Capitolo 6

172 40 75
                                    

MIA

La settimana seguente passò molto svelta, le lezioni mi piacevano tutte tranne matematica che non era mai stato il mio forte, il campus era enorme e non riuscivo ancora a orientarmi del tutto, però ero sulla buona strada.

Aria era simpaticissima e andavamo molto d'accordo, avevo anche conosciuto i suoi in videochiamata e mi avevano proposto di andare a passare qualche giorno da loro quando la mia amica sarebbe tornata per le festività e lo stesso fecero mia madre e mio padre con lei.

Credo che sia ai miei che ai suoi genitori facesse piacere conoscere la persona con la quale la propria figlia passava la maggior parte del tempo.

Tra lei e Mark era nato qualcosa, lui ogni giorno le stava appresso per dimostrargli il suo interesse e lei cercava di fare la sostenuta ma non le riusciva per niente bene. Erano molto carini insieme.

Inizialmente non credevo di riuscire a instaurare un rapporto di amicizia così profondo con qualcuno dopo ciò che avevo passato, ma con Aria era venuto naturale, le si leggeva in faccia che aveva un animo buono e che anche lei come me aveva sofferto molto. Forse era proprio questa la cosa che aveva spinto a legarci tanto in una sola settimana.

Con Noah invece le cose cambiarono totalmente dopo l'ultima conversazione. Non mi rivolgeva più quegli sguardi seducenti e provocatori ma salutava anche me nello stesso modo con la quale salutava Aria.

Le nostre conversazioni non andavano più in là del "Buongiorno" e del"ciao a domani" detti per educazione, anche se a volte se ne usciva con qualche frecciatina a cui però io decisi di non dare adito.

Iniziarono a girare voci su una sua presunta frequentazione con almeno dieci ragazze diverse, ma non sapevo se fossero vere, forse erano solo dei gossip creati da qualcuna che cadeva ai suoi piedi.

Mi arrabbiai però con me stessa perché quando sentivo parlare di questo argomento tornava in me quella sorta di gelosia come la prima volta che vidi quelle ragazze guardarlo con uno sguardo da predatrici.

Non sapevo bene il motivo di quella mia reazione però decisi di non dargli troppa importanza, altrimenti avrei peggiorato le cose.


«Cosa pensi? Mi sta meglio il vestito rosso o quello verde?» disse Aria mentre uscivo dalla doccia.

Mark ci aveva invitato a una festa organizzata da lui e alcuni suoi amici. Non avevo una gran voglia di andare soprattutto perché il giorno dopo, pur essendo domenica, dovevo studiare, ma Aria riuscì a farmi sentire in colpa per aver rifiutato dicendomi che l'avrei lasciata sola, quindi mi sentì in obbligo di accompagnarla.

«Decisamente quello rosso, sei uno schianto» la guardai meravigliata da come le stesse quel vestito. Non che quello verde non andasse bene, era perfetta e tutto sembrava calzargli al pennello, semplicemente un gusto personale.

«Si, affare fatto. Ora pensiamo a te» mi disse guardando il suo armadio, dato che io non avevo quasi nulla di adatto per una festa, «credo che questo stia benissimo con il tuo incarnato olivastro, provatelo» continuò passandomi un vestito rosa che scendeva morbido e arrivava poco più su del ginocchio, «con questa cinta..» mi disse mentre mi passava quella che era di color nero semplice «ti starà d'incanto» disse soddisfatta dell'abbinamento che aveva appena fatto.

Accettai il look, non era proprio il contrario del mio standard quindi andava bene.

Una volta vestitaAria esordì dicendo «cavolo Mia che bomba sexy, li farai impazzire tutti questa sera». Non so perché ma io e i complimenti non andavamo molto d'accordo, infatti mi imbarazzai, però era vero, non mi stava niente male quel vestito, «dai su, pensiamo al trucco che siamo già in ritardo» continuai per cambiare argomento in modo da non rimanere sul complimento.


Dopo mezz'ora eravamo pronte per uscire. Come mio solito non avevo fatto un trucco pesante, solo del rimmel e un rossetto rosa nude che si abbinava al vestito.

Arrivammo con un po' di ritardo alla festa, c'era molta gente e anche molto più grande di noi. Appena Mark vide Aria restò a bocca aperta, «ben arrivate ragazze, siete bellissime. Se volete da bere lo trovate in cucina, invece la sala da ballo è alla vostra sinistra» disse tutto ciò senza staccare un secondo gli occhi dalla mia amica che ovviamente sene era accorta e iniziò a flirtare con lui come suo solito mentre si allontanavano. L'avrebbe fatto impazzire prima o poi pensai tra me e me mentre mi scappò un sorriso.

«Sai che quando sorridi sei bellissima?» mi sussurrò qualcuno alle mie spalle. Quel sussurro mi formò dei brividi che sentì per tutto il corpo.

Dio che sensazione piacevole. Sapevo che era Noah, avevo ormai imparato a riconoscere la sua voce tra le tante. Mi girai con fatica, era come se il mio corpo fosse paralizzato da quelle parole, da quella voce e dal suo profumo, il più buono che avevo mai sentito.

«Quante ragazze hai conquistato con queste frasi sdolcinate?» risposi di getto con tono un po' arrogante e senza pensare che da un lato ero lusingata dalle sue parole e dall'altro pensavo veramente che si comportasse così con tutte.

Dal suo sguardo capì che non ci doveva essere rimasto troppo bene per la mia risposta ma subito dopo disse in tono serio «molte forse, ma nessuna bella come te». Mi guardava come forse non mi aveva mai guardato nessuno, con quel suo sguardo penetrante, in grado di leggermi nel profondo.

Mi resi conto in quel momento, anche se rimasi distaccata, che aveva appena abbassatole barriere, non era il solito Noah presuntuoso che andava in giro vantandosi della sua bellezza, quelli erano gli occhi dolci del ragazzo che avevo conosciuto la prima sera, quello che era rimasto in silenzio quasi per tutto il tempo a per guardarmi.

«Te l'ho già detto, con me non attaccherà» dissi con la voce un po' soffocata dal suo modo di guardarmi.

Che fastidio che mi dava, mi rendeva inerme, ma non potei fare altro.

«Forse hai ragione piccolina, non sono il tuo tipo» disse senza ripensamenti e se ne andò raggiunto subito da Ashley, una delle ragazze che seguiva con noi diritto e alla quale non passava mai inosservata la sua presenza.

"Piccolina" e da quando in qua mi chiama così?

Si, forse è meglio così, pensai tra me e me un po' delusa dalla sua uscita di scena e un po' da me stessa, ero stata veramente antipatica.


Girai in cerca diAria o di qualcuno che potessi conoscere e alla fine la trovai.«Eccoti, dai andiamo a ballare» disse la mia amica che aveva sicuramente bevuto già qualcosa, così la seguì in pista e ci scatenammo sulle note di Play Hard di David Guetta, ballammo così tanto che per un momento pensai che le gambe non mi avrebbero retta.

Avevo fatto bene a venire con Aria a questa festa, avevo bisogno di divertirmi.

Dopo non so quante ore presi il cellulare e vidi che erano le 3:40. Cavolo pensai, non riuscirò mai ad alzarmi domani. Quindi decisi che era ormai ora di tornare a casa. Quando però lo dissi ad Aria non era molto contenta della decisione, lei non era stanca e sarebbe voluta rimanere,«tranquilla Mia, torno più tardi con Mark, non ti preoccupare».


Feci quindi un sorriso di ringraziamento a Mark e mi avviai verso l'uscita, tirai fuori il telefono per chiamare un taxi ma chi mi rispose mi avvertì che prima di un'ora e mezza non sarebbero potuti venire. Decisi quindi che sarei tornata a piedi.


TO BE CONTINUED.....

Eccociiiii spero vi sia piaciuta anche questa parte, domani ne uscirà un'altra. Alla fine secondo voi, Mia ritorna a casa da sola? Fatemi sapere cosa ne pensate! :)

Come d'incanto (INCOMPLETA e IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora