XV

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Midoriya stava ripensando a questo.

All'espressione confusa e ferita di Todoroki quando si era reso conto che era tutto un trucco.

Il suo volto, il suo sguardo, il suo modo di curvare le labbra nel disappunto più totale erano presenti nella sua mente, più vividi che mai.

Fu felice di aver tenuto gli occhi chiusi quando il ragazzo lo aveva soccorso, probabilmente non sarebbe riuscito a contenersi. Non lo avrebbe retto.

Perché si, quello sguardo lo aveva smosso profondamente.

Non riusciva a pensare ad altro, mentre la terribile sensazione allo stomaco si faceva sempre più forte.

Ma non era il momento di distrarsi adesso.

«Deku!» lo chiamò Shigaraki, il quale si stava rialzando da terra.

Endeavor si trovava al centro della strada, circondato da tutti i lati.

I villain si gettavano contro di lui, a turno. Appena uno veniva spazzato via un altro prendeva il suo posto, come le iene su un leone.

Shigaraki si era appoggiato ad una macchina dal cofano distrutto. Quell'auto era stata precedentemente spazzata via dall'impeto della battaglia.

Deku fu riscosso dai propri pensieri. Si rivolse verso il capo della lega.

Quello si portò i capelli all'indietro, perché non lo disturbassero. Lanciò al ragazzo uno sguardo d'intesa e appena Toga fu spazzata via da una delle fiamme dell'eroe Shigaraki e Deku si gettarono contro di lui, uno da destra e uno da sinistra, prendendolo ai fianchi.

Shigaraki allungò una mano nel tentativo di toccarlo. Endeavor rivolse a lui la propria attenzione, tentando di schivare il colpo, ma mentre era impegnato in quest'azione Deku lo colpì con la potenza del One For All alle spalle, scaraventandolo contro la facciata del palazzo.

«Ottimo!» gli urlò Shigaraki, mostrando un sorriso esagerato, da fuori di testa.

La folla si era dileguata, l'intera zona sfollata.

I Pro Hero erano stati costretti da Endeavor a non intervenire. Tenevano ancora in ostaggio Shoto, Kurogiri lo nascondeva chissà dove.

Una sola mossa falsa ed avrebbero ucciso il ragazzo. Quella era una battaglia che l'eroe numero uno avrebbe dovuto combattere da solo.

Solo pochi giornalisti avevano avuto il coraggio di restare, se pure a debita distanza, per trasmettere lo scontro in diretta.

Le telecamere inquadrarono Deku.

Tutti lo videro.

Deku capì che se anche prima avesse avuto una qualche possibilità di tornare indietro ora non ne aveva affatto.

Aveva scelto di stare dalla loro parte, non ci sarebbe stato nessun ripensamento.

Ma quella terribile stretta allo stomaco non voleva lasciarlo andare.

Cos'era?

Perché stava così male?

Forse...

Sensi di colpa.

Perché si sentiva in colpa?

«Midoriya, attento!» urlò Dabi dal lato opposto della strada, indicandogli la portiera di una macchina, che volava dritta verso di lui.

Endeavor si era ripreso prima del previsto e gli aveva lanciato contro la prima cosa che gli era capitata a tiro.

Deku fece in tempo ad abbassarsi prima che la portiera gli mozzasse il capo.

La vide schiantarsi sull'asfalto, ammaccarsi, accartocciarsi, fare scintille.

Doveva concentrarsi, lasciare da parte quei pensieri ridicoli, o insieme ai vetri rotti, la prossima volta, ci sarebbe stata anche la sua testa sotto quella portiera.

Ma era davvero difficile.

Si sentiva come intorpidito.

Così assorto dai propri pensieri che ogni altro tipo di movimento gli risultava secondario o irrilevante. Il che era parecchio pericoloso, essendo coinvolto in uno scontro di tale portata.

Vide Dabi gettarsi contro Endeavor, avvolto dalle proprie fiamme azzurre.

Un cerchio di fuoco freddo si stese attorno ai due uomini, facendoli sparire dalla vista di Deku.

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