«Dov'è Shigaraki?» chiese Dabi, sdraiato sul divano, nel disperato tentativo di riposare, ma Toga glielo impediva. Si divertiva a lanciare dei piccoli pugnali sulla parete sopra la testa del ragazzo, facendoli conficcare nel muro.
L'intonaco, sgretolandosi, finiva sul viso di lui e questo era assai poco rilassante.
«Toga, se non la smetti ti do fuoco» ringhiò.
«È chiuso in camera sua, credo stia elaborando un qualche piano che ci illustrerà in seguito» rispose Kurogiri, il quale intanto si stava occupando di preparare la cena per tutti.
Niente di eclatante, ma commestibile.
«Dai, Dabi, facciamo una sfida. Disegniamo un bersaglio sul muro e vediamo chi prende più volte il centro» insistette Toga, avvicinandosi per poggiare i gomiti sul divano e guardare il ragazzo da vicino, ma lui la scacciò con una brutale spinta.
«Lasciami dormire» si girò su un fianco, dandole le spalle.
«Che noioso che sei» sbuffò la ragazza, sdraiandosi sul pavimento e osservando il soffitto. Prese uno dei suoi pugnali e lo lanciò in aria, cercando di colpire il soffitto, ma non dosò bene la forza, perché quello cadde nuovamente a terra. La ragazza fece appena in tempo per rotolare di lato e non venir trafitta.
Scoppiò in una fragorosa risata.
«Izuku, hai visto?» emise un gridolino eccitato riprendendo il coltello. Sfiorò la lama con un dito e ci si specchiò.
Deku era seduto su uno degli sgabelli e stava sfogliando le pagine di un giornale, quasi con pigrizia.
«Midoriya» corresse Toga, senza alzare lo sguardo dalla lettura.
Erano passati un paio di giorni da quando si era alleato ai villain ed il suo atteggiamento era mutato notevolmente.
In principio era sempre molto a disagio, imbarazzato, timoroso di fare qualcosa di sbagliato.
Ora che conosceva meglio anche i suoi compagni di squadra si era ritagliato il proprio spazio tra di loro ed aveva capito come comportarsi.
Aveva preferito rimanere un po' distaccato, fidandosi più dei propri pensieri che dei compagni. L'unico, forse, di cui si fidava un po' di più era Shigaraki.
«Midoriya» disse Toga, facendo l'imitazione del ragazzo «Tu vuoi giocare?» si alzò in piedi e recuperò tutti i propri pugnali.
«Sono impegnato» rispose lui distrattamente.
La ragazza sbuffò e si avvicinò, prendendo posto sullo sgabello vicino al suo.
Poggiò i pugnali sul bancone, eccetto uno, che continuava a rigirarsi tra le mani.
«Tra tutti gli sgabelli proprio qui dovevi met- ah!»
Con uno scatto fulmineo la ragazza aveva fatto scorrere la lama sulla mano del ragazzo ed era balzata all'indietro.
Un velo di sangue si stendeva sull'arma. Lei la portò alle labbra e leccò via la macchia.
«Stupida...» bofonchiò Deku, tenendosi la mano sanguinante lontana dai vestiti.
In un batter d'occhio Toga aveva assunto le sembianze di Deku.
«Himiko!» disse con il tono di voce del ragazzo, brandendo il pugnale «Quante volte ti ho detto di chiamarmi per cognome?»
«Toga, smettila» la ammonì Deku, il quale si stava tamponando il taglio con un fazzoletto fornitogli da Kurogiri.
«Ma la verità è che ti amo tanto! Himiko, sposiamoci, facciamo tanti figli!» accompagnava queste parole con dei gesti teatrali. Conficcò il pugnale in uno sgabello e si inginocchiò ai piedi di Deku, come a voler fare la proposta.
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Punto di non ritorno
FanfictionVederlo così la faceva morire. Aveva rifiutato il suo aiuto, le aveva chiuso la porta in faccia. La aveva esclusa dalla propria vita. Ogni tentativo era inutile. Deku era sempre più distante e sembrava aver racchiuso i propri pensieri in una sfera d...