XIV

279 25 3
                                    

Quando Todoroki riaprì gli occhi si trovava completamente al buio, sballottato da una parte all'altra.

Dal rumore e dall'oscillamento intuì di essere su un veicolo.

Si trovava, infatti, seduto in un angolo nel furgone con il quale erano venuta la lega.

Era profondamente stordito e la nuca gli bruciava da impazzire.

Tentò di mettersi più composto ma fu preso da un terribile giramento di testa.

Provò a muovere le braccia ma le scoprì più pesanti del previsto. Guardò in basso e ritrovò le mani racchiuse in pesanti aggeggi di metallo, grosse manette che gli impedivano di usare il proprio quirk.

Mosse le mani, tentando di ghiacciare gli apparecchi dall'interno, ma con scarso risultato.

Assottigliò gli occhi e si guardò intorno.

Riuscì ad individuare le figure dei propri rapitori: Toga, Dabi, Twice e...

Un ragazzino, con il volto sudicio e insanguinato, avvolto in una grossa felpa nera, lo stava fissando.

Appena i loro sguardi si incrociarono quello del ragazzo si spostò rapidamente.

Aveva degli arruffati capelli verdi.

"Midoriya..." pensò. Quel nome fu come un pugno all'altezza dello stomaco.

Allora era vivo, ma cosa...

I ricordi dei minuti (o ore, non sapeva da quanto fossero in viaggio) affiorarono lentamente alla sua mente.

Aveva trovato il ragazzo messo parecchio male sul ciglio della strada, aveva visto quegli individui avvicinarsi ed era stato colpito alle spalle prima di avere il tempo di reagire.

Ed ora Midoriya, vivo e vegeto, si trovava in mezzo a loro.

Che lo avessero strumentalizzato per giungere a lui? Che lo avessero rapito e utilizzato per quella messa in scena?

«La bella addormentata si è destata, finalmente!» esclamò Toga, notando Todoroki che si guardava intorno.

Il ragazzo la inquadrò. Si sarebbe voluto alzare, per tenerle testa, per colpirla. Si sarebbe liberato e lui e Deku sarebbero fuggiti.

Ma le gambe erano legate, così come anche le braccia, incollate al busto.

E fu compiendo questo ragionamento che si rese conto di un dettaglio fondamentale. Qualcosa distingueva lui e Midoriya, qualcosa che rendeva lui l'unico ostaggio nel furgone: Deku non era legato.

Deku era uno di loro...

Volse lo sguardo verso l'ex compagno di classe, sperando di trovare qualcosa che testimoniasse il contrario.

Ma Deku sfuggiva dal suo sguardo, restando seduto nel proprio angolo, pensando tra sé e sé.

Era realmente uno di loro? Come? Perché?

In quale mondo sarebbe potuta mai accadere una cosa simile?

«Buongiorno» lo salutò Twice, con ironia. Si inginocchiò davanti a lui, per poterlo guardare negli occhi «Dormito bene?»

Todoroki si limitò a distogliere lo sguardo, con aria sprezzante. Non sarebbe stato il loro giocattolino.

«Dove stiamo andando» chiese con aria quasi seccata, senza intonare la frase come una domanda.

«Non mi sembri nella posizione di dettare ordini» gli fece notare Toga, la quale lo esaminava con indiscreta curiosità.

«Tsk» Todoroki riabbassò la testa.

«E guardami mentre ti parlo!» irritata, Toga lo afferrò per i capelli, costringendolo ad alzare il viso.

Todoroki si lasciò sfuggire un mugolio di dolore, ma nonostante ciò sostenne lo sguardo della ragazza senza troppi problemi, con spavalderia e forse anche un po' di arroganza.

«Lasciatelo in pace» ordinò Dabi, il quale era rimasto seduto in disparte, la testa bassa. Osservava il pavimento.

«Shigaraki ha detto che dobbiamo tenerlo in vita, non ha specificato nient'altro. Finché respira possiamo fagli tutto» disse indispettita, lasciando i capelli del ragazzo per rivolgersi verso il compagno.

«Non mi importa quello che ha detto Shigaraki, dà fastidio a me» rispose secco l'altro, sempre a testa bassa. Nonostante la postura il suo tono di voce era autoritario e non sembrava ammettere repliche, ma a Toga questo importava poco.

«Sei una noia, che diamine» avanzò verso di lui, adirata, le braccia incrociate sul petto «Una volta che possiamo divertirci un po' devi rovinare tutto!»

Dabi a quel punto si girò verso di lei, fulminandola con lo sguardo.

Un'occhiata gelida, terrificante. La ragazza fu costretta a fermarsi e fare un passo indietro.

«Ho detto di smetterla» disse tranquillo, glaciale, severo.

La ragazza si ammutolì, tornando a sedere al proprio posto.

Todoroki sembrava confuso e guardava il viso di Dabi perplesso.

Sembrava morisse dalla voglia di dire qualcosa, ma non una sola parola uscì dalla sua bocca.

«Che hai da guardare?» lo ammonì Dabi e Todoroki si affrettò a guardare altrove.

Il primo sospirò. Si sedette in modo da dare le spalle all'ostaggio.

Midoriya gli rivolse un'occhiata interrogativa, ma lui liquidò la muta domanda con un gesto vago della mano.

Punto di non ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora