Capitolo 2

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MIA


Entrai piano, un passo dopo l'altro.

Fortunatamente non avevo fatto molto rumore per aprire la porta e decisi che sarebbe stato meglio non chiuderla altrimenti chiunque si fosse trovato all'interno della casa avrebbe sentito.

Mi tremavano le gambe, non sapevo cosa mi aspettasse ma andai dritta nella stanza dalla quale provenivano i rumori.

Conoscevo bene la strada per arrivare a quella camera, la camera del mio ragazzo.

Mi stupì io stessa di come fossi coraggiosa anche se dentro morivo di paura.

Lasciai la colazione sul tavolo del salotto cercando di non fare rumore, iniziai a pensare che se fossi venuta direttamente a casa del mio ragazzo invece di passare a prendere da mangiare magari i ladri avrebbero sentito sia la mia voce che quella di Luke e non sarebbero entrati.

Attraversai il corridoio fino ad arrivare quasi alla porta semichiusa della camera.

Tante idee mi passarono in mente in quel momento, e fino all'ultimo restai indecisa se continuare e andare a fondo oppure rigirarmi e tornarmene da dove ero venuta.

Pensai però che ormai non aveva più senso andare via senza capire cosa stesse succedendo, quindi mi feci coraggio e aprì velocemente la porta.

Ma mentre spingevo la maniglia iniziai a capire cosa stava succedendo, sentì le loro voci, inconfondibili per me.

La situazione che trovai fu una delle peggiori della mia vita.

Rimasi immobile, mi sentivo inerme davanti a quello schifo di scena.

Sembrava che stessi sognando.

Speravo che quello che stavo vedendo fosse solo il frutto di un orribile incubo, non riuscivo a credere ai miei occhi. Le due persone più importanti della mia vita non potevano farmi questo.

Ma realizzai subito che quello che stavo vedendo era la realtà e non un terribile sogno.

Luke e Melissa erano a letto insieme.

Non ci credevo.

Lei era la mia migliore amica.

Sapevo che la sua reputazione non fosse delle migliori ma mai avrei pensato che potesse farsela con il mio fidanzato.

Avevo visto bene prima, quel Maggiolino era suo, forse però il mio inconscio non ci voleva credere.

E lui.

Lui non era cambiato di una virgola.

Il playboy di una volta non se ne era andato.

Mi sentivo tradita, non solo dal mio ragazzo, ma anche da quella che reputavo la mia migliore amica, la mia confidente, la mia complice.

Mi facevano schifo, entrambi.

Rimpiansi subito il giorno in cui avevo deciso di dare quella maledetta occasione a Luke, ero sempre stata dell'idea che il lupo perde il pelo ma non il vizio, eppure avevo deciso di dargli un'opportunità. Alla fine a me non aveva mai fatto nessun torto.

Avevo seguito il consiglio della mia amica o quella che pensavo fosse una vera amica, ed ecco come sono finita.

Tutti e due rimasero stupiti nel vedermi.

Sicuramente con i loro messaggi pensavano di poterla fare franca, e invece no, ero li e il mio cuore si era appena rotto in mille pezzi.

Melissa si coprì con il lenzuolo, forse lo stesso che avevamo usato per coprirci qualche giorno prima io e Luke dopo aver fatto l'amore.

A quel pensiero mi salì lo schifo nello stomaco.

Sentì Melissa dirmi «scusa Mia, non volevamo, è stato un errore» e Luke che aggiunse «eravamo ubriachi ieri sera, una cosa tira l'altra ma ti prego perdonami, io ti amo».

Non riuscì a dire molto perché involontariamente mi ritirai in una bolla e le uniche parole che uscirono dalla mia bocca furono «Mi fate schifo. Vi voglio entrambi fuori dalla mia vita».

Alzai i tacchi e me ne andai di corsa piangendo, versando tutte quelle lacrime che fino a quel momento ero riuscita a trattenere.

Iniziai a correre, veloce come veloci erano le lacrime che una dopo l'altra mi rigavano il viso.

Ero incredula, non pensavo che sarebbe mai successo. Pensai a tutti inostri piani andati ormai in fumo, a quante altre volte potesse essere successa una cosa del genere e con quante altre ragazze.

Iniziai a rimuginare su tutta la nostra storia e capì che forse tutto quell'amore professato dal mio ormai ex ragazzo era sempre stato una bugia, una menzogna.

E quell'amicizia che credevo mi legasse a Melissa in realtà era solo una mia illusione, quella non era il tipo di amicizia che volevo.

Mi sentivo presa in giro da ogni punto di vista, non sapevo cosa fare.

Sentì le gambe cedermi piano piano quindi decisi di fermarmi.

Le lacrime però, non riuscirono a fermarsi con le gambe.

Piansi, piansi tanto.

Talmente tanto che riuscivo a sentire il gonfiore degli occhi accompagnato da un'emicrania fortissima.

La disperazione dentro di me cresceva sempre di più ed ero sempre più incredula.

Mi sentivo sola. Ero sola.


Quando tornai a casa i miei genitori non c'erano fortunatamente, infatti appena ripresi il telefono trovai un loro messaggio nel quale mi dicevano che sarebbero usciti per andare a fare la spesa. Insieme a quel messaggio c'erano anche dieci chiamate di Luke e sette di Melissa ma decisi di ignorarli, non ce l'avrei fatta a sentire le loro voci, ero ancora troppo scioccata dalla scena che mi ero ritrovata davanti agli occhi non molto tempo prima.


Il giorno seguente lo passai chiusa in casa, e quella domenica mattina sia Luke che Melissa vennero a casa mia per cercare di parlarmi ma chiesi a mia madre di inventarsi una scusa per evitare di vederli.

Le avevo spiegato la situazione il giorno prima, quando senza nemmeno rendermene conto scoppiai in lacrime davanti a lei per il grande dispiacere.

Mia madre odiava le bugie, ma non so se per il fatto di avermi visto distrutta o per la rabbia che anche lei da madre provava nei riguardi dei due traditori, senza chiedermi altre spiegazioni accettò subito di coprirmi le spalle e fare il mio gioco.


Il mese successivo fu molto dura per me. Avevo deciso di chiudere i rapporti con entrambi e di non perdonare nessuno dei due nonostante i loro molteplici tentativi. In effetti non ero mai stata brava a perdonare.

Non stavo bene, e anche il fatto che fossi costretta a doverli vedere entrambi a scuola non aiutava.

Con Melissa frequentavamo molti corsi insieme ma già dal lunedì dopo l'accaduto cambiai posto in classe, così da non dover essere la sua vicina di banco.

Con Luke invece avevamo molti meno corsi in comune quindi fu molto più semplice, anche se ogni volta che lo vedevo era sempre difficile per me trattenermi nell'andare da lui.

L'unico pensiero che mi aiutava ad andare avanti in quell'ultimo mese di scuola era che a settembre avrei ricominciato una nuova vita. Sarei andata alla Stanford, ciò significava nuovi amici, nuove abitudini, nuove materie ma soprattutto una nuova vita.

C'era una sola cosa di cui ero sicura: in questa nuova vita avrei pensato solo allo studio e non ci sarebbe stato nessun ragazzo a distrarmi.


TO BE CONTINUED.......

Eccociiiiii.. ho appena pubblicato il secondo capitolo del mio romanzo.. spero vi possa piacere.. sono molto curiosa del vostro parere!! Fatemi sapere!! Un bacioo😘
P.s. Scusatemi per gli erroriii 🙈

Come d'incanto (INCOMPLETA e IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora