"Ed ora che sei sola pensi a ciò che hai fatto allora
Chiami venti volte al giorno e dici che hai sbagliato tu ".
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*Dylan*
Non feci neanche in tempo ad entrare in casa che già stavo per riandarmene.
"Dyl, dove vai?" chiese mia madre inseguendomi
"A cercarlo" affermai sicuro
"Potrebbe essere ovunque in una città come New York lo sai" disse preoccupata
"Diciamo che ha dei posti fissi in cui andare..." sussurrai. Lei non sapeva nulla dei metodi di svago di Cole e non credo che questo sia il momento opportuno per comunicarglieli.
Uscì velocemente dalla porta e salì nella macchina dei miei, visto che il taxi se ne era già andato da qualche minuto.
Mio fratello è un ragazzo monotono sotto alcuni punti di vista ed io conoscevo quasi alla perfezione i suoi gusti. Strip House Speakeasy, il suo pub preferito. Ragazze e alcol, un sogno per lui. Aperto ventiquattro ore su ventiquattro, è il suo rifugio preferito quando gli succede qualcosa di forte. Non so cosa sia successo questa volta, ma spero vivamente di trovarlo li.
Arrivai velocemente davanti al pub in questione ed entrai. Conoscevo bene il proprietario, eravamo i suoi clienti fissi.
"Casey!" esclamai una volta arrivato davanti al bancone
"Ehy Dylan. Il solito?" mi rispose un ragazzo che ha più o meno la mia stessa età. Capelli pettinati alla perfezione, occhiali e maglietta bianca a mezze maniche che lasciavano scoperti i suoi bicipiti, il suo classico outfit.
"Non no, sono venuto per mio fratello... Per caso lo hai visto?" chiesi appoggiandomi con i gomiti sul bancone
"No, neanche l'ombra di Cole" disse guardandomi "Mi spiace" aggiunse
"Cazzo..." sospirai "Grazie lo stesso" dissi incamminandomi verso l'uscita
"Di nulla" urlò per il volume alto della musica
Salì di nuovo in auto sbuffando. "Dove potrebbe essere..." pensai.
Eliminai da tutte le opzioni i pub e i bar rimanenti. Era questo il suo preferito, sarebbe venuto per forza qui. Quindi, rimaneva solo un posto in cui cercare.
Il nostro appartamento al centro di New York, a pochi kilometri da qui. Arrivai pochi minuti dopo. Parcheggiai la macchina nel parcheggio condominiale e il portiere mi aprì la porta vedendomi arrivare.
"Signor Sprouse" mi salutò
"William, ti ho detto mille volte che puoi chiamarmi Dylan" dissi continuando a camminare all'indietro per non dargli le spalle. Lui sorrise e nel mentre io chiamai l'ascensore.
Le porte si aprirono ed io entrai nella cabina argentata. Mi appoggiai alla parete sbuffando dopo aver premuto il pulsante che indicava il piano del mio appartamento. Uscì dall'ascensore poco dopo, che per quanto fosse grande, mi aveva fatto mancare il fiato.
Suonai alla porta sperando che qualcuno mi rispondesse e nel mentre cercavo le chiavi di casa. Nessuno rispose. La serratura scatto ed entrai chiudendo la porta alle mie spalle. Feci cadere la giacca a terra e raggiunsi velocemente il salotto, vedendo Cole che dormiva sul divano con la televisione accesa.
Sospirai sollevato e mi avvicinai a lui per svegliarlo. La sua mano penzolava del divano di pelle bianca e i suoi capelli leggermente bagnati dal sudore ricadevano spettinati sulla sua fronte.
"Cole" dissi scuotendo la sua spalla "Cole!" ripetei più forte.
Lui mugolò qualcosa con non riuscì a decifrare, ma in compenso aprì gli occhi.
"Dylan?" disse confuso stropicciandosi gli occhi
"Ma buongiorno è" dissi alzandomi dal divano
"Che ci fai qui?" sbadigliò mettendosi a sedere
"Potrei farti la stessa domanda. Sei sparito senza dire nulla" spensi la tv
"Scusa avevo il cellulare scarico... Ma che ore sono?" disse passando una mano tra i capelli
"Le 9 di sera" dissi mentre ero impegnato a scrivere a nostra madre che era tutto ok
"Dio, ma quanto ho dormito..." sussurò posando la testa tra le mani
"Non ne ho idea, non so da quanto sei qui" spensi il telefono "Cosa è successo?"
"Sono venuto qui per prendere una chiavetta USB e ho trovato Bree seduta sul divano ad aspettarmi" sospirò
"E?" dissi per invitarlo a continuare
"Nulla... Voleva riprovarci, ma lo mandata via" mi guardò
"Senti Cole. Non voglio rivederti come qualche anno fa, con lo psicologo, la droga e tutto il resto" dissi sinceramente sedendomi affianco a lui
"Si lo so..." disse tornando a guardare il pavimento
"Non permettergli di rovinarti la vita un'altra volta" dissi posando una mano sulla sua spalla
"Si hai ragione" disse tirando su con il naso "Grazie bro" aggiunse
"Ehy per mio fratello questo ed altro!" ridacchiai
"Smettila" sorrise "La mamma ha risposto?"
"Ehm..." dissi riprendendo il telefono in mano "Si, ha detto che è meglio se rimaniamo qui visto che è tardi" dissi dopo aver letto il suo messaggio
"Mi dispiace di averla fatta preoccupare" disse appoggiando la schiena al divano
"Non è la prima volta" dissi ironico "Pizza?" aggiunsi guardando l'orario
"Pizza" confermò lui
Continua...
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-spazio autrice-
Ehy belli!
Ecco un nuovo capitolo, un po' più corto rispetto a quello dell'altra volta ma pazienza.
Ho deciso che pubblicherò tutti i sabati (ma questo ve lo avevo già detto) alle ore 16, tanto per organizzarmi un po' meglio.
Scusatemi per eventuali errori di battitura, ci vediamo al prossimo capitolo <3
-Agnese
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𝘛𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘰, 𝘥𝘪𝘮𝘮𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪 𝘢𝘮𝘪 || 𝐒𝐏𝐑𝐎𝐔𝐒𝐄𝐇𝐀𝐑𝐓
Fanfiction《IN CORSO-IN PAUSA》 Tutto nato per caso. Una relazione di amore ed odio allo stesso tempo. É come un fotografo e il suo obbiettivo. Si crea un legame indistruttibile. Senza uno, l'altro non sopravvive.