Appena la bestia finì con la gamba si diresse nuovamente verso Morzug che riprese ad urlare disperatamente: "Noo ti prego! Basta ti prego, liberami, liberami, aiutoo!".
Ma era tutto inutile, l'animale era ormai giunto ai piedi di Morzug, e, con un colpo secco, affondò i denti nella gamba rimanente. Il sangue cominciò a fluire fuori dall'arto del ragazzo che intanto gridava con tutto il fiato che aveva in corpo.
Tutto accadde in un attimo. Dal folto dei rami, dai quali era uscito in precedenza il Monchies, saettò una freccia che andò a conficcarsi dritta sulla nuca dell'animale intento a mangiare.
Questi, grugnendo appena per il fastidio subito, alzò il muso in direzione dei rami, sui quali si era rifugiato Bastien.
L'animale estrasse i denti dalla gamba di Morzug che ormai stava singhiozzando pallido in volto e, battendosi i pugni sul petto, si scagliò in direzione dei rami, pronto ad affrontare la nuova minaccia.
Dal folto dell'albero piovvero una, due, tre frecce che andarono tutte a segno nel petto della bestia, ma la pelle dura come l'acciaio la proteggeva e impediva alle frecce di penetrare in profondità.
Bastien era in pericolo, non aveva immaginato che la pelle del Monchies potesse essere così coriacea, e ora questi stava cercando di scalare l'albero.
Da dietro gli alberi dove si era nascosto Jace osservava impietrito la scena. A Bastien non rimaneva molto tempo.
Jace, forse per la prima volta in vita sua, agì d'impulso, senza un piano ben delineato, e partì in scatto verso l'albero al centro della radura.
Giunto alle spalle della bestia, troppo intenta a scalare l'albero per accorgersi di lui, Jace con un balzo piantò con forza entrambi i coltelli nella schiena del Monchies.
Evidentemente i coltelli fecero più effetto delle frecce, perché l'animale emise un potente urlo di dolore e, girandosi, si trovò di fronte Jace disarmato.
Il Monchies alzò una delle due zampe pronto a colpire Jace ma di colpo Bastien scagliò la lancia con forza e penetrò ancora nella schiena dell'animale, che ormai, colpito da ogni lato, iniziò a percepire il pericolo.
Ma si sa, è proprio quando un animale è alle strette che diventa pericoloso.
Il Monchies spiccò di colpo un balzo fulmineo e si mise alle spalle di Jace e con un poderoso colpo fece volare il ragazzo a due metri di distanza.
"Brutto stronzo, lascia stare Jace, prenditela con me!" esclamò Bastien mentre scagliava un'altra freccia dritta nel petto del mostro, senza però sortire grande effetto, se non quello di infastidire ulteriormente l'animale.
Bastien mise ancora mano alla faretra, ma si accorse di aver esaurito le munizioni: "Dannazione! Ho finito le frecce e la lancia è conficcata nella sua schiena. Come facciamo ora?" esclamò in preda all'agitazione.
La situazione era disperata: Jace era a terra, forse svenuto, Bastien era in trappola su un albero, senza frecce e il Monchies ormai aveva fiutato la paura della preda ed era pronto infierire il colpo finale.
D'improvviso, dal folto della foresta, si sentì un rumore che, progressivamente, si faceva sempre più intenso, fino a quando Bastien poté chiaramente distinguere lo scalpitio di un cavallo.
Da dietro i cespugli un cavallo saltò direttamente nella radura. A cavalcioni vi era un ragazzo alto, muscoloso, i capelli mori erano lunghi e gli lambivano le spalle. La faccia, spigolosa e sporca di sangue, era caratterizzata dai due occhi neri come la pece che conferivano al ragazzo un aspetto autoritario e molto affascinante.
Mentre il cavallo avanzava, il suo padrone scagliò un potente urlo e fece roteare una spada che aveva in mano, pronto a dare battaglia all'animale.
Il Monchies si girò, pronto ad affrontare il nuovo pericolo, ma il ragazzo, grazie alla velocità del cavallo, in un men che non si dica, era già piombato addosso alla bestia e con un poderoso colpo di spada fece saltare la testa del mostro, ponendo fine allo scontro con una rapidità disarmante.
Il cavaliere rinfoderò la spada e poi a passo lento si diresse sotto l'albero sul quale si era nascosto Bastien ed esordì: "Amico mio! Che ne dici da scendere da lassù?".
"Minor! Appena in tempo per salvarci! Stavamo giusto venendo a cercarti ed eccoti qua!" rispose Bastien mentre con un balzo tornò a terra. Dopodichè continuò preoccupato: "Che hai fatto alla faccia?".
"Nulla di che, dei ragazzi hanno tentato di uccidermi, ma non gli è andata molto bene" disse ghignando Minor, "Anche se non mi hanno spiegato bene il perchè volessero farlo, non che gli abbia dato il tempo di farlo".
"Minor, la situazione è più complessa del previsto, andiamo a prendere Jace e poi raggiungiamo Maya, è qui vicino, è stata colpita da una freccia ma credo che Jace l'abbia curata. Dopodichè ti spiegheremo tutto" gli rispose Bastien.
I due sollevarono così il corpo di Jace e lo deposero sul cavallo e poi, a passo svelto, si diressero verso la foresta.
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Eterland
FantasyEterland è un felice villaggio sperduto situato ai margini di un'enorme foresta. Un giorno una misteriosa morte turba la quiete quotidiana all'interno della società, scatenando il panico. Renbdach, il Re, è pronto a svelare la causa della morte e i...