13. Sexy squirrel

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Derry
8-08-1989
8:45

La mattina dopo Richie si svegliò nel migliore dei modi.
«Brutto coglione, hai russato come un orso» brontolò Eddie Kaspbrak appena la luce del sole inondò la sua stanza. L'occhialuto compare ridacchiò e si strinse a lui.

«Puoi star tranquillo che nessuno mi abbia sentito: russavi così forte che verso le cinque tua madre è venuta a controllare» ribatté divertito.

Eddie iniziò ad uscire dal torpore del sonno. «Dannazione, Rich, sei sicuro che non ti abbia visto?» chiese sollevandosi sui gomiti.

«Eccome se mi ha visto -rispose il riccio-. Ma è talmente abituata a vedermi nel suo letto che non ci ha nemmeno fatto caso».

«Idiota» disse scocciato l'altro, girandosi per dargli le spalle. Richie doveva davvero smetterla di scherzare su certa roba.

«Eds» lo chiamò mentre tastava il materasso alla cieca. «Eds, dannazione, sono senza occhiali. Dove sei finito?».
Eddie trattenne una risata e si allontanò ancora un po'.

«Eduardo, non mi lasciare così!» continuò Richie con finta disperazione, avvicinandosi di soppiatto alle sue spalle.

«Trovato!» esclamò poi, una volta raggiunta la sua destinazione.
Avvolse le braccia attorno al petto di Eddie e lo strinse a sé.
«Andavi da qualche parte?» gli domandò giocosamente.
«Mi sarebbe piaciuto» disse Eddie, ma nel mentre intrecciò le dita a quelle di Richie, appena al di sotto delle sue costole.

Sentì il proprio corpo rilassarsi e i suoi muscoli distendersi poco a poco. Il sonno sembrava troppo forte per lasciarsi ingannare dai raggi del sole. Ed era sul punto di addormentarsi davvero, quando percepì le labbra di Richie sulla sua spalla.
Arrossì e sorrise, prendendo meglio la sua mano e portandosela al petto.

Nonostante ne sentisse l'impellente esigenza, non aveva il coraggio di baciarlo. E sapeva che di suo il moro non lo avrebbe fatto, anche perchè il bacio della notte prima era finito piuttosto male e aveva spento la sua audacia impaziente.

Richie sporse il viso oltre la sua spalla e lo osservò. Lui ricambiò lo sguardo, nella speranza che le sue preghiere fossero state esaudite, ma non fu così fortunato.
«Dal colorito delle tue guance posso dedurre che sei immerso in pensieri casti e puri» ghignò Boccaccia.
Eddie arrossì ancora di più e si imbronciò, sfilando la mano da quella di Richie.

L'altro non si perse d'animo. «Andiamo, Eds, rendimi partecipe dei tuoi pensieri».
"Sei già il protagonista, non pretendere di più" pensò Eddie.

«Eds...» lo richiamò con voce petulante. Non ricevendo risposta aggiunse:«Va bene, se non mi parli dovrò fare a modo mio».

Ad Eddie si gelò il sangue: quando Richie faceva a modo suo, di solito qualcosa si rompeva o esplodeva o prendeva fuoco. Stava per fermarlo, ma a quel punto Richie posò un bacio leggero sull'angolo della mandibola.

Il riccio si godette l'aumentato rossore di Eddie per poi continuare il suo lavoro. Un bacio appena sopra l'angolo, un bacio qualche millimetro più su, ancora più in alto. Esplorava con la bocca la sua guancia. Eddie sentiva talmente tanto caldo da aver voglia di piangere.

Richie raggiunse l'estremità delle sue labbra, alzò lo sguardo e studiò gli occhi del castano in cerca di un consenso, di una muta richiesta. E l'aveva già individuata, quando la casa tremò. Le assi in legno scricchiolarono lamentose e pesanti passi risuonarono lenti dal piano di sotto.

«Merda, merda, merda» bisbigliò Eddie, per poi sollevarsi a sedere in fretta e lanciare un'occhiata urgente a Richie. Sebbene quell'occhiata stesse a significare che doveva evaporare immediatamente, Boccaccia se la prese molto comoda: si alzò con esasperante lentezza, concedendosi qualche secondo per stiracchiarsi, recuperò i suoi occhiali e raccolse le scarpe abbandonate sulla moquette.

ɴᴏᴛʜɪɴɢ ɢᴏʟᴅ ᴄᴀɴ sᴛᴀʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora