Alcune persone dicono che esistano tante forme di dolore.
Alcune persone sostengono che il dolore sia solo uno dei tanti sentimenti che possiamo provare durante la vita, l'ennesima seccatura con cui dobbiamo imparare a convivere.
Alcune persone pensano che il dolore sia una parte di noi, un piccolo pezzo del nostro enorme puzzle che ci ricorda, pulsando come un cuore, che siamo vivi e che siamo umani.
Alcune persone pensano che il dolore, con il tempo e con le giuste cure, possa passare mentre altre persone credono che il dolore non ci abbandonerà mai, scaverà un solco sulla nostra pelle e ci ricorderà sempre che è con noi, al nostro fianco.
Alcune persone pensano che il dolore sia come un fischio acuto nelle orecchie, un continuo e sordo frantumarsi di qualcosa dentro di noi e che solo noi possiamo avvertire davvero.
Per me sono tutte stronzate.
Per me il dolore è come un onda.
Il dolore che sto provando è travolgente, veloce come un treno in corsa, come il cuore in emozione che batte per scappare da me.
Il mio dolore non mi permette di respirare e se continuo a lottare contro di lui mi trascinerà sempre più in profondità fino a farmi annegare.
Il mio dolore è freddo e si insinua in ogni parte di me, entra nei miei occhi e mi acceca mentre con indifferenza trascina il mio corpo senza forze in chissà quale luogo.
La mia testa sbatte contro il fondo, contro la crudeltà del dolore e mi costringe a abbandonarmi totalmente ad esso.
Il mio dolore non si combatte.
L'unico modo per non soccombere al mio dolore è lasciarsi sommergere da questo per poi risvegliarsi dopo tempo in un altro luogo, cambiati e con la consapevolezza sempre più forte di quanto queste onde siano improvvise e ingiuste.
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Buio
General FictionRicordo quando l'ispirazione mi ha lasciata. Ricordo il primo respiro senza quella parte di me, il vuoto e lo stupore di sentirmi improvvisamente persa. Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire i colori del fuoco che ardeva nel mio petto e impetu...