Tu sei mia • {Taemin X Reader}

La sua voce • Capitolo 2

Questo... Non è amore...
Una volta mi dissero:
"Quando un fiore ti piace, lo cogli, lo vuoi solo per te...
Ma quando ami un fiore invece,
ti prendi cura di lui."

Avrei dovuto capirlo.

Aprii la porta, di corsa, non mi importava più di niente nemmeno di fare rumore, dovevo correre via ed essere più veloce di lui.
Una possibilità, una sola, non ne avrò altre...
Quando la porta si aprì mi ritrovai su una scala antincendio di un un edificio molto alto, non so a che piano fossi ma dovevo scendere, andare per strada, c'era tanta gente e non avrebbe più potuto fermarmi.
Scesi gli scalini più in fretta che mai ed arrivata finalmente nel vicolo tra quel palazzo e quello di fronte...
Non c'era altra scelta, se fossi rimasta in quel vicolo cieco prima o poi mi avrebbero accerchiata,
dovevo correre verso la strada...

Alzai per un un attimo lo sguardo:
Mi stava fissando
Stava venendo a prendermi.

Le lacrime rigarono il mio volto guardandolo...
Non mi aveva mai amata davvero.

Fu così che presi una decisione drastica, in preda al panico e corsi in mezzo alla strada.
Una macchina fu l'ultima cosa che vidi , poi sentii l'urto
un forte dolore percorrere il mio corpo...

Non devo chiudere gli occhi, se lui arrivasse sarebbe la fine...

Buio

O forse...

Un ragazzo

Stava correndo... Verso di me?

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Taemin pov.

Arrivai in ospedale e fui costretto ad aspettare in sala d'attesa mentre i medici, con urgenza, si dedicarono alla ragazza.
Certo che per essere "il suo ragazzo" sembravo piuttosto calmo...
Ovvio che quel dottore sull' ambulanza mi abbia guardato male più di una volta.
Ma che mi è saltato in mente?
E se si svegliasse e i medici le dicessero che io, un completo sconosciuto, si è presentato qui come suo ragazzo?
Forse dovrei andarmene prima che si svegli...

Mi alzai dalla sedia e con passo incerto mi avviai verso l'uscita:
mi voltai un attimo verso la camera della ragazza, ma dopo un momento di esitazione decisi di andare via, ma prima che uscissi del tutto un'infermiera mi fermò:

"Scusi signore, lei è arrivato con la ragazza in ambulanza giusto?
Ecco volevo sapere se sapeva come contattare i suoi genitori, non sappiamo quanti anni abbia né il suo nome ma... Lei la conosce giusto?"

Non sapevo più cosa stavo facendo, cosa dovevo inventarmi?
Non sapevo niente di lei e l'avevo solo accompagnata: questa era la verità.
Decisi di continuare a mentire, dopotutto ormai c'ero dentro, non potevo certo permettere che mi riconoscessero... Se i giornalisti fossero venuti a sapere di una cosa del genere chissà di cosa avrebbero potuto accusarmi...

"Si chiama Sen e per quel che so non ha i genitori, ci siamo conosciuti solo un mese fa e..."

L'infermiera non aveva una faccia convinta...
Mi guardava in modo strano.

"Devo chiederle se le è possibile rimanere qui dato che non riusciamo a contattare nessuno che conosca quella ragazzae, non ha nemmeno un cellulare, se non le dispiace..."

L'infermiera guardò l'uscita dietro di me con aria quasi dispiaciuta.
Non potevo lasciarla qui adesso...

"Stavo solo andando a fumare una sigaretta, non me ne sto andando, sono nervoso..."