Capitolo 10

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Capitolo 10


Quando Merlin si decise che non c'era più pericolo di interrompere qualcosa di piccante, fece ritorno al Boar Hat.

Trovò Ban e Meliodas raggomitolati fra le coperte in un abbraccio scomposto. Sorrise maliziosa e soddisfatta. Alla fine, non aveva dovuto nemmeno intervenire troppo nel corso degli eventi perché quella situazione si realizzasse davvero.

Era bastato dare spago a quei due pazzoidi, inventarsi qualche strana regola al torneo e poi assicurarsi che avessero un po' di privacy. E non riteneva queste azioni degne di rimorso, anzi, tutt'altro.

Ma lei adesso si era divertita abbastanza, era arrivato il momento di fare qualcosa anche per le conseguenze di quella situazione. E lei non voleva certo procurarsi un facile lieto fine, ma nemmeno lasciare che le cose precipitassero. Quindi fece comparire dei vestiti addosso ai due. Trasportò con la magia Ban fino al suo letto e vedendolo parlottare nel sonno e rigirarsi ritenne che sarebbe stato bene.

Dopotutto il suo stato d'immortalità lo preservava da una fine certa e presto il suo corpo, in un modo o nell'altro, si sarebbe sbarazzato dell'alcool in eccesso.

Quindi Merlin tornò nella stanza di Meliodas e gettò un'occhiata al capitano dei sette peccati capitali. A differenza di Ban dormiva in una posa più rigida e il suo corpo era ancora accaldato e sudato. Le palpebre erano strette e il respiro usciva a rantoli.

La maga si disse che era normale che fosse così, dopotutto Meliodas aveva bevuto più di Ban ed era plausibile che stesse peggio. Ma allo stesso tempo le sorse il dubbio che in qualche modo i demoni avessero modi diversi di metabolizzare l'alcool. Fatto che li rendeva così più resistenti rispetto agli umani, ma che forse stava impedendo a Meliodas dei miglioramenti visibili. La maga non lo sapeva in realtà. Così si risolse di approfondire le ricerche e trovare un modo per aiutarlo. Certo, non avrebbe lasciato morire Meliodas per una stronzata del genere, e se fosse stato necessario sarebbe intervenuta. Solo che a quel cretino gli ci era voluto di spingersi davvero tanto lontano per lasciarsi andare, e così aveva davvero complicato le cose.

Adesso lei era quasi sicura che sarebbe dovuta intervenire, nonostante avesse progettato di tenersi fuori dai giochi. E mascherò il nascente senso di colpa con uno sbuffo di fastidio.

Così Merlin se ne andò, proprio mentre i mattinieri Gowther ed Escanor, seguiti a ruota da Hawk, facevano ritorno al Boar Hat, dopo aver trascorso la notte al castello. Merlin li aveva persuasi a rimanere lì dicendo che era pericoloso aggirarsi di notte per la città e per le campagne per via di tutti gli ubriachi che il contest alcolico aveva fatto e che potevano aggirarsi per le strade con fare poco amichevole.

Subito Escanor, già arrendevole a qualunque suggestione della maga, aveva accettato di buon grado di passare la notte al castello, anche per via della codarda consapevolezza di non potere assolutamente nulla, in quella sua debole forma notturna.

Gowther non aveva sollevato particolari proteste. Non gli faceva differenza. Anche se in realtà qualche ubriaco violento per le strade non avrebbe mai potuto spaventarlo.

Era stato Hawk invece ad opporre la maggiore resistenza. Non voleva lasciare il suo locale incustodito e si pavoneggiò esuberante con gli altri dicendo che in caso si fossero imbattuti in gente pericolosa, lui li avrebbe senza dubbio potuti proteggere. Tuttavia, alla fine Merlin riuscì a corromperlo con la promessa di una grande abbuffata di avanzi regali da reperire al castello. Il maiale non si insospettì nemmeno per la faccenda di Meliodas e Ban da soli nella locanda, dato che aveva dormito per tutta la fase finale della loro grande sfida e non sapeva niente del bacio e delle possibili conseguenze.

Un mare di alcool e un pizzico di follia (Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora