VENTISEI

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-Gemma, perché non accompagni Louis a vedere la sua stanza?- Chiese Anne, dandole una pacca sulla spalla.

-Lo faccio io.- Rispose Harry, prendendo anche la mia borsa e portandola su una rampa di scale.

Lo seguì volentieri, un po' scoraggiato.

Era il più giovane della famiglia. Gemma non stava cercando di... no, certo che no.

Sono basso e un po' strano e solo un po' troppo paffuto.  È una meraviglia che qualcuno come Harry mi trovi simpatico, non penso che nessun altro sia nemmeno lontanamente interessato a me.
Scossi la testa, cercando di schiarirmi le idee. 

-Eccoci- la stanza era immacolata, con pareti bianche e lenzuola pulite.
Sul muro era appeso un unico dipinto, una replica di qualcosa di Van Gogh. Vidi Harry posare delicatamente la mia valigia sul centro esatto del letto.

-È carina.-

-È una camera da letto di riserva, di solito nessuno dorme qui.-
Rimase in silenzio per un po', finché Harry si schiarì la gola.

-Vuoi vedere la mia camera da letto?-

-Ovviamente.-  Lui sorrise e mi prese la mano, potevo sentire il mio cuore battere forte.

Dissi a me stesso che è così che sei quando sei innamorato, quando qualcosa del genere, cosi semplice, come l'incastro delle dita ti dà la sensazione di gioia.

Harry aprì la porta proprio accanto alla mia e mi condusse dentro. C'era polvere nell'aria ma riuscivo ancora a vedere chiaramente.

La stanza era così dura che faceva male.
Sul muro c'erano dei poster per le band di cui non avevo mai sentito parlare e un vero bollitore e una piastra calda nell'angolo.
C'era il caos dappertutto, troppi vestiti, tazze e manifesti.

Era così disordinato.

Per tutta la mia vita sono stato così spaventato dal casino.
Sono sempre stato pulito, la mia vita è stata così organizzata, ma in piedi dietro ad Harry e vedendo come una delle sue maniche di camicia è arrotolata più in alto dell'altra che si sistemava regolarmente, sì, era disordinato, ma sembrava di essere a casa.
Era il casino di Harry e immagino che se potesse spazzare via tutto il mio appartamento, probabilmente lo vedrei come arte. 

-Mi dispiace è un po' in soqquadro.-

-Ti dispiacerebbe se dormissi qui con te?- Sembrava un po' scioccato

-Certo! Ho solo pensato...-

-Mi piace qui.- dissi interrompendo.  -Anche tu mi piaci.-

Ridacchiò e mi baciò rapidamente, gli occhi luccicanti.

-Inoltre, la mia porta ha la serratura.-

-Ancora meglio.-

Underneath Paris |L.S.| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora