3. Mercy

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Show me mercy
Can someone rescue me?

***

Era notte. Nella cella di Grindelwald non c’era altro che buio, ma per lui era una consolazione. Era l’unica pausa che gli era concessa, l’unico momento dove non provava dolore direttamente, limitandosi a ricordare quello delle ore precedenti.

Era la terza notte che trascorreva là dentro e Grindelwald sentiva di star perdendo il senno. Troppo dolore, troppa oscurità si erano impossessati di lui.

Quel giorno aveva anche supplicato di ucciderlo e basta. Per smettere di soffrire. Per salvare Silente. Per non fare il gioco di Voldemort.

Non gli era stata concessa la grazia e quasi si vergognava di essere arrivato a tanto, ma non ne poteva più. Era distrutto. E ormai anche di notte si ritrovava a supplicare. Gli era già capitato di svegliarsi mentre stava pregando qualcuno che non poteva però aiutarlo.

«Mein Lieber, bitte, hilf mir*». Cinque parole ripetute decine e decine di volte. E si ritrovava a piangere, perché voleva andarsene di lì, voleva tornare da lui, voleva tornare a casa, essere in un posto sicuro.

Anche quella notte si ritrovò a ripetere quella frase come un mantra, senza dormire affatto, restando semplicemente ad occhi chiusi, rannicchiato in un angolo della sua prigione.

Finché una voce non lo interruppe.

«Bene, sento che sei già sveglio. Perfetto».

Le luci si accesero e Voldemort entrò nella sua cella, stavolta solo. Grindelwald ne fu in un certo senso contento, ma sapeva che non era un buon segno.

«Spero tu sia pronto», disse l’uomo. La punta della sua bacchetta brillava, probabilmente di un semplice Lumos, mostrando il suo inquietante sorriso.

Il mago si trascinò a sedere e si asciugò le lacrime che il pensiero di Silente gli creava, poi parlò, la voce che gli tremava: «No, no, non farlo. Io… Io parlerò, ti dirò tutto, io-».

«A me non servono informazioni, quando posso usare te per arrivare a lui. Già te l’ho detto questo, no?», lo interruppe Voldemort.

«Ti prego».

«È davvero esaltante sentirti supplicare, ma è inutile. Ho grandi piani per te, Gellert… grandi, grandi piani».

La bacchetta si spense e venne puntata contro di lui, e il dolore lo travolse, facendolo urlare e riportandolo sulla strada che portava alla pazzia.

***

* Mein Lieber, bitte, hilf mir: Mio caro/amato, ti prego, aiutami.

Canzone originale:

Drones || GrindeldoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora