capitolo quattro

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Levi's pov
Esco dal camerino di Jaeger sbattendo la porta.

Non abbiamo nemmeno iniziato le riprese e già non riesco a sopportare che quel moccioso mi stia tra i piedi.
Mi chiedo come sia possibile che quel ragazzo abbia la mia stessa fama.

Cammino velocemente per il corridoio, cercando di trattenermi dal prendere a pugni qualcosa.

Quella risata, so bene a cos'era dovuta.

In quel momento sono riaffiorati tutti i ricordi e tutti i problemi che ho dovuto sopportare a scuola per colpa della mia altezza.
Pensavo di aver superato la cosa dopo il diploma, ma sembra che nemmeno gli adulti siano poi così intelligenti come si dice.

La testa inizia a farmi male, causando nuovamente quell'assordante picchiettio.

Giro l'angolo del corridoio e mi appoggio con la schiena sul muro, massaggiando le tempie e cercando di riprendermi il prima possibile.

"Ackerman" sento una voce chiamarmi dolcemente, per poi appoggiare una mano sulla mia spalla.

Quella voce, la causa delle mie più grandi sofferenze.
La voce di chi si é preso gioco di me per più e più volte, trasportandomi in un turbinio infinito, dalla quale non riesco ancora a liberarmi.

"Arlert?" cerco di rimettermi composto e di scacciare via il dolore per non destare alcun sospetto.
"Mi sei mancato" mi dice lui, avvicinandosi pericolosamente alla mia faccia.

Indietreggio, cercando di evitare qualsiasi contatto, ma vengo bloccato dal muro dietro di me.

"Sai, qualche volta, potresti tornare a divertirti da me" mi sussura all'orecchio.
"Ho di meglio da fare" rispondo al biondo, spostando il suo corpo col braccio sinistro e trovando uno spazio per passare.

Armin mi afferra il braccio.
"Quando vuoi, ti aspetterò per sempre" afferma, facendo un sorrisetto quasi provocante.
"Tsk" lascio bruscamente la presa e mi avvio velocemente verso le scale mobili.

Sapevo che Armin fosse diventato il capo di Jaeger, ma non credevo che provasse a riprendere i rapporti con me.

Devo starne alla larga il più possibile, non posso permettermi distrazioni.

Arrivo nel parcheggio e cerco l'auto di Furlan.

"Furlan se n'è andato da un po'" dice una voce alle mie spalle.
Come mi aspettavo, Armin mi ha seguito fino all'esterno dell'edificio.

"Non importa, andrò a piedi" affermo seccato.
"Ci metterai un giorno intero" risponde il biondo.
"Allora prenderò i mezzi" dico affrettando il passo.

"Ackerman".
Non rispondo.

"Ackerman".
Non rispondo.

"LEVI".
Mi prende per un braccio.

"Che cazzo vuoi Armin? Te l'ho già detto tante, troppe volte, io e te abbiamo chiuso, quindi adesso lasciami in pace e trovati qualcun'altro" gli urlo in faccia, facendo girare diverse persone.

"Levi, voglio darti un passaggio, niente di più, quindi sta calmo" risponde lui, lasciando lentamente la presa dal mio braccio.
"No Armin, non ci casco di nuovo" dico più a me che a lui, per non cadere in tentazione.

Feelings Players || Ereri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora