Derry
3-08-1989
20:15Anne tornò a casa alle due del pomeriggio e, un po' alla volta, anche gli altri losers se ne andarono tutti.
Tutti tranne Eddie Kaspbrack.Dopo che Ben, per ultimo, se n'era andato attorno alle sette, Eddie era rimasto da solo. Vagava senza meta e senza sapere cosa fare. Ad essere sinceri, sarebbe voluto tornare a casa Tozier, ma la decenza ed uno strano senso di imbarazzo glielo impedivano. Però l'alternativa era terrificante. Non poteva andare da sua madre, sarebbe stato come mettersi in trappola da solo.
Quella donna voleva sicuramente bollirlo nel disinfettante. E in più Richie lo aveva buttato nelle disgustose, rivoltanti acque salmastre della Cava, di cui Eddie aveva assorbito il vomitevole odore.In un attimo di maturità realizzò che se non fosse tornato a casa quella sera, ci sarebbe comunque tornato prima o poi. Era inevitabile. Quindi non aveva davvero senso continuare a girovagare per il resto della notte.
Così si fece coraggio e camminò verso la propria abitazione, con l'aria battagliera di un grande condottiero militare. Quando poi arrivò, l'aria di sicurezza ed audacia svanì alla velocità con cui era apparsa, lasciandolo solo ed impaurito.Entrò come un ladro, evitando per miracolo che la porta di ingresso scricchiolasse come suo solito. Tirò un sospiro di sollievo quando udì il forte russare di sua madre, accompagnato dalle voci della televisione accesa. Via libera. Salì in fretta le scale e raggiunse la sua stanza, dove si nascose in assoluto, ansioso, silenzio. Uno dei maggiori problemi rimaneva il suo odore, dunque gli sembrò il caso di farsi una doccia.
In punta di piedi entrò nel bagno del primo piano e, spogliatosi, si fermò sotto il getto d'acqua tiepida. Si rilassò di colpo. Non si era nemmeno reso conto di essere così teso fino a quel momento. Era come se tutti i suoi muscoli fossero tirati da quasi undici ore, cioè da quando si era alzato quella mattina, dopo che Richie si era spostato da lui.
In quel momento Eddie si era sentito strano. Per quanto fosse a dir poco assurdo, sentiva di voler e non voler tornare a dormire ed abbracciare il suo migliore amico. Non gli era mai successo di rilassarsi tanto come quella notte. Però sapeva che i maschi non devono fare quelle cose da "fighette". Eppure percepiva ancora quel calore piacevole, appena sopra al cuore, dove la testa di Richie si era appoggiata.
Si infilò dei vestiti puliti e si riallacciò il marsupio attorno alla vita. Poi, pregando Dio che gliela mandasse buona, scese di nuovo le scale. Percorse il corridoio in religioso silenzio e raggiunse il salotto. Il panico lo colpì quando guardò la poltrona e la trovò vuota. Si accorse solo allora che la casa non era più scossa dal russare di sua madre. Un brivido gli percorse la spina dorsale.
«Eddie»
Il ragazzo si voltò lentamente, mentre il battito del suo cuore gli esplodeva nelle orecchie. La signora Kaspbrack era in mezzo al corridoio che divideva l'ingresso dalla cucina, fiancheggiando le scale da cui Eddie era appena sceso. La donna aveva un'espressione spaventosa, di rabbia, preoccupazione, follia ed esasperazione.
«DOVE SEI STATO? -gridò- QUANDO SMETTERAI DI FREQUENTARE QUELLA GENTACCIA?! TI ROVINANO, VOGLIONO ALLONTANARTI DA ME». Il suo viso si colorò di quell'ira furibonda, ma gli occhi rimasero piccole macchie di luce spenta, come se non vedesse davvero Eddie davanti a sé.
Il ragazzo capì che se voleva sopravvivere doveva fingere.
«Mi dispiace, mamma. Mi sono comportato da idiota quando tu volevi solo proteggermi e prenderti cura di me» le disse. Non pensava una singola parola di ciò che aveva detto, dal "proteggermi" a "mamma", e fece fatica tremenda per terminare la frase.La madre sembrò crederci ben più di lui. Si calmò un poco:«Vedo che cominci a ragionare».
«Hai preso le medicine?» chiese subito dopo, con espressione sospettosa.
Eddie si rese conto che per la prima volta nella sua vita si era dimenticato di prendere le medicine, tanto era preso da altro. Tuttavia non si fermò ed annuì serio. In seguito, ricordò quella sera come la sera in cui imparò a mentire in maniera convincente.La signora K. gli credette per la seconda volta. «Vieni a dare una bacio alla mamma» ordinò.
Ad Eddie venne la nausea al solo pensiero di avvicinarsi a quella donna, ma riuscì a mettere un piede davanti all'altro fino a raggiungerla. In un gesto più naturale possibile, posò le labbra sulla sudata guancia flaccida e paonazza della madre.
«Ci sono degli avanzi nel microonde» gli disse. Soddisfatta, poi, tornò a sedersi sulla poltrona.
Eddie si appoggiò al muro del corridoio, con un irrefrenabile bisogno di piangere.
Come in molte altre cose della sua vita, si sentiva estremamente frustrato. Era disgustato dalle manie ossessiva di sua madre e dal modo in cui lo trattava. Però le voleva bene, perché era comunque sua madre sebbene fosse decisamente una pessima madre. Il rapporto che aveva con quella donna si rispecchiava nella sua personalità: voleva e non voleva le cose. E questa indecisione costante era una maledizione, il più delle volte.Mentre finiva gli avanzi trovati nel microonde, ascoltava la risata sguaiata di sua madre, seduta in poltrona davanti a qualche talkshow demenziale. Quel suono, acuto ed insistente, fece capire ad Eddie che aveva un gran bisogno d'aria. Aveva bisogno di allontanarsi per un po' da quella casa, anche solo per qualche ora.
Raggiunse l'entrata del salotto.«Buonanotte, mamma. Vado a dormire» le disse, sforzandosi di utilizzare un tono amorevole. La donna non spostò gli occhi dal televisore e rispose:«Buonanotte, amore».
Allora Eddie salì le scale e raggiunse la porta della sua camera, per poi serrarla dall'esterno e mettere la chiave nella tasca dei pantaloncini. Poi, in assoluto silenzio, ridiscese nell'ingresso della casa. La madre non sembrò accorgersi di nulla, quindi il ragazzo scivolò in cucina ed uscì dalla porta sul retro.
L'aria della sera gli riempì i polmoni. Sapeva di libertà e di muta oscurità estiva, ma Eddie non aveva tempo di fare queste considerazioni. Montò in fretta sul sellino della bicicletta, in direzione dell'unico luogo dove nessuno lo avrebbe disturbato.
Si fermò mezzo miglio oltre la Cava e iniziò a risalire la collinetta su cui, la sera prima, Bill ed Anne avevano guardato il tramonto. Solo il bubolare del gufo lo accompagnava lungo il tragitto. Quando raggiunse la cima, quasi gridò accorgendosi di non essere solo.
«Rilassati, Kaspbrak. Sono io» ridacchiò stanca una voce maschile, fin troppo familiare.
«Richie, che ci fai qui?»chiese dopo essersi ripreso dallo spavento.
«Potrei farti la stessa domanda» disse lui con fare evasivo.Richie era sdraiato sull'erba. Teneva le braccia incrociate come appoggio alla testa. La luna gli illuminava d'argento il viso e i suoi grandi occhi neri parevano sparire nel buio. Eddie, come la notte prima, lo trovò bello. Lo trovò dannatamente bello.
Si sdraiò sul prato accanto a lui e portò lo sguardo verso l'alto. Le stelle brillavano come diamanti incastonati nel blu profondo della notte. Continuò ad osservarle per più di venti minuti, arco di tempo durante il quale Richie non disse una parola. Era talmente raro che tenesse la bocca chiusa per tanto a lungo che Eddie pensò si fosse addormentato. Ma Richie non dormiva affatto.
«Tienimi questa» gli disse.
Eddie arrossì.«Rich, è la tua mano» gli fece notare.
«Ma non mi dire». *Imbarazzato gli prese la mano e scoprì che, sorprendentemente, quello era un contatto piacevole. Intrecciò le dita a quelle di Richie, mentre un senso di tranquillità gli si propagava nel petto.
Il narratore non sa quanto tempo passò esattamente. Un'ora o due di certo. Tanto che Eddie si era appisolato, poggiando la testa alla spalla di Richie. Ma quest'ultimo, sebbene controvoglia, dovette svegliarlo, perché era notte fonda e c'era un freddo del diavolo.
*scena presa da "REDDIE in Pills" di epvphanv (ve la consiglio, è troppo divertente)
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𝚂𝚘𝚗𝚐:
Candle in the wind
-Elton John☮︎Spazio autrice☮︎
Ehi, non sono morta (anche se ho studiato abbastanza da andarci molto vicino)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto🥰Alla prossima♡
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ɴᴏᴛʜɪɴɢ ɢᴏʟᴅ ᴄᴀɴ sᴛᴀʏ
Fanfic1989, 𝐃𝐞𝐫𝐫𝐲 ❁❁❁ Come l'Eden affondò nel dolore Così oggi affonda l'Aurora. Niente che sia d'oro resta. ❁❁❁ {𝖡𝗂𝗅𝗅 𝖣𝖾𝗇𝖻𝗋𝗈𝗎𝗀𝗁 × 𝖿𝖾𝗆!𝗈𝖼} [boy×girl, boy×boy] N.B. contiene scene Reddie; se sei omofobo, togli il disturbo. Grazie🌈😊...