Parte 4

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Iniziai a seguirlo per i lunghi e sfarzosi corridoi del primo piano, ascoltando le sue spiegazioni e i racconti delle sue esperienze personali avvenute in ogni stanza.

Quando attraversavamo i corridoi e non mi spiegava nulla, mi faceva domande sulla mia vita.

«Signorina, non è di Roma immagino, da dove viene?» disse senza mai staccarmi gli occhi di dosso.

«La prego Signor Presidente, mi dia del "tu". Ogni volta che le persone mi danno del lei mi sento improvvisamente più vecchia di 20 anni, soprattutto in università, dove i professori ci danno del lei sempre.»
Dico ridendo.

«Va bene, Chiara.»

La sua risposta mi coglie un po' alla sprovvista.
Arrossisco. Il mio nome pronunciato da lui sembra incredibilmente magico. Ma devo restare concentrata quindi continuò rispondendo alla sua domanda:
«comunque ha ragione, non sono di Roma. Io e le mie amiche abitiamo in Friuli Venezia Giulia. Siamo qua per una vacanza per festeggiare la fine della sessione e il mio compleanno.»
Lui ascolta attento, salendo poi le scale.
Passammo poi al secondo piano, e la routine era la stessa: corridoi, stanze, racconti.

Ero completamente rapita dalle sue parole, dalla sua voce, dal suo sorriso e della passione che ci mettesse nel raccontare quanto più sapeva di quell'argomento.

Un altro corridoio, un'altra domanda:
«Hai detto che studi in università. Dimmi, che facoltà frequenti?»

«Studio Giurisprudenza.» Rispondo.
Vedo i suoi occhi illuminarsi improvvisamente e si ferma lungo il corridoio esclamando:
«Davvero? Fantastico! Avremo molto di cui parlare Chiara!»

Non mi accorsi che arrivammo al terzo piano, e mi accompagnò verso il suo ufficio.

Le tende dorate, la carta da parati abbinata, la grande scrivania coperta da fogli di qualsiasi tipo, le bandiere..

Il Presidente dietro di me intanto si era affrettato a chiudere la porta, facendomi poi segno di accomodarmi nelle poltrone.
Lui si accomodò sul divano a fianco alla mia poltrona. Era decisamente molto vicino. Potevo sentire il suo profumo. Sarebbe stata decisamente una conversazione interessante considerando che quel dannato profumo mi stava facendo dimenticare come si parla.

In realtà la conversazione andò alla grande. Lui vedeva il mio imbarazzo e cercava in tutti i modi di mettermi a mio agio.
Parlammo veramente di un sacco di cose. Della facoltà, del diritto, di Roma, del suo ruolo, di me.
Non smise mai di guardarmi, per tutto il tempo.

Non so quanto tempo fosse passato. So solo che fummo interrotti dal mio cellulare che suonava.
Mi scusai con il Presidente e mi alzai per rispondere.
Era Giulia che mi chiedeva se andasse tutto bene e che visto che era ormai pomeriggio mi chiedeva se avessi intenzione di raggiungerle per andare a mangiare e ricordandomi della visita che avevamo programmata per il pomeriggio.

«Scusami Giulia ho veramente perso la cognizione del tempo. Vi raggiungo tra poco ok? Ci vediamo in hotel. Ciao!»

Tornai verso di lui e gli dissi:
«Presidente mi scusi, ma le mie amiche erano preoccupate e mi hanno chiamato anche per ricordarmi che pomeriggio abbiamo prenotato la visita ai Musei Vaticani. Mi dispiace molto, ma penso di dover proprio andare ora.»

Ero veramente dispiaciuta. C'era qualcosa in lui che mi spingeva a restare, a conoscerlo di più. Sembrava davvero interessato alle domande che mi faceva.

Lui sembrò dispiaciuto dalle mie parole, e rispose:
«Certo! Capisco, non preoccuparti! Vieni, ti mostro dov'è l'uscita. Ti accompagnerei molto volentieri ma purtroppo con tutti i giornalisti non mi è possibile.»

Aveva veramente appena detto che mi avrebbe accompagnato? O me lo ero immaginata?

«Presidente non si preoccupi, il mio hotel è veramente a due passi da qua. È l'Hotel Delle Nazioni.»

Aggiunsi mentre raggiungevamo l'uscita.

«Si lo conosco. Mi fa piacere sapere che non sarai da sola a lungo in giro per Roma. Sono molto più tranquillo ora.»
Mi disse sorridendo, era un sorriso sincero, non uno di quelli di circostanza.
Un sorriso vero, di quelli che mettevano in risalto le sue fossette stupende.

Sorrisi a mia volta, ringraziandolo seriamente per quello giro turistico veramente incredibile e per la stimolante chiacchierata nel suo studio.

Lui rispose:
«Figurati. È stato un piacere. Davvero.»

«Arrivederci Presidente

«Ciao Chiara, spero veramente di rivederti.»

E mi baciò la guancia.



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Ciao!

Spero che vi stia piacendo la storia.
Fatemi sapere se c'è qualcosa che non va o se avete qualsiasi tipo di consiglio.

In ogni caso forse tra oggi e domani riuscirò ad aggiornare con più frequenza.

Un Incontro Inaspettato// GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora