Chi non muore si rivede

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Non appena Jace, con Maya in braccio, si mosse in direzione della foresta, Morzug tese l'arco pronto a scoccare una nuova freccia ma Bastien, prontamente, si frappose mettendosi davanti agli amici: "Non li colpirai più, lurido verme" urlò, prima di partire alla carica a mani nude verso il nemico.
Morzug, preso alla sprovvista dal comportamento suicida di Bastien, esitò un secondo di troppo e perse l'occasione per scoccare la freccia. Cercò di arretrare per avere una visuale migliore ma perse per un attimo l'equilibrio.
Una volta rimessosi in piedi tentò di ricaricare l'arco ma ormai Bastien era vicino, troppo vicino per reagire.
Il gigante afferrò la testa di Morzug, pronto a rompergli il collo, ma questi riuscì, rifilando un colpo di arco sotto il mento di Bastien, a liberarsi ed, estraendo un pugnale dalla cintola, cercò di colpirlo al ventre.
Bastien, che aveva capito le intenzioni del nemico, riuscì a bloccargli il polso e con una potente ginocchiata all'altezza del gomito ruppe l'avambraccio di Morzug e lo disarmò.
Morzug era a terra, piegato in due dal dolore, la faccia piena di lividi causati dal precedente scontro e il gomito destro completamente frantumato.
Bastien con un calcio lo girò e sogghignando disse: "Bene bene, mi è venuta una fantastica idea!" e, sferrando un potente pugno in pieno volto al ragazzo, lo fece svenire.

Nel frattempo Jace giunse nei pressi di un piccolo fiume dove depose il corpo di Maya, che ormai era svenuta a causa del troppo sangue perso. La testa le scottava, la febbre stava già salendo.
Jace già sapeva cosa fare, all'addestramento militare aveva imparato, oltre che a combattere, anche le basi per un intervento medico sul campo di battaglia.
Accese velocemente un fuoco utilizzando due sassi appuntiti e dei rametti secchi e iniziò a disinfettare uno dei due coltelli.
Dopodichè girò il corpo di Maya su un fianco, in modo da poter scorgere meglio la ferita.
Il danno era più serio del previsto, la freccia era penetrata parecchio in profondità, sfiorando di poco un polmone e, cercando di tirarla fuori, Jace avrebbe rischiato di peggiorare la cosa.
Se solo ci fosse stata Evelin, lei avrebbe sicuramente saputo che fare, pensò il ragazzo.
Jace stava indugiando, aveva paura di poter peggiorare la situazione e porre fine alla vita di Maya.
Ormai, visto che la Pietra stava esaurendosi, anche una ferita del genere sarebbe stata mortale.
"Fai quello che devi Jace" sussurrò flebilmente Maya, in un secondo di lucidità.
"Ho paura Maya, non voglio che tu muoia" rispose Jace.
Maya tossì sangue, non c'era più molto tempo.
"Jace, se non farai nulla morirò ugualmente, non ci sono vie di uscita" disse ancora Maya.
Il ragazzo si decise, le parole dell'amica lo avevano convinto.
Inspirò profondamente e poi, con un gesto secco, spinse in profondità la freccia, facendo fuoriuscire la punta dalla spalla, in questo modo poteva spezzarla ed estrarre il bastone, senza effettuare ulteriori danni.
Maya urlò, ma ormai erano in un punto di non ritorno, c'era poco da fare.
Jace si strappò un pezzo di maglietta e lo arrotolò intorno ad un pezzo di legno, dopodichè lo infilò orizzontalmente nella bocca di Maya: "Mordilo forte Maya, ora farà male" disse alla ragazza.
Fatto ciò, dopo aver strappato la punta della freccia ed aver estratto anche il bastone rimasto nella spalla, Jace scoprì la ferita e appoggiò il coltello cocente su di essa, prima da un lato della spalla e poi dall'altro.
Maya urlò e morse con tutte le sue forze il bastone ma il dolore era eccessivo e di colpo svenne.
La puzza di carne bruciata pervase l'aria ma Jace non poteva ancora fermarsi, depose il coltello e prese le ultime scorte di foglie particolarmente elastiche che aveva usato in precedenza per costruire la lancia rudimentale e le utilizzò per creare una sorta di benda per la ferita di Maya.
Infine si strappò un ulteriore pezzo di maglietta, la intinse nell'acqua del fiumiciattolo e lo appoggiò, come se fosse un impacco, sulla fronte di Maya, sperando che potesse contribuire a far scendere la febbre.
Finito ciò si sollevò e soddisfatto del proprio lavoro osservò Maya mentre dormiva, era veramente bella.
Un forte urlo lo riportò alla dura realtà, non c'era tempo da perdere, Bastien aveva bisogno di aiuto.
Jace riprese allora i propri coltelli e partì di corsa in direzione della radura dove aveva lasciato l'amico.

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