Capitolo 11

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MIA

Dopo essermi fatta una doccia e aver optato per un semplice jeans, una camicetta con le maniche un po' a sbuffo, i Dr. Martens e un giacchino di pelle che al momento tenevo in vita, mi ero raccolta i capelli in una coda ed ero pronta per uscire.

Mentre aspettavo Noah però iniziarono le mille paranoie.

Potevo fidarmi di lui? Chi me lo assicurava che non mi avrebbe preso in giro? Non è un appuntamento, ma se lo diventasse?

Era iniziata da poco l'università ma aveva già preso la fama del cattivo ragazzo con l'abitudine di farle star male tutte, io non ci sarei cascata.

E poi il suo passato... non sapevo quale fosse la verità.

Sapevo che mi sarei dovuta tutelare, avrei dovuto proteggere i miei sentimenti, ma ciò che provocava in me quel ragazzo non era facile da gestire e comandare. Pensai subito alla frase "l'amore non si comanda".

"Eh no Mia, qua non si tratta di amore, è ancora troppo presto."

«Non crederai di uscire così» esordì Aria riportandomi alla realtà.

«Perché? Cosa c'è che non va?» risposi fiera di ciò che avevo scelto.

«So che non adori truccarti ma almeno un leggero ombretto, una linea sottile di eyeliner e un lucidalabbra. Direi anche di sciogliere quella coda di cavallo, stai molto meglio con i capelli sciolti, te lo dico sempre».

Aveva ragione, oltre al fatto che non amavo truccarmi avevo anche l'abitudine di portare i capelli legati con una coda o con uno chignon nemmeno tanto preciso, così non mi davano fastidio e non mi venivano davanti al volto quando tirava il vento.

Sbuffai ma decisi di seguire il suo consiglio.

«A patto però che me lo metta tu l'eyeliner, sai che ho la mano tremolante» dissi mentre mi passavo le mani tra i capelli sciolti cercando di togliere la forma che avevano preso dall'elastico.

Aria annuì contenta. Era bravissima con i trucchi.


Quindici minuti dopo ero finalmente pronta per uscire.

Questa volta sul serio.

«Cavolo Mia, sei stupenda» disse la mia amica guardandomi soddisfatta del suo lavoro.

«Grazie, è merito tuo» risposi facendogli un sorriso di gratitudine.

«Sono sicura che rimarrà a bocca aperta» mi disse sorridendo mentre mi avvicinavo alla porta.

Mi fermai però un attimo prima di aprire e mi girai.

«Ti voglio beneAria, non pensavo di poter trovare una persona come te».

Era vero. L'ultima persona che avevo considerato come mia amica non si era comportata molto bene con me, ma sapevo di essere fortunata ad aver incontrato lei, che oltre ad essere un'ottima compagna di stanza, diventava sempre più fondamentale per me, soprattutto in questo posto nuovo in cui ero sola e dove non conoscevo nessuno.

«Ti voglio tanto bene anche io. Ora sbrigati però, vai e conquistalo» mi rispose un po' in imbarazzo forse per quel poco che mi ero aperta.

Non ero solita manifestare le mie sensazioni o i miei sentimenti.

È proprio vero che quando rimani delusa poi è difficile fidarti delle persone.


Uscì dalla porta di entrata del dormitorio e lui era già la davanti che mi aspettava appoggiato alla sua moto, una Harley Davidson.

Era bellissimo.

Indossava dei Roy Roger's che gli calzavano a pennello e una felpa rosso bordeaux che non doveva aver comprato da poco dato che era abbastanza aderente, ma non mi dispiaceva dato che riusciva a mettere in risalto le sue braccia muscolose e il corpo perfetto.

Come d'incanto (INCOMPLETA e IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora