Parte 7

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PoV Chiara

Sono vicino alla porta del suo studio, appoggio la mano sulla maniglia per aprirmi la porta e uscire quando una mano mi afferra il polso.
Mi giro di scatto e lo trovo a pochi centimetri da me.

Appoggia entrambe le mani ai lati del mio viso e si avvicina. Trattengo il respiro mentre il mio sguardo dai suoi occhi si sposta sulle sue labbra.
Lui se ne accorge e mi bacia. Prima piano, poi sempre con più passione, le nostre lingue pronte ad accarezzare quella dell'altro.

«So che lo vuoi anche tu.» dice.

Porto la mano destra nei suoi capelli, stringendoli leggermente mentre con la sinistra lo prendo per la cravatta per portarlo più vicino a me.

Lui come risposta porta le mani dai lati del muro ai miei fianchi, spingendo il suo bacino contro il mio scendendo con le labbra sul mio collo.

Gemo a sentire la sua erezione contro il mio bacino, e lui fa lo stesso.

Inizia a sbottonarmi la camicia mentre io sono intenta a sciogliergli il nodo alla cravatta quando...

La mia sveglia mi riporta nel mondo reale.

Appena realizzo che tutto era un sogno provo un po' di tristezza, poi realizzo di aver avuto un sogno erotico con lui come protagonista e ovviamente mi sento in completo imbarazzo.
L'alcol della sera prima mi deve aver stordito più del previsto.

Fortunatamente Giulia e Giada continuano a dormire nonostante la sveglia. Decido quindi di fare una doccia veloce e uscire a prendere la colazione anche per loro approfittandone per fare una passeggiata da sola.

Non avendo ancora deciso il programma della giornata decido di mettere un paio di jeans strappati e una maglietta a maniche corte una giacca non troppo lettera e le mie adorate vans.  
È marzo ma la primavera a Roma si fa sentire, e i 20 gradi si fanno sentire.
Dopo aver cercato in tutti i modi di nascondere le mie gigantesche occhiaie con il trucco decido di lasciare perdere.

Un'ultima occhiata alle mie amiche che dormono ancora beatamente e esco dalla stanza d'hotel, non prima di aver lasciato un biglietto con scritto "torno subito con una sorpresa", nel caso si svegliassero.
L'ascensore ovviamente è occupato e per non perdere troppo tempo prendo le scale.

Arrivo alla hall, saluto educatamente la ragazza alla reception e mentre esco prendo il cellulare per cercare la pasticceria più vicina.

Penso di aver fatto 4-5 passi fuori dall'hotel, ovviamente con gli occhi fissi su Google Maps, prima scontrarmi in pieno verso una persona che era ferma aspettando qualcosa o qualcuno lì fuori.

Alzo gli occhi e ritrovo il protagonista del mio sogno erotico di poco prima, con un sorrisino divertito in faccia, un cappellino in testa per cercare di farsi riconoscere il meno possibile e che cerca di non farmi cadere per terra.

«Chiara buongiorno, non ti hanno insegnato che bisogna guardare dove si va?» chiede divertito.

Tra l'imbarazzo che provo ripensando al sogno più quello causato dallo scontro abbasso gli occhi a terra e rispondo:
«Presidente buongiorno! Io.. ehm.. si mi scusi! Stavo guardando la mappa e non ho alzato gli occhi.»

«Ti prego, non presidente, solo Giuseppe.
Quando non siamo a palazzo Chigi per te sarò solo Giuseppe.»

Dovevo dare del "tu" al presidente? Potevo?
Davvero?
Provo un senso di orgoglio per questa cosa, non ne capisco veramente il motivo, ma penso sia un onore poter chiamare per nome il presidente del consiglio.

«Va bene Giuseppe. Se posso chiederti, come mai sei qui?»

«Vuoi sapere la versione che ho dato alle mie guardie del corpo per liberarmi di loro o la verità?» sorride e fanno capolino le sue fossette.

«Entrambe!» dico ridendo.

«E va bene! Alle mie guardie del corpo ho detto che avrei incontrato mio figlio al bar per fare colazione qua vicino.. la verità è che sono venuto qui per rivedere te

Penso di aver capito male, e probabilmente lo nota anche lui dalla mia faccia sconvolta perché lo vedo ridere.
Poi elaboro e realizzo.

«Cos? Come? Cioè... Davvero?»
Devo decisamente elaborare le idee prima di parlare se davanti ho una persona come lui.

«Assolutamente si. Volevo rivederti. Pensavo si fosse capito ieri

Come fa ad essere così tranquillo?
Io non sono tranquilla. Affatto. E penso che lui lo noti.

Visto che continuavo a non rispondere, poco dopo aggiunse:
«Senti, hai già fatto colazione?»

Gli rispondo negativamente.

«Se non hai altri impegni vieni con me? Ti faccio assaggiare una specialità.»

Disse tendendomi la sua mano e sorridendomi.

Come potevo rifiutare una proposta del genere?

Ovviamente gli prendo la mano e lo seguo.



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Ciao a tutti!

Pensavo di riuscire a pubblicare questo capitolo già ieri, ma i miei professori hanno deciso che visto che la sessione estiva sta arrivando devono finire il programma di corsa e quindi non ho avuto tempo di scriverlo.

Spero vi sia piaciuto.

È un capitolo di passaggio e probabilmente anche il prossimo lo sarà.

Però ho in mente un sacco di belle idee!

Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate.

Buona serata 😘

Un Incontro Inaspettato// GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora