Cosa era venuto a fare? Non avevo voglia di vedere nessuno, tantomeno lui.
In quell'istante realizzai i rumori e le urla, era Alvaro che cercava d'impedirgli di venire da me.
Aveva sempre cercato di proteggermi e salvaguardarmi da lui e anche quella volta non si era affatto smentito.
"Ero preoccupato Am" disse Mattia avvicinandosi.
Mi allontanai quando cercò di toccarmi il braccio, fu un gesto totalmente istintivo.
Ci provò ancora e la mia reazione fu la medesima di qualche secondo prima.
Non riuscivo a spiegarmelo, non mi sarei minimamente aspettata tale comportamento, non era mai successo prima.
"Cosa stai facendo?" mi domandò ma non riuscì a rispondere.
Non ne avevo minimamente idea.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, per l'ennesima volta.
"Ehi, no" mi si avvicinò ma, al contrario di quanto fatto precedentemente, quella volta non mi opposi.
"Tesoro va tutto bene" mi abbracciò e in quell'esatto momento sentii la necessità di sfogarmi con lui.
Mi aggrappai alle sue spalle muscolose e possenti e mi lasciai andare completamente.
Continuava a sussurrarmi parole dolci, cercava di consolarmi in ogni modo possibile e per la prima volta mi sentii importante per qualcuno.
Fu davvero bello.
Mentre ero stretta tra le sue braccia capì che Mattia per me era più di un semplice amico, aveva iniziato a farmi provare sensazioni prima di allora sconosciute.
Bastava un suo sguardo a scatenare mille farfalle nel mio stomaco, un suo sorriso a rallegrarmi la giornata e una sua carezza a farmi sentire meglio.
Presi un respiro profondo e il suo profumo riempì le mie narici.
Sperai che il ricordo del suo odore potesse rimanere nei miei ricordi il più a lungo possibile, che rimanesse impregnato sulle coperte del letto dove eravamo poggiati in modo da poterlo annusare di tanto in tanto durante la notte quando non sarei riuscita a prendere sonno e lo avrei pensato.
Ero molto più serena, finalmente ero riuscita ad ammettere a me stessa quello che provavo ed era già un grande, se non enorme passo.
Come avrei fatto a dirlo a lui? Probabilmente tutto quello che sentivo non sarebbe stato ricambiato.
Più e più volte mi era stato descritto come uno da una notte sola oppure dal bacio rubato e io non avevo assolutamente bisogno di quello.
Rivelare i miei sentimenti e farmi andare bene le sue regole oppure continuare a tenere tutto dentro e far finta di nulla?
Cosa avrei dovuto fare? Quale sarebbe stata la scelta migliore tra le due?
Cercai di non pensarci e godermi il momento per quanto possibile.
"Possiamo parlare ora?" mi domandò staccandosi per posare una mano sul mio volto e far incrociare i nostri sguardi.
Mi limitai ad annuire, purtroppo non riuscì a trovare le parole per pronunciare una risposta.
Si girò verso la porta e lo vidi fare un cenno con il capo.
Mi spostai in modo da avere maggiore visuale e notai Alvaro che in silenzio si allontanava.
Era stato lì tutto il tempo?
"Cosa ti sta succedendo Amanda?" mi accarezzò la guancia.
"Io...non lo so" mentii, lo sapevo benissimo.
Mi stavo innamorando di lui.
"Ti ho vista piangere troppo spesso da quando sei qui, non va bene" sussurrò appoggiando la sua fronte alla mia.
"Mi spiace" dissi semplicemente.
Ero davvero dispiaciuta, solitamente ero quella sempre sorridente e sarei voluta continuare ad esserlo anche in America ma stavo soffrendo e non ero di certo il tipo di persona che amava fingere.
Forse era la lontananza dai miei cari a farmi stare in quel modo, il non potermi confidare con mia mamma, non poter chiamare per colpa del fuso orario e degli impegni da entrambe le parti.
"Dispiace a me di essere la causa del tuo malessere" replicò sospirando.
Non aveva capito assolutamente nulla.
"No, tu mi fai stare bene" decisi di dirglielo.
Non ci pensai molto, lo feci e basta, fui impulsiva e capitava raramente che lo fossi.
"Sul serio?" si staccò improvvisamente.
Pensai di aver detto qualcosa di sbagliato perciò mi rabbuiai.
Feci cenno di sì con la testa, timidamente, avendo quasi paura della sua risposta.
Quando rimase in silenzio abbassai immediatamente lo sguardo e iniziai a torturare le mie povere mani.
"Am" esordì dopo qualche minuto.
Lo guardai, era davvero bellissimo.
I capelli spettinati e ancora bagnati, suppongo avesse fatto la doccia, la maglia che gli fasciava il petto e il sorriso stampato sulle labbra.
"So che ti sembrerà assurdo ma anche tu mi fa stare bene" disse.
Le sue parole mi fecero felice, molto.
Mi emozionai ma al contempo ero imbarazzata, come ci si comportava in quelle situazioni? Non ne avevo la più pallida idea.
"Vieni qui" m'invitò nuovamente tra le sue braccia e non potei che accettare.
"Sei speciale Amanda" sussurrò al mio orecchio.
Mille brividi attraversarono la mia spina dorsale.
"Non so cosa fare Mattia" buttai fuori quasi senza rendermene conto.
Con lui sembrava tutto così estremamente semplice ma allo stesso tempo c'era qualcosa che lo rendeva complicato, più grande di me.
"Fa quello che ti senti" rispose.
L'unica cosa che desideravo in quel momento era far scontrare le nostre labbra.
Mi staccai dall'abbraccio, i nostri volti erano vicini, talmente tanto che potevo sentire il suo respiro fondersi con il mio.
"Io non.." iniziò ma lo interruppi subito.
"Non è più come prima" sussurrai a un millimetro dalla sua bocca.
Sperai avesse colto il significato di quella breve frase.
Per un attimo che sembrò infinito nessuno dei due si mosse, forse eravamo impauriti da quello che sarebbe potuto accadere in futuro oppure cercavamo di capire se fosse corretto farlo.
L'unica certezza che avevo è che entrambi lo volessimo ardentemente.
Non ebbi il tempo di ragionarci a lungo, mise la mano dietro la mia nuca, mi attirò a sé e le nostre labbra s'incontrarono.
Fu un bacio delicato, molto casto.
Le nostre lingue iniziarono a muoversi molto lentamente con fare armonioso, il cuore mi martellava nel petto e, nonostante mi mancasse il respiro, un po' per l'emozione, un po' per la durata del contatto, non volli staccarmi da lui, non così in fretta.
Cercai di memorizzare ogni singolo secondo mentre desideravo di baciare la sua bocca ogni istante della mia vita e di aver sempre presente il suo sapore.
Nonostante in quei giorni non avessimo fatto altro che litigare e allontanarci sapevamo perfettamente ambedue che dal primo giorno in cui avevo messo piede in casa sua era scattato qualcosa.
Li sguardi, i sorrisi, le carezze, non erano quelli di una classica amicizia.
Ero consapevole che la mia vita da quel giorno sarebbe cambiata ma non m'importava minimamente, in quel momento ero la ragazza più felice sulla faccia della terra.••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Spazio autrice.
Ciao a tutti!
Ci ho messo un po' a scrivere questo capitolo ma devo dire che è venuto veramente bene, ne sono soddisfatta.
In questi giorni d'inattività siamo arrivati ad essere primi in #experiences, vi giuro, ancora non ci credo.
Stiamo manteniendo quel posto e spero vivamente di restarci per un po' di tempo.
Ci tengo ancora a ringraziarvi, abbiamo anche raggiunto quota 400 letture!
Siete spettacolari miei amati lettori.❤️
Già che ci sono v'invito a seguirmi in modo che vi arrivino le notifiche sugli aggiornamenti e su quello che combino quando non pubblico.
Vi voglio un mondo di bene.
Al prossimo capitolo,
vostra
-nome🥀
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Exchange student
RomansaAmanda, una studentessa Italiana di soli 16 anni prende la decisione di partire per un anno in America come exange student. Quando mise piede su quell'aereo non era a conoscenza di ciò che le sarebbe accaduto. Ne vedrete delle belle, buona lettura...