Era notte fonda, ma la luna non splendeva nel cielo.
Le stelle si vedevano a mala pena a causa delle luci della città, di macchine per le strade ne passavano poche ed un velo di nebbia aleggiava per i vicoli, attribuendo un'aria di mistero alla città.
Qualcuno camminava, solitario, sul bordo del marciapiede.
Le mani in tasca, la testa china, uno zaino sulle spalle.
I suoi passi non facevano quasi alcun rumore, il proprio respiro causava delle nuvolette nell'aria fredda.
Ogni tanto, qualche macchina passava ad alta velocità al suo fianco, rischiando di portargli via un braccio, ma lui non se ne curò.
Continuò a camminare, lentamente, fino al ponte.
L'acqua del fiume era calma, probabilmente gelida.
Bakugou la osservava, mentre prendeva il passaggio pedonale sul ponte.
La propria camminata era regolare, il proprio sguardo fermo.
Aveva le guance arrossate a causa dell'aria fredda.
Si fermò solo arrivato circa a metà e, poggiati gli avambracci sul muro che gli impediva di cadere di sotto, continuò ad esaminare l'acqua.
Aveva un aspetto del tutto diverso quel luogo di notte.
Il ragazzo ci si recava molto spesso da quando tutto era accaduto.
Gli dava la possibilità di pensare.
Il fiume era come il flusso dei suoi pensieri e in quel modo poteva analizzarli da un punto di vista quasi esterno.
Poteva rimuovere ciò che era inutile e lo faceva soffrire, per cercare di vivere più serenamente.
Vivere serenamente, sembrava quasi una battuta. Una battuta di pessimo gusto.
Chissà quanto tempo ancora gli sarebbe servito per riuscire a riprendersi del tutto.
Era sicuro di non farcela... come sarebbe potuta migliorare la situazione?
Fece cadere lo zaino al suo fianco, con un tonfo secco.
Si inginocchiò e lo aprì, esaminandone il contenuto.
Fogli, disegni, piccoli quaderni, alcuni anche molto vecchi.
Erano tutte cose legate alla sua infanzia, alla sua amicizia con Deku.
Prese un foglio a caso, gettando uno sguardo sul disegno.
Glielo aveva regalato lui, quando erano bambini. L'immagine li ritraeva insieme, mano nella mano, in quel modo di disegnare sproporzionato e confusionario dei bambini.
Lo piegò con cura, le mani stranamente ferme.
Si sentiva vuoto, terribilmente vuoto.
Si avvicinò al parapetto e guardò giù.
Una folata di vento gli scombinò i capelli.
Fece sporgere il braccio e lasciò andare il foglio.
Quello, racchiuso tra le dita del vento, venne trasportato delicatamente verso l'acqua, dove vi venne adagiato con cura.
Il fiume si portò via i suoi ricordi e forse sarebbe stato meglio così.
Prima che potesse accorgersene gli occhi iniziarono a bruciargli, gonfi di lacrime. La vista gli si appannò. Non oppose resistenza, lasciando che le lacrime scorressero silenziose sulle sue guance.
Quante ne avrebbe dovute versare ancora prima di riuscire a calmare la terribile tempesta nel proprio petto?
STAI LEGGENDO
Punto di non ritorno
FanfictionVederlo così la faceva morire. Aveva rifiutato il suo aiuto, le aveva chiuso la porta in faccia. La aveva esclusa dalla propria vita. Ogni tentativo era inutile. Deku era sempre più distante e sembrava aver racchiuso i propri pensieri in una sfera d...