You thought, you thought I was weak
But you got it wrong
Look into my eyes
I’m a defector***
Gellert si materializzò all’inizio di un lungo viale alberato. Appena i suoi piedi toccarono il terreno iniziò a camminare, impaziente di neanche lui sapeva cosa.
Quegli alberi gli sembravano familiari, ma non gli davano la sensazione di pericolo che si era aspettato di sentire. Al contrario, sentiva gli alberi quasi accoglierlo.
Scosse il capo. Sicuramente lo stava immaginando, oppure più probabilmente era un incantesimo a fargli quell’effetto. Aveva una missione da portare a termine, non poteva lasciarsi distrarre.
Al termine del viale c’era un giardino e una casa che, di nuovo, gli parve familiare. Ripensò alle parole di Voldemort e capì che doveva essere già stato lì, anche se non lo ricordava, ma gli doveva essergli successo qualcosa di orribile per cui i ricordi potevano essere un impedimento. Pur ripensando alle sue parole in quel modo, la sensazione che quello fosse un posto sicuro e un posto felice non riuscì a scollarsela di dosso.
Si avviò attraverso il giardino verso la porta principale, la bacchetta nella sua mano pronta a far saltare in aria ogni ostacolo si ponesse tra lui e la sua preda.
La porta però si aprì ancora prima che lui la raggiungesse e ne uscì un uomo che era certo fosse Silente, la bacchetta puntata contro di lui.
Grindelwald si chiese se già sapesse del suo arrivo.
L’idea di giocare un po’ con lui lo sfiorò, poi decise di non perdere tempo.
«Avada Kedavra».
Non accadde nulla. Gli occhi del mago si spalancarono per la sorpresa e la confusione, poi con un gesto rapido deviò un Pietrificus totalus, più d’istinto che altro.
«Ci vuole volontà per usare le maledizioni senza perdono, Gellert. Qualunque cosa ti sia successa, non può cancellare gli anni che abbiamo trascorso insieme», disse Silente scagliandogli un secondo incantesimo, nuovamente deviato.
Grindelwald tentò di nuovo di usare l’anatema che uccide, ma di nuovo non funzionò, con sua profonda irritazione. Maledetto luogo così familiare e accogliente! E le parole del suo nemico gli avevano fatto venire dei dubbi che prima non aveva, ma che lo avevano reso ancora più incerto.
Tentò comunque di schiantarlo, ma il mago deviò l’incantesimo come aveva fatto lui stesso fino a quel momento.
Iniziò così uno scontro magico tra i due maghi più potenti del mondo, senza esclusione di colpi da parte di entrambi. Grindelwald voleva ormai solo schiantarlo per portarlo da Voldemort, mentre Silente faceva di tutto per impedire che questo accadesse.
Questo finché un incantesimo silenzioso non fece schizzar via la bacchetta dalle sue mani e direttamente in quelle di Silente. Grindelwald riuscì a deviare l’incantesimo successivo solo con le mani, ma quello dopo ancora non riuscì a bloccarlo.
Cadde a terra senza un suono, impossibilitato a muoversi. Provò a scagliare un incantesimo non verbale contro il mago, ma non ci riuscì, ritrovandosi in balia del suo nemico.
Silente si chinò accanto a lui, così vicino che Grindelwald poté sentire il suo cuore battere all’impazzata. La sua bacchetta toccò la sua tempia e lo vide mormorare un incantesimo.
Non poté opporsi né urlare quando tutti i ricordi, quelli veri, ritornarono al loro posto nella sua mente. Trattenne il respiro mentre ricordava cosa gli ero successo i giorni precedenti, cosa gli era successo prima ancora con Silente, cosa gli aveva detto Voldemort, cosa aveva provato il giorno prima fino ai primi ricordi che aveva della sua infanzia.
Fu doloroso, ma alla fine quello tsunami di ricordi si placò e Grindelwald si ritrovò con le lacrime agli occhi. Le braccia finalmente risposero ai comandi, lasciandolo quindi libero di asciugarsi le lacrime quanto bastava da poter vedere Silente nitidamente.
«Mein Lieber», disse con la voce rotta prendendolo per mano, gli occhi di nuovo pieni di lacrime.
«Ich bin hier*», gli rispose Silente stringendogli la mano e baciandogliela.
«Cosa ho fatto, mein Lieber...».
«Nulla di irreparabile, o io sarei morto. Ma dimmi, perché?».
«Leggimi, Albus… leggimi, non ho la forza di dirtelo».
Silente non usò la bacchetta, sussurrò solo “Legilimens” e vide ogni cosa, rivivendo ogni evento con Grindelwald stesso, che si ritrovò a tremare quando il flusso di ricordi finì.
Silente allora lo guardò e sussurrò: «Il mio uomo coraggioso...».
«Albus, Voldemort va fermato… non possiamo permettere che accada ancora».
«Non accadrà, Gellert, te lo prometto. Lo sconfiggeremo e metteremo fine a questo incubo».
Grindelwald sorrise, e quando si abbracciarono si sentì finalmente al sicuro.
***
* Ich bin hier: Sono qui, in tedesco.
Canzone originale:
(Comprende anche [JFK])

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Drones || Grindeldore
FanfictionVoldemort vuole morto Silente. Egli è l'unico ostacolo posto tra lui e il dominio del mondo magico. Ucciderlo però non è semplice. Trovarlo non è semplice. Sa però dov'è Grindelwald, e sa che è molto legato a Silente. Sa che può sfruttare queste inf...