Capitolo 9

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MIA

Ero abbastanza lucida per capire la situazione, quindi mi staccai subito da lui, ma non prima di aver goduto della magnifica sensazione che avevo provato al contatto con il suo corpo.

«Wow, non pensavo che mi saresti addirittura saltata addosso, bastava chiedere piccoletta» disse con un sorriso sornione.

Mi ricomposi subito coprendo con l'asciugamano ciò che con la caduta si era reso visibile, «non ti fare strane idee, sono inciampata nello scalino. E poi cosa ci fai tu in camera mia?» risposi un po' irritata.

«Scusa Mia è conme» disse Mark che aveva assistito a tutta la scena. In realtà non mi ero resa conto della sua presenza.

«Volevo vedere come stava Aria prima di andare a pulire il casino di ieri sera» proseguì un po' imbarazzato dalla scena appena successa e forse dal fatto che fossi mezza nuda.

«Tranquillo rimanete pure, tanto torno in bagno per cambiarmi» mi girai e lanciai uno sguardo fulmineo a Noah che non aveva mai smesso diguardarmi come un lupo affamato.

Inconsciamente mi piaceva quando mi guardava così.


Poco dopo essere entrata in bagno sentì la porta della camera chiudersi,  dedussi che se ne erano andati. Uscì quindi sapendo di avere campo libero.

«Scusa per prima, non pensavo finissi così presto con la doccia, di solito ci stai le ore» disse un po' dispiaciuta Aria.

«No tranquilla, non fa niente. Piuttosto tu, ma si può sapere cosa hai bevuto per ridurti in quelle condizioni?» dissi ridendo mentre ripensavo alla sera prima.

«Per favore non mi far ripensare a ieri sera. La prossima volta portami a casa con te, ti prego. Ho la testa che mi scoppia.» esordì mentre stesa sul letto si copriva il volto con il cuscino come se volesse far sparire anche le sensazioni provocate dall'alcol.

«In realtà non mi è andata molto meglio» dissi ricordando ciò che era successo lasera precedente mentre tornavo sola a casa.

«Cioè, cosa intendi?» disse la mia compagna di stanza tirandosi a sedere sul letto con un'espressione confusa.

Le raccontai quindi cosa mi era capitato. Del vecchio alcolizzato e di Noah che mi aveva salvata, e infine anche del bacio.

«Amica mia te l'ho detto che sarebbe andata a finire così» disse con gli occhi a cuoricino pensando già alle uscite a quattro che avremmo potuto fare.

«Non ti fare strane idee, non c'è niente tra di noi». Nemmeno io ci credevo fino infondo, però era meglio pensarla così.

«Ma se prima ti ha mangiata con gli occhi. Gli piaci, si vede» rispose con tono sicuro ed eccitato. «Ah si? Beh ha uno strano modo di dimostrarlo» ribattei pensando al suo comportamento.

«Vedremo chi ha ragione. E comunque la prossima volta non ti lascerò tornare sola. Mi dispiace tanto Mia» disse incolpandosi.

«Ma va tranquilla, non è mica colpa tua» la rassicurai mentre la raggiungevo per darle un abbraccio.


La giornata proseguì tranquilla. Nè io né Aria riuscimmo a concludere niente, infatti passammo tutto il giorno in camera a parlare e guardare film su Netflix, e infine per cena ordinammo due pizze da asporto, così da poter mangiare tranquillamente senza uscire.

Ogni giorno che passava mi trovavo sempre meglio con questa ragazza.

Eravamo più simili di quanto credessi.

Avevamo sofferto entrambe, ma tutte e due eravamo riuscite a rialzarci.


Le settimane successive passarono tranquille, seguivo volentieri le lezioni, iniziavo anche ad abituarmi a questa nuova vita e sentivo quasi tutti i giorni i miei genitori.

Come d'incanto (INCOMPLETA e IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora