Capitolo Otto

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"La Sibilla con bocca delirante dice cose di cui non ride, non abbellite, non profumate e con la sua voce oltrepassa mille anni per il divino che è in lei."

[Eraclito]


Sono ore, ormai, che siamo chiusi dentro la vecchia stanza di Ade. Ho sfogliato una decina di libri e quaderni, con non poca difficoltà vista la pessima scrittura del loro proprietario. Li sfoglio senza nemmeno sapere esattamente cosa stia cercando; forse un'indizio su dove si trovi ora Ade? Un'idea sul come sconfiggere la profezia?

Non lo so.

Alzo gli occhi dall'ennesimo quaderno a quadretti, sento la testa scoppiarmi perché, Ade, oltre a scrivere male scriveva anche molto piccolo e tutto attaccato. Guardo Ares intento ad osservare la stessa schermata da ore, sfondo nero con su una scritta bianca: inserire password. Ha solo cinque tentativi e se non li sbaglia tutti siamo in un mare di guai.

«Pensato a niente?» gli chiedo nella speranza che gli sia venuta una mezza idea su quale sia la parola chiave per sbloccare quel coso.

Scuote leggermente la testa. «Assolutamente no! Mio fratello non era uno banale, e gli piacevano molto, anche, gli indovinelli».

«Non c'è la possibilità della domanda? Quella che serve per recuperare le password.»

Lui clicca in basso a sinistra e io, intanto, mi avvicino per poter leggere meglio. Ares legge ad alta voce: «C'è una cosa che m'interessa più della mia stessa vita».

Sbuffo sonoramente passandomi una mano fra i capelli. «Stiamo scherzando vero? Ade non poteva rispondere a una di quelle stupidissime domande base? Tipo: qual'è stato il tuo primo animale o dove hai conosciuto il tuo migliore amico?»

«Troppo facile e a lui le cose facili non sono mai piaciute» mi risponde mesto Ares mentre si dondola all'indietro sulla sedia.

«Cosa può esserci di più importante della sua stessa vita? Un oggetto a cui lui teneva particolarmente?» chiedo e nella mia voce sento una leggera nota di disperazione.

«Mio fratello non era uno materiale. Io penso che si tratti di una persona.»

«Ares» lo chiamo scettica «tuo fratello considerava tutti importanti. Per questo era amato e rispettato. Se chiedevi aiuto era il primo ad arrivare per tenderti la mano, era quello che era sempre pronto a dare la vita per i suoi amici e familiari. Quindi di che stiamo parlando?»

«E se la parola fosse proprio amici?» chiede lui.

Alzo le spalle. «Può essere. Ma se non fosse, con il tuo ragionamento, dovremmo provare anche famiglia e Clan o anche Clan Olympos per intero. A quel punto ci rimarrebbe una sola possibilità. No. Dobbiamo essere certi della risposta per assicurarci di trovare la password al primo colpo, al massimo al secondo. Non oltre».

«Allora staremo qua tutta la notte» borbotta irritato il biondo «Tu hai trovato niente d'interessante nei suoi quaderni?» mi chiede, per cambiare discorso.

Mi giro ad osservare quelli che ho ammucchiato sul letto. «Per ora niente di che. La maggior parte sono vecchi quaderni di appunti, sia del liceo che del college. Per il resto sono solo libri di testo e gialli, il genere che Ade più amava».

«Niente sull'antica Grecia?»

Mi giro, di nuovo, a guardare Ares incrociando i nostri occhi azzurri. «In effetti ce ne sono un paio. Ma ancora non li ho controllati».

«Allora che aspetti? La risposta potrebbe essere là dentro o anche solo la password per questo cacchio di computer.»

Seguendo il suo amabile "consiglio" ritorno a una delle librerie e recupero i tre libri che parlano dell'antica Grecia. Dall'aspetto sembrano molto vecchi e consumati dal tempo e dai vari, probabili, proprietari che l'hanno posseduti. Le pagine sono molto sottili e non appena apro il primo di essi ho paura che possa distruggersi sotto le mie mani.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 03, 2020 ⏰

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