Capitolo 8

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MIA

Ero al settimo cielo in quell'istante, finché qualcosa nel suo sguardo cambiò.

«Te l'ho detto che prima o poi ti saresti innamorata di me piccolina» disse ridendo fiero di se. «Sei stato tu a baciarmi, non ti mettere in testa strane idee, sei un bel ragazzo lo ammetto, ma è stato un bacetto innocente. E smettila di chiamarmi così» dissi mentendo spudoratamente. Quello era stato il miglior bacio che avessi mai ricevuto e perfino sognato. Aveva scatenato in me sensazioni che pensavo di non riprovare così presto «Ne sei proprio sicura?» disse avvicinandosi di nuovo in modo provocatorio.

Questa volta non ci sarei cascata, così con tutta la forza di volontà che avevo, mi avvicinai piano alle sue labbra e con un tono pacato e con voce quasi inesistente e leggermente provocante gli dissi «sono sicura playboy, non sarò mai tua» mentre giravo i tacchi per tornare nel dormitorio.


Entrai nella camera vuota senza fiato e con il petto che aveva un andamento decisamente troppo veloce. Mi sedetti sul letto e solo allora mi resi conto della stanchezza che mi invadeva.

Ero incredula per tutto ciò che era successo, sapevo che non sarei mai dovuta andare a quella festa.

Prima l'uomo che stava per stuprarmi e poi Noah, colui che mi ha salvato la vita per poi riprendersela subito.

Ci siamo baciati. E che bacio.

Avevo ancora impressa la sensazione che mi aveva fatto provare, riuscivo a sentire su di me le sue mani così grandi che mi tenevano stretta e i nostri corpi che aderivano perfettamente.

Non so cosa stesse succedendo esattamente dentro di me.

Non volevo giudicare Noah troppo presto, soprattutto dopo che mi aveva salvata, ma cavolo, il suo comportamento mi faceva innervosire.

Un momento prima sembrava coinvolto e il secondo dopo sembra essere la più grossa presa in giro di sempre.

L'unica cosa che volevo era non soffrire, questo però non credo fosse compatibile con l'avere Noah nella mia vita.

Avrei dovuto fare una scelta, pensai.

Nel momento in cui stavo per mettermi a letto e mentre la mia mente vagava da un pensiero all'altro sentì dei rumori in direzione della porta e delle voci provenire dal corridoio, così mi alzai subito per capire cosa stesse succedendo.

Quando aprì vidi Aria aggrappata a Mark. Era ubriaca fradicia «scusa Mia se tiabbiamo svegliato, ma come puoi vedere non è nelle migliori condizioni. Io ho provato a dirgli di smetterla ma non mi ha ascoltato e ha continuato a bere» disse lui dispiaciuto e sentendosi un po' incolpa.

«Tranquillo Mark, so che può essere insistente. Ora non ti preoccupare, ci penso io a lei. Grazie e buonanotte» dissi grata.

L'avrebbero dovuto fare santo quel ragazzo, la mia amica era davvero fortunata. Aveva trovato una persona premurosa e molto dolce.

Misi Aria sotto alla doccia così da farla riprendere un po', l'asciugai con fatica dato che continuava a dimenarsi. Le misi il pigiama e poi a letto.

Cavolo quanto pesava nonostante avesse un fisico mozzafiato.

Si addormentò quasi subito ma non prima di aver farfugliato qualcosa di incomprensibile.

Appena mi stesi sul letto un sonno incontrollabile mi pervase, e mi addormentai con l'amara consapevolezza che non sarei mai riuscita a studiare l'indomani mattina.


Quando aprì gli occhi vidi una luce intensa entrare dalla finestra posizionata dalla parte opposta del mio letto, ciò mi fece capire che era giorno già da un po'.

Mi girai e vidi Aria ancora nella stessa posizione di come l'avevo lasciata ieri sera, capì quindi che non si era mossa di pezzo.

Presi il cellulare per vedere l'ora. Cazzo, erano le 13:45. La mattinata era andata, insieme anche alla mia possibilità di studiare. "Ottimo, complimenti Mia inizi alla grande questo primo anno!" pensai tra me e me.

Decisi di andare in bagno a farmi una doccia, così andai senza fare troppo rumore per non svegliare la mia amica.

Che bella la sensazione dell'acqua calda a contatto con la mia pelle, mi rilassava e riusciva a togliermi tutti i pensieri che avevo in testa, di solito.

Ma non quella mattina, Noah era comunque presente.

Iniziarono i ricordi di noi due la sera prima, il suo profumo, la sua voce, il suo sguardo, il suo respiro.

"Eh no, così non va Mia", la mia vocina interna mi riportò alla realtà e io mi innervosii subito, perché non avrei permesso a un ragazzo che praticamente nemmeno conoscevo di avere tutto questo potere su di me, non dopo il suo comportamento di ieri sera.

Che stronzo, e pensare che ci stavo cascando. Era molto bravo a fingere, e mentre uscivo dalla doccia pensai che avrei dovuto ricordare questa cosa, per un eventuale situazione futura.

Non so quanto rimasi sotto al getto dell'acqua ma quando uscì avevo le mani raggrinzite, ciò significava che ero rimasta a lungo.

Mi stavo avvolgendo un asciugamano intorno al corpo fissandolo poco sopra al seno e lasciando le spalle scoperte, quando sentì delle voci confuse provenire dalla stanza, pensai quindi che Aria si fosse alzata.

Decisi di uscire dal bagno per andare a vedere come stava e per prendere dei vestiti puliti da mettere, non feci in tempo ad aprire la porta che mi dimenticai dello scalino, piuttosto alto, che se parava i due ambienti, così persi l'equilibrio e chiusi istintivamente gli occhi pronta ad accusare il colpo, mi accorsi però di non essere caduta sul pavimento duro, ma su qualcosa di morbido, come un....

Oh cazzo, ero caduta addosso a Noah.

TO BE CONTINUED...

Eccociiiii.. scusa per l'assenza, spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!! Fatemi sapere, presto ne arriverà un altro!
P.S. Scusate per gli erroriiii e per le parole attaccateeee 😫

Come d'incanto (INCOMPLETA e IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora