di partecipare.
Durante la colazione i genitori di Jace lo sgridarono per l'incosciente comportamento del giorno prima, dicendogli che solo grazie a tutti questi preparativi Rendbach si era scordato di punire lui e i suoi amici.
"Come ti è saltato in mente di intrufolarti nel Municipio? Avrebbero potuto catturarti e incarcerarti, ormai hai 16 anni e devi essere consapevole che le tue azioni possono avere delle conseguenze pericolose Jace! E soprattutto quante volte ti abbiamo detto di non allontanarti dai confini di Eterland? Sai benissimo che la foresta è pericolosa e che si aggirano animali feroci. Ci hai delusi ragazzo" esordì la madre.
"Lo so, ti chiedo perdono madre, sono stato un incosciente per la storia del Municipio, ma ero troppo curioso e non mi sarei mai immaginato che Rendbach potesse scoprirci. Mentre nella foresta non ci siamo allontanati apposta dal confine, stavamo inseguendo quello stupido cervo, non ci siamo accorti di quanto ci fossimo spinti in fondo alla selva" si giustificò il ragazzo.
Il padre di fronte alle giustificazioni del figlio trasse un respiro di sconforto e di rassegnazione.
"Ci deve essere una soluzione a questo massacro, non è possibile che per poter vivere dobbiamo uccidere altre persone, è una cosa crudelissima, dovremmo fare qualcosa per fermare questa idiozia" disse a voce bassa la madre di Jace.
"Si, sono d'accordo con te, ma che possiamo fare? Hai visto anche tu ieri sera la reazione degli altri, sono tutti dalla parte di Rendbach, per il momento dovremmo restare al coperto e comportarci esattamente come tutti gli altri, dobbiamo seguire l'addestramento. Chi lo sa, magari ci potrebbe servire." rispose il padre che, dopo un sorso di caffè, aggiunse "Soprattutto tu e i tuoi amici Jace, state alla larga dai guai e comportatevi senza dare nell'occhio, come avete visto ieri sera voi siete già tenuti sotto controllo!" .
"Si hai ragione padre, non so come sia successo. Cercherò di stare più attento. Avete visto se qualcun altro ieri fosse contro la proposta del massacro?".
"Io ho visto parecchio contrariati solo i genitori di Evelin e poche altre famiglie" disse la madre.
"Si purtroppo sono veramente pochi. Coraggio Jace andiamo. Dobbiamo iniziare l'addestramento stamattina" concluse il padre.

Fu così che un'ora dopo Jace, Tristan e Evelin (si era arruolata di sua spontanea volontà per stare con gli amici e per la felicità di Tristan) arrancavano nel fango di una marcia mattutina, bardati dalla testa ai piedi dalla corazza, per simulare al meglio il peso dell'armatura in guerra, solo l'elmo gli era stato risparmiato. Come se non bastasse erano stati tutti dotati anche di uno zaino pesante, al fine di zavorrarli al meglio. Tutti questi elementi, uniti al caldo soffocante creato dall'armatura, rendevano la marcia una terribile esperienza di tortura, e Evelin era particolarmente affaticata.
"Ehi Evelin, dammi qua il tuo zaino, ci penso io" disse Tristan notando quanto fosse in difficoltà la sua amica.
"Tranquillo Tris, ce la posso fare".
All'improvviso una voce suonò imperiosa alle loro spalle: "Cadetto, smettila di parlare, se la tua amica si trova già in difficoltà forse sarebbe meglio per lei ritirarsi e tornare a casa"
I tre si girarono e dietro di loro vi era una guardia a cavallo. O per meglio dire, La guardia. Egli era infatti il fratello di Tristan, che si stava facendo strada tra i ranghi del corpo delle guardie.
"Smettila di infastidirmi Willaf, non vedi che Evelin è in difficoltà? E' solo un addestramento, lascia che la aiuti!" disse Tristan, scaldandosi.
Il fratello, furioso per la risposta a tono di Tristan, scese da cavallo e lo colpì in pieno volto, facendolo cadere fragorosamente a terra, suscitando scherno e ilarità tra gli altri presenti.
"Bada bene a come ti rivolgi a me, pivello, sono uno dei Capi di questa armata, mostrami il dovuto rispetto" disse.
Tristan rialzandosi, guardò negli occhi il fratello e gli sputò dritto in faccia: " Ecco il rispetto che ti meriti, non prov" e non fece in tempo a finire la frase che un altro potentissimo colpo lo mandò nuovamente al tappeto; il sangue iniziò a sgorgargli dal naso, sporcandogli tutta la faccia.
Lentamente Willaf si avvicinò al corpo inerte di Tristan, Jace provò a frapporsi tra i due, ma la guardia, più alta e forte, lo spostò senza problemi e, accucciandosi, disse sottovoce al fratello:" Stai attento fratellino, scegli bene da che parte schierarti, io non sono come nostra madre che ti protegge , nonostante le tue amicizie sbagliate. Stai con me e con nostro padre e il tuo addestramento filerà liscio, stai con i tuoi stupidi e poveri amici e ti renderò la vita un inferno" e, detto ciò, rimontò a cavallo e proseguì.
Jace e Evelin corsero ad alzare da terra l'amico.
"Hey Tris come stai? Perchè Willaf si comporta così con te? E che cosa ti ha detto nell'orecchio?" esclamò Jace.
Evelin in un addolorato silenzio si limitò a pulire con un fazzoletto la faccia di Tristan dal sangue.
"Ehi ragazzi tranquilli sto bene, è solo una botta. Non so perchè mio fratello si comporti così, credo voglia farsi rispettare e non voglia sfigurare, tutto qua." li rasserenò Tristan ma, guardando in faccia i propri amici notò che non avevano abboccato alla sua risposta evasiva.
"Tranquilli davvero, sto bene, non è successo niente. Su coraggio continuiamo la marcia che è quasi ora di pranzo e ho fame!".


Fu così che le giornate passavano e,  tra una prova e l'altra, l'addestramento proseguiva; alla fine del primo mese l'armata di Eterland poteva contare su quasi mille soldati ben addestrati ed equipaggiati. Ormai rimaneva da completare gli ultimi preparativi e ideare una strategia efficace.
Nel frattempo le morti aumentarono e diventarono circa una decina, allarmando così i cittadini e velocizzando il processo di arruolamento.
Ogni sera a casa Jace e la sua famiglia erano sempre più preoccupati sia per le continue morti, sia per la dedizione con cui moltissimi cittadini si addestravano, quasi smaniosi di uccidere un altro essere umano.
Una sera i genitori di Jace decisero di dire al figlio che stava nascendo un'associazione segreta che aveva il compito di sabotare i preparativi dell'addestramento.
"Figliolo, ascolta" iniziò quasi titubante il padre di Jace "come sai io e tua madre siamo contrari a questo eccidio degli abitanti di Mynargul e, insieme a qualche altro nostro amico e altre famiglie, abbiamo deciso di fondare un gruppo di opposizione con il compito di sabotare e boicottare i preparativi, al fine di guadagnare tempo e cercare di escogitare una soluzione alternativa a questo massacro. Come credo avrai sentito dire in giro, Rendbach sta cercando di mettere in piedi una squadra di ragazzi giovani, da mandare a Mynargul per spiare i loro modi di vivere e soprattutto le loro difese, per poter portare a termine l'attacco nella maniera più semplice possibile. Ecco, tua madre ed io, ci chiedevamo se ti andasse di candidarti".
"Accetto" disse senza esitazioni Jace "Mi piace la vostra idea dell'associazione segreta, e siccome anche io sono contrario a questo piano omicida sono contento di poter dare una mano"
"Figlio mio, non avevamo dubbi, sapevamo che avresti accettato; sei un ragazzo in gamba, ti prego, stai attento però, non fidarti di nessuno, nemmeno delle spie che verranno mandate insieme a te. Rendbach tiene gli occhi su di noi." disse commossa, ma orgogliosa, la madre.

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