Capitolo 16
Ban si stese nuovamente sul letto, e la sua totale assenza di proteste sconcertò alquanto Elaine. Ma la fata non si azzardò a farlo notare, per una volta che quel pazzoide faceva qualcosa di positivo per la propria salute. Invece arretrò lentamente e lo lasciò là, con la speranza che ci avrebbe messo più di un secondo e mezzo secondo a presentarsi nuovo di sotto. E allora lei non avrebbe dovuto riportarlo in camera a furia di sgridate.
Il ragazzo era sicuro di essersi ripreso quasi del tutto dalla sbornia, ciò nonostante sentiva un bruciore dentro tutt'altro che piacevole. Era all'altezza dello stomaco e lo tormentava.
Fissò il soffitto, incapace di mettere in ordine i propri sentimenti, incapace di decifrare quello che il proprio corpo tentava di comunicargli. Non c'era un argomento fra i suoi pensieri che non lo indisponesse: che fosse Elaine, la birra, le mazzate, i sette peccati capitali, Meliodas...
Non sembrava esserci un modo di sbrogliarsi da quella situazione così intricata. E di sicuro, gli sprazzi di ricordi che continuavano a sovvenirgli, riguardo quella notte di follie, non erano d'aiuto.
Ma alla fine, colto dalla disperazione, cedette a quest'ultimi e tentò di ricostruire l'accaduto, con la speranza che qualcuno dei momenti mancanti nella sua memoria potesse fornirgli le giuste risposte.
Chiuse gli occhi e delle sensazioni cominciarono ad affiorare. Dapprima venne un forte profumo di erba bagnata, e con esso giunsero delle immagini di lui e Meliodas a rotolarsi in un prato, prendendosi a botte. Va bene, fino qui c'eravamo: Ban sapeva che quello era il prato davanti al Boar Hat e che quelle scene erano avvenute subito dopo la fine del contest alcolico. Con un piccolo sforzo il peccato della volpe ricordò anche che era stata Merlin a portarli lì, e ricordò che mentre la maga gli raccomandava di prendersi cura del capitano, aveva loro augurato una buona notte. Eccome se era stata un buona notte, ammise una vocetta nella testa di Ban.
E in quel momento irruppero altre immagini, vivide dietro le palpebre del peccato d'avarizia. Il suo corpo e quello di Meliodas avvinghiati in qualcosa più di un abbraccio, nudi, sudati, bollenti. L'odore dei capelli di Meliodas riempì le narici di Ban come se il capitano fosse stato ancora lì accanto a lui. E così anche il tocco delle sue labbra con il loro sapore. Morbide dolci labbra. E così tanti baci...
Ban cominciò ad avere caldo, e si profuse nel dissimulare i segnali del suo corpo che sarebbero risultati compromettenti se qualcuno fosse entrato in quel momento. Ma non ci riuscì molto bene. Così imprecò. In tutta la sua vita era stato quasi più tempo ubriaco che sobrio e ogni volta finiva per dimenticarsi tutto. Com'era possibile che proprio questa volta, si ricordasse così tante cose? Si trattava di un caso o meno?
"Dimenticare tutto..." Così giunse l'ennesimo ricordo. Meliodas che osservava le proprie mani con aria affranta, Ban gli aveva appena detto che probabilmente al risveglio avrebbe dimenticato tutto. E in quel momento il peccato della volpe, prima ancora di ricordarsi di com'era andata davvero, ebbe i medesimi pensieri di allora.
Si sentì triste per il capitano, e al tempo stesso lo attraversò il folle pensiero di rischiare tutto e baciarlo, pur di vederlo di nuovo felice.
I sentimenti di Ban erano ancora in subbuglio, ma qualcosa cominciava ad essere più chiaro e lineare in tutta quella confusione. Ed infine giunse un piccolo ricordo molto sfuggevole. E Ban dovette concentrarsi molto per afferrarlo, ma ne valse la pena.
"Oh capitano, ma nemmeno io adesso voglio più dimenticare", sentì sé stesso dire, mentre sorrideva in modo ebete, precisamente dopo aver vomitato, al termine della loro notte di follie.
Il ragazzo si chiese se fosse davvero così. Se quelle parole, e tutto quello che era avvenuto, non fosse soltanto frutto dei fumi dell'alcool. Un vaneggiare incontrollato, una pazzia dopo l'altra. Era molto plausibile ma... Ban non ce la fece a convincersi, non ce la fece ad ingannarsi, tutto quello che aveva detto e provato era reale e onesto. Affermare il contrario era pronunciare menzogne. Ma adesso...?
Passarono ancora un paio di giorni prima che Ban avesse il permesso di scendere per mangiare con gli altri e poi, poco a poco, riprendere la vita di tutti i giorni.
Fu sollevato di non dover più passare ore ed ore steso su quel letto, a rimuginare più del dovuto su certi argomenti. Tuttavia, fu stabilito, all'unanimità dei restanti peccati capitali, che non avrebbe dovuto nemmeno avvicinarsi a qualcosa di alcolico a tempo indeterminato. E questo sì che era un problema. Non che Ban fosse dipendente, ma ci furono momenti in quei giorni in cui, mai come allora, gli avrebbe giovato un goccetto. Non lo diede a vedere, ma era molto ansioso e pensieri turbolenti continuavano a tenerlo sveglio la notte.
Meliodas invece fu costretto a letto per una settimana ancora. C'erano momenti in cui era lucido e stava relativamente bene, e altri invece in cui pativa le pene dell'inferno, colto da spasmi e brividi. Tutti quanti erano ancora preoccupati, ma con la certezza che il capitano non ci avrebbe più lasciato le penne dormivano sonni più tranquilli, e anzi, non ci volle molto che tutti quanti iniziassero un po' a punzecchiare il peccato del drago riguardo tutte quelle vicende. Se l'era cercata alla grande, e quindi lui sentiva anche di meritarsi un po' quel trattamento. Così non contestò e anzi, spesso rise con amici di tutta la faccenda.
Vennero ben due re a fargli visita.
Per primo Bartra, non appena si fu liberato dal grande ammontare di lavoro che l'aveva sommerso dopo la fine del festival. Fortunatamente, era stato nuovamente aiutato dalle tre figlie e da tutti i cavalieri sacri, e così le faccende erano state sbrigate relativamente in fretta. Si presentò al capezzale di Meliodas con un mezzo sorrisetto sulla faccia. Espresse il suo augurio di pronta guarigione, e poi si vantò che evidentemente le sue scorte di alcool erano state troppo grandi persino per il prode Meliodas. Il capitano dei peccati lo lasciò gongolare finché il re non se ne uscì con:
-Bè alla fine non c'era affatto da preoccuparsi di quella visione, che sollievo.-
-Visione?-
Si fece curioso il capitano dei sette peccati capitali.
-Oh sì, è parte del motivo per cui non è stato concesso, a te e a Ban, di partecipare al torneo d'armi. Una visione bella strana in effetti, per niente chiara.-
A quel punto Meliodas ebbe un fremito, temendo che la visione avesse mostrato al re qualcosa di troppo, così insistette:
-Che cosa mostrava di preciso?-
Bartra si fece pensieroso, come se si sforzasse di ricordare i versi di una poesia:
-Cominciava con tu e Ban riversi in mezzo ad una piazza gremita di gente. Tutta l'attenzione era su di voi e l'aria era carica di tensione. Dopodiché tu venivi sollevato in trionfo. E fin qui poteva trattarsi benissimo della conclusione di un torneo d'armi che di un contest alcolico. Poi però la scena cambiava e c'eravate tu e Ban ad azzuffarvi in un prato. Così non ho saputo interpretare quello che vedevo. Non capivo se tutto questo avrebbe portato a rovina e distruzione oppure a qualcosa di buono. In ogni caso, tutto è bene quel che finisce bene.-
-Già...-
Concordò Meliodas, tirando un mezzo sospiro. A qual punto il re si alzò dalla poltrona di fianco al letto e si stiracchiò la schiena.
-Sarà meglio che vada, le scorte reali necessitano di essere rimpinguate e giungono offerenti scatenati da tutta la Britannia, come si dice, le notizie volano! Avrò il mio bel daffare. Arrivederci!-
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Un mare di alcool e un pizzico di follia (Fanfiction)
FanfictionIl festival estivo si prospetta un evento grandioso per la città di Lyonesse, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che era destinato a concludersi in una maniera COSI' particolare. Vedremo i nostri due protagonisti alle prese con un contest fuori pr...